Capitolo 29.

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La serata passò normalmente. Per fortuna Chiesa non si avvicinò a me nemmeno una volta e io restai per quasi tutto il resto della serata con le ragazze, lontana da Luca. L'unico momento in cui ci eravamo riavvicinati era stato allo scoccare della mezzanotte quando ci eravamo scambiati un bacio e gli auguri. Poi stop, ognuno aveva continuato a festeggiare per conto proprio.

Quella situazione non mi piaceva per nulla e, una volta che si fermò davanti al mio palazzo con la macchina a fine serata, mi resi conto che le cose tra noi erano più tese di quanto credessi. -Ci sentiamo più tardi, ok?- propose, lasciandomi esterrefatta. Non potei fare a meno di notare che aveva usato il verbo "sentire" e non "vedere" e non potei fare certamente a meno di notare che non avesse nessuna intenzione di passare la notte con me

-Luca, è capodanno... Non lo passeremo insieme? Avevamo dei programmi- e con programmi era inteso il fatto che l'avessi invitato a passare il pranzo con i miei, a Firenze. Avevamo in programma quel pranzo da un po' di tempo e fino a quel momento lui era stato super entusiasta di conoscere la mia famiglia

-Venere... Non credo sia il caso. Qualcosa sta cambiando e non voglio che tu faccia nulla di cui poi potresti pentirti- usò un tono basso e quasi dispiaciuto, mentre passava le dita sul volante in modo agitato -Ho visto come vi guardavate tutta la sera e non credo potrò fare finta per sempre che non stia accadendo...-

Sussultai sentendo le sue parole e per un secondo mi tornarono in mente gli sguardi intensi che Federico mi aveva lanciato per tutta la serata. Ma che colpa ne avevo io se lui mi aveva fissata ininterrottamente?

-Non so a cosa tu ti stia riferendo-

Lui annuì beffardo, come se si aspettasse una risposta del genere da parte mia, poi si fece serio e si girò completamente verso di me, posandosi al sedile con un fianco. -Piccola...- la sua mano scostò leggermente una mia ciocca di capelli che ricadeva ribelle sul mio viso e, in quell'esatto momento, vidi i suoi occhi luccicare -Ti amo, ti amo davvero tantissimo... Ed è per questo che devo lasciarti andare. Tu ora mi dirai che non è così e piangerai pensando che sto prendendo una decisione sbagliata, ma è la cosa giusta. Se restassimo insieme, un giorno, tu potresti arrivare a pensare e chiederti cosa sarebbe successo se non fossi stata con me nel momento che Chiesa era tornato nella tua vita-

Trattenni il fiato sentendo le sue parole e capendo che mi stava lasciando. Immediatamente mi tornò in mente il momento in cui Federico aveva fatto la stessa cosa nella sua macchina e mi sentii abbandonata e tradita proprio come allora. Come poteva lasciarmi così? -Luca, no... Non farlo. Voglio stare con te-

Sorrise amaramente, mentre continuò ad accarezzare le mie gote, che iniziarono a bagnarsi per colpa delle mie lacrime -lo credi, ma non mi guardi come guardi lui. Non mi guarderai mai così. E la tua mente non si libererà mai dal suo pensiero, perché tu lo ami. Ti ha fatto del male, è vero, ma so che hai bisogno di risposte e, anche se non lo ammetti, è giusto che io ti lasci andare-

Mi mancò il respiro immediatamente e gli feci spostare la mano con un colpo secco. -Lasciami, non toccarmi. Non posso crederci, ti ho dato tutto e tu mi stai lasciando così? Perché mi lasciate tutti quando mi innamoro? Cosa ho di sbagliato?-

Vidi il dispiacere più puro colorare i suoi occhi chiari, avevo la sensazione che non volesse ferirmi, eppure lo stava facendo. -Non hai nulla di sbagliato... Credo che, in fondo, Federico ti ami, pure se non ha saputo dimostrarlo, non credo ti abbia lasciato perché tu sia sbagliata. E nemmeno io, tu sei perfetta e ti avrei continuato ad amare profondamente, ma non posso tenerti ancorata a me sapendo che il tuo cuore non batte solo per me-

Scossi la testa più e più volte, mentre le lacrime continuavano a bagnarmi le guance -non amo Federico...-

-Ripeterlo ancora non mi convincerà, ho imparato a conoscerti senza bisogno che tu parli.- fece per accarezzarmi la coscia, ma poi ci ripensò, forse per il fatto che l'avessi spostato poco prima, e appoggiò così la mano sul freno a mano -Parlagli, cerca di capire quello che dentro te non hai mai capito. Finché non ti libererai di quel peso non potrai mai essere davvero felice-

Un altro amore|| Federico ChiesaOnde histórias criam vida. Descubra agora