༆𝑳𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆༆

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     A sentire quelle parole, i due stregoni scoppiarono in una enorme risata.

     L'anziano continuò a osservarli confuso mentre continuavano a ridere di gusto. Ma quando finalmente smisero, fu Gojo a parlare: "È uno scherzo vero?"

     Il preside scosse leggermente la testa. "Ora che avete deciso di voler lavorare insieme a Tokyo, dobbiamo assicurarci che le vostre divergenze non abbiano effetti negativi sui vostri studenti. Perciò riteniamo che un matrimonio possa un buon strumento per migliorare il rapporto che avete tra di voi, in modo che possiate andare d’accordo"

     Stronzate. Erano tutte stronzate con la S maiuscola.
     E Naora e Satoru lo sapevano benissimo.

     In quel momento, capirono che i piani alti non avevano mai avuto l'intenzione di accettare la loro proposta, perché sapevano perfettamente che i due insieme costituivano una minaccia per la loro istituzione.

     Ma dovevano tener conto che non potevano semplicemente declinare la loro proposta senza nemmeno averla tenuta in considerazione, con tutto il loro potere e le loro influenze.

     Erano certi che i due stregoni si sarebbero opposti alla loro disapprovazione, e oggettivamente, la loro opposizione sarebbe giustificata, il che avrebbe messo gli anziani in cattiva luce, soprattutto se sarebbero venuti a sapere il Gran Consiglio dei Stregoni.

     Quindi invece di respingere la loro collaborazione senza un valido motivo, hanno organizzato questa condizione del matrimonio perché sapevano che non avrebbero mai accettato di sposarsi, e di conseguenza, lavorato insieme.

     A quel punto, i due non avrebbero potuto più ribattere contro i piani alti perché gli era stata data la possibilità di scegliere, ma in quel caso sarebbero stati Naora e Gojo a rifiutare la loro stessa proposta, decidendo di non accettare la condizione del matrimonio.
     Avrebbero avuto ciò che volevano, senza che nemmeno sporcassero le mani.

     E quando i due stregoni capirono il loro geniale stratagemma, sul viso dell'anziano nacque un piccolo sorriso.
     “1 a 1 per il preside Gakuganji.”
     Era quello che significava, era una piccola soddisfazione per aver avuto la meglio sui due.

     Naora all'improvviso cominciò di nuovo a ridere, ma stavolta rideva per nascondere la sua ondata di rabbia che l’attraversava, mentre il suono delle sue mani che applaudivano, risuonavano nella stanza.

     "Questa si che è una stronzata geniale, nonnetto. Non è vero, Gojo?" chiese rivolgendosi allo stregone.
     "E me lo chiedi pure?" rispose lui con il solito sorriso arrogante.
     "E credi che ci sposeremo solo perché ce lo hanno imposto?"
     "Aspetta, fammi pensare. Hmm... no, non penso proprio"
     "Beh... ecco a te la risposta, nonnetto" disse la corvina all'anziano.

     Il preside non si mosse nemmeno di un centimetro, e come se non avesse lanciato una bomba atomica, continuò la conversazione.
     "Non è un imposizione, è una scelta che dovete fare. Se volete lavorare, dovrete sposarvi altrimenti potete solo lavorare in diverse sedi"

     "Ma tu senti questo" borbottò la corvina a Satoru.
     "In realtà molti anziani erano anche contrariati dalla vostra richiesta, ma è stata la garanzia di Yaga che ha permesso di trovare questa soluzione. Dovreste essere grati del fatto che abbiamo pensato al riguardo, piuttosto che mancare di rispetto" continuò.

     "Ma quale parte del tuo cervello non riesce a capire che non ci possiamo sposare" gli chiese Satoru.
     "Sempre se ce l'ha un cervello" disse tra sé Naora accanto a lei.

     L'anziano ignorò la sua insolenza. "Non capisco perché dovete essere così melodrammatici. Voi siete stati fidanzati sin da quando eravate bambini, siete cresciuti con la consapevolezza del fatto che prima o poi vi sareste sposati. Non vedo il problema se il matrimonio si svolgerà più tardi del previsto" disse con un finto tono di indifferenza.

𝑬𝒏𝒆𝒎𝒊𝒆𝒔 - |{𝒂 𝒈𝒐𝒋𝒐 𝒔𝒂𝒕𝒐𝒓𝒖 𝒙 𝒐𝒄}|Where stories live. Discover now