Capitolo 3.

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Mi svegliai piano e sorrisi riconoscendo immediatamente la stanza di Federico, e sentendo le sue braccia stringermi la vita. Eravamo davvero rimasti in quella posizione per tutta la notte, la mia schiena appoggiata sul suo petto, e le sue braccia strette a me.

Mi girai piano e gli accarezzai il viso. Era una delle poche volte che avevo avuto la possibilità di vederlo dormire, e questo mi riempiva di serenità. Trasmetteva tanta pace, vederlo così.

- Oh no, sei sveglia... avrei voluto guardati dormire.- mi bisbigliò, con un occhio chiuso e uno aperto, mentre la sua stretta su di me si faceva più forte.

- Per oggi è toccato a me, non puoi sempre essere tu ad avere questa fortuna.- scherzai, rubandogli un bacio. - La prossima volta, se sarai abbastanza bravo da svegliarti prima, toccherà a te.- mi feci seria di botto, ma quando sarebbe stata la prossima volta?

- Che hai?- si accorse subito del mio cambiamento d'umore. Ormai mi conosceva alla perfezione.

- Quando ci rivedremo?- mosse leggermente la testa e bastò quel gesto per farmi capire che non ne aveva idea. Era una situazione assurda. Stavamo abbracciati dentro a un letto, dopo aver passato la notte insieme, e io mi sentivo male all'idea che sarebbe passato troppo tempo per il prossimo incontro.

Come dividere il tempo tra calcio, amici, fidanzata ed amante? Perché sì, ero solo ultima nella lista delle persone con cui passare il tempo, per non destare sospetti, e questo non era un mistero.

Mi allontanai da lui e afferrai la sua camicia, che era ai piedi del letto, per indossare qualcosa ed uscire dalla stanza. Era sempre così, dopo essere stati insieme, la situazione tornava esattamente come prima, se non peggio. Lui che doveva andare via, io che restavo sola. Con in tasca la sola speranza che ci saremo rivisti, prima o poi.

- Dove vai?- si mise a sedere di scatto e mi trattenne tenendomi il braccio. - Stai qua... ti prego. So che ti faccio del male, ma senza di te non posso farcela. Ho bisogno di te, dei nostri momenti.-

- L'unica cosa di cui hai bisogno è divertirti con me, no?- mi pentii immediatamente di ciò che avevo detto. Stavo spazzando via la notte magica appena passata. Come una perfetta idiota. Il nervoso e la stanchezza parlarono per me.

- Sei seria? Stai fuori. Ok dai, in fin dei conti forse è meglio che te ne vai.- si rimise sdraiato e smise di guardarmi, iniziando a fissare il tetto, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Sospirai pesantemente e rilasciai cadere la camicia ai piedi del letto, per poi tornare a sdraiarmi accanto a lui. Mi misi su un fianco e appoggiai la mano sul suo petto, giocando a fare dei cerchi immaginari.

- Cerco di darti tutto, anche se tu non mi credi. So che stai male, ma anche io non me la passo benissimo. Non mi piace che tu mi dica cose del genere. Non sono quel tipo di ragazzo, e lo sai.- parlò serio, senza ricambiare le mie carezze, le sue mani restarono ferme dietro la sua nuca. - Se non vuoi più continuare questa storia, vai. Io sono forse un vigliacco, ma non riesco a chiudere. Non potrei mai. Ma se tu vuoi, fallo, senza rimpianti.-

Sentii la sua voce colma di tristezza e mi si strinse il cuore. Come potevo lasciarlo? La mia felicità dipendeva da lui.

- Chiesa, guardami, sono qua, baciami.- lo pregai, non volevo andare via, volevo solo mi stringesse a sé. Poi volevo che fosse mio, alla luce del sole.

- No, mi spiace. Devi scegliere.- fu distaccato e categorico, cosa che mi fece molto arrabbiare. Perché scaricava tutto su di me?!

Risi istericamente, senza umorismo. - Perché lo stai facendo? Stai davvero facendo scegliere a me se chiudere questa relazione? E perché mai? Perché ti sei stufato e non ne hai il coraggio? O perché è troppo complicata? Troppo semplice scaricare le responsabilità su di me. Tu ne usciresti con le mani pulite, no?- pensavo solamente la metà di quello che dissi. Ma non riuscii a zittirmi.

Un altro amore|| Federico ChiesaWhere stories live. Discover now