༆𝑳𝒂 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒂𝒕𝒂༆

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New York, Stati Uniti
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     Sentiva i suoi baci dappertutto.
     Sulle labbra, sul collo, sulla clavicola e man mano i baci caldi e umidi andavano sempre più giù, mentre il ragazzo le toglieva la maglia, lasciandola solo in reggiseno.
     Si ritrovarono sul letto in una stanza di un hotel. Lui, sopra di lei, che la baciava ardentemente fino a perdere i sensi.

     Aveva incontrato il ragazzo proprio un'ora fa in un bar. Alto, capelli castani, occhi verdi, si poteva definire un bel ragazzo oltre ad essere normale, a differenza sua. Si chiamava Mac o Matthew se non si sbagliava.
     La verità era che non aveva proprio ascoltato la maggior parte della sua conversione mentre flirtava con lei senza pietà. Naora sapeva che lui voleva passare la notte con lei, ma non sapeva che era lei a voler andare a letto con lui.

     Alcune volte gli uomini erano proprio ingenui.
     Non riusciva proprio a sopportare lui che parlava. L'unico motivo per il quale era venuta in quel bar, era per andare a letto con un bel ragazzo e il giorno dopo continuare la vita come faceva da ormai un anno a New York.

     Non si poteva definire una persona molto paziente. Le venne in mente quel coglione di Satoru, che l'aveva sempre chiamata una testa calda. Non che non avesse ragione, alcune volte anche lei si chiedeva come sia riuscita a diventare un insegnante del mondo jujutsu, con una qualità del genere.

     Era passato più di un anno da quando lo aveva sentito o che aveva avuto delle notizie su di lui, anche se sapeva che alcune volte Yuta lo chiamava per aggiornare i suoi progressi. Ma il ragazzino era abbastanza intelligente da non parlarne davanti lei.

     Un anno senza la sua presenza.
     Era meraviglioso non avere quell'idiota tra i piedi. Forse sarebbe stato l'anno più bello che avrebbe mai vissuto senza la sua presenza.
     Un anno senza che lui la infastidisse, facesse battute o che lidigassero.
     Un intero anno di fottuta tranquillità.

     Aveva scacciato via il pensiero di lui dalla sua mente per concentrarsi al ragazzo che aveva davanti ai suoi occhi.
    Avendone abbastanza delle sue chiacchere, lo aveva fermato sbruscamente per chiedere solo: "Allora dove lo vogliamo fare? Da te, o preferisci un albergo?" aveva detto con un sorriso malizioso.

     Ed eccola qui, in un hotel, tra le braccia di uno sconosciuto soltanto in biancheria intima sul letto.
     Tutto era perfetto, proprio come aveva previsto. Ma all'improvviso... il suo telefono iniziò a squillare nella stanza.

     Prese in considerazione di lasciarlo suonare, di godersi la serata, ma sapeva che non poteva succedere senza che controllasse il cellulare.
     "Ti dispiace se vado a controllare il telefono?" chiese rivolgendosi al ragazzo.
     "Certo, fai pure" rispose lui con un sorriso gentile.

     Fece un respiro profondo, per calmare il suo fastidio e andò verso i suoi pantaloni per prendere il telefono e metterlo in modalità silenziosa, quando vide che la chiamata, una videochiamata in realtà, provieniva proprio da lui. Gojo Satoru.
     "Dopo tutto questo tempo, proprio adesso doveva chiamarmi?" si chiese tra sé.

     "Tutto a posto?" chiese il ragazzo sul letto che la aspettava.
     "Oh sisi tutto a posto. Allor..." Non potè nemmeno finire la frase e il telefono squillò di nuovo.
     "Come riesce sto stronzo a rovinarmi le cose anche se mi trovo dall'altro lato del mondo?".

     Era da più di un anno che non si sentivano, da quando aveva preso sotto la sua ala studente del primo... no, del secondo anno Yuta Okkotsu e andarsene all'estero per i suoi studi. Le piaceva il ragazzino, era gentile, svelto, e stava diventando sempre più forte.

𝑬𝒏𝒆𝒎𝒊𝒆𝒔 - |{𝒂 𝒈𝒐𝒋𝒐 𝒔𝒂𝒕𝒐𝒓𝒖 𝒙 𝒐𝒄}|Where stories live. Discover now