༆𝑳'𝒂𝒓𝒓𝒊𝒗𝒐 𝑰𝑰.༆

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     Naora nel frattempo, stava cercando di non urlare un "Che cazzo stai dicendo?!" ma si trattenne mentre si voltava verso di lui e fece una faccia per dire: "Se mi hai chiesto di venire a Tokyo per uno dei tuoi fottutissimi scherzi, ti giuro su dio che oggi finirai seppellito sottoterra, non importa cosa succederà dopo"
   
     Gojo capì subito cosa voleva dire quell'espressione.
     La conosceva da quando era soltanto un bambino e avevano passato la maggior parte del loro tempo insieme, malgrado gli ultimi anni si tollerassero a malapena, quindi erano arrivati al punto di comunicare soltanto con delle espressioni facciali e così rispose: "Resta soltanto al gioco. Ti spiegherò più tardi come stanno le cose e non è assolutamente uno scherzo te lo giuro, però adesso non dire niente, per favore"
 
     Naora per poco non credette che stesse sognando. Satoru che dice per favore succede mai. Mai. Lui era una persona egocentrica, narcisista e orgogliosa. Non avrebbe mai detto una cosa del genere se non c'era un motivo giusto. Così sospirò e gli concedette il beneficio del dubbio. "Spero per il tuo bene che tu stia dicendo la verità"

     Così Naora si voltò verso il ragazzo dei capelli neri.
     "Già!" - esclamò con un finto sorriso - "a quanto pare sarò la vostra insegnante con questo idiota e Yuta è stato affidato ad un altro stregone, perché sono stata richiamata qui" mentì guardando Satoru con uno sguardo accusatorio.

     "A proposito, come sta nostro figlio?" chiese Gojo che cercava di evitare il suo sguardo fulminante, anche se sapeva che questo l'avrebbe fatta incazzare di più. Non sapeva perché, ma per lui era come se fosse di vitale importanza vedere il suo sguardo furioso e sapere che era stato lui a farlo accadere.
     O forse, aveva soltanto delle tendenze masochiste.

     A questa domanda però, Nobara e Itadori urlarono:
     "Cosa?! Voi due avete un figlio!?"
     Naora fece una faccia disgustata.
     "Eww assolutamente no. Lui chiama i nostri studenti come nostri figli soltanto perché desidera essere preso a calci da me e tra l'altro, devi smetterla di dire cose del genere. Fa sembrare che siamo andati al letto insieme" disse riferendosi all'adulto.
 
     "Naora! Ci sono dei bambini qui. Non puoi dire una cosa del genere davanti a dei bambini. Inaccettabile. Credevo che fossi più responsabile di me" rimproverò lui.
  
     "Oi, non siamo dei bambini. Sappiamo che significa andare al letto con qualcuno" ribatté Nobara, guadagnando un sorriso da Naora e rispose allo stregone: "Vedi? Anche i tuoi studenti sono più intelligenti di te"

     Intanto Satoru solo adesso accorse che mancava qualcuno.
     "Naora, dov'è lui"
     "Lui chi?"
     "Sul serio? Sto parlando di Ec..."
     "...proprio qui, faccia da culo..." sussurrò, mentre la sua voce emetteva i soliti leggeri echi.
     La creatura fatta dalle tenebre, comparve nelle sembianze di un gattino, proprio sulla spalla destra di Satoru.
 
     Vedendolo così all'improvviso, Satoru e Itadori cominciarono ad urlare con un fare melodrammatico. Megumi, come sempre, rimase fermo e calmo, ma nel frattempo Naora notò che Nobara stava per cacciare fuori la sua arma. Fece un mano aventi, come per fermarla e disse: "Non c'è bisogno di preoccupare, è un amico"

     A quella affermazione tutti si calmarono.
     "Parli del diavolo... che bel modo di salutare, vipereretta, mi fatto quasi venire un infarto" disse Satoru, dopo aver finito di urlare.
     "...beh, l'intenzione era quella ma purtroppo ho fallito..."
     "Ha ha ha, molto divertente da parte tua" replicò lui, imitando una risata per niente divertito.

     "Akane Sensei, non sapevo che i shikigami potessero parlare" affermò Itadori.
    "Non è uno shikigami e né una maledizione. Consideralo come posso dire... come se la mia ombra avesse una propria coscienza. Vedi, la mia famiglia ha una tecnica innata: quella di controllare le ombre, che sia la mia o quella degli altri, addirittura degli oggetti inanimati e maledizioni. Poi diciamo che un evento ha fatto in modo che la mia ombra potesse avere una propria coscienza con la possibilità di nutrirsi dell'emozioni come la paura, il dolore e i rimpianti oppure di una in particolare, trasformandola in energia maledetta oltre che a percepirla"
     "Non avevo mai sentito niente del genere" ribatté Nobara sorpresa.
 
     "...perché io sono speciale, ragazzina..." ribatté ironico la creatura.
     "Ma senti un po'?! La vipereretta oltre ad essere menefreghista è diventata anche egocentrica" stuzzicò Satoru.
     "...ho imparato dal migliore..."
 
     Gojo parlò compiaciuto. "Lo so Eclissi. Non c'è bisogno di complimentarmi, lo so che sono il migliore"
     "...in realtà parlavo di naora..." disse il serpente, adesso un gatto, portando via tutta la sicurezza dello stregone.
     "Tu brutta bestia..."

𝑬𝒏𝒆𝒎𝒊𝒆𝒔 - |{𝒂 𝒈𝒐𝒋𝒐 𝒔𝒂𝒕𝒐𝒓𝒖 𝒙 𝒐𝒄}|Where stories live. Discover now