4. Ventiquattresimo compleanno

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Capitolo quattro

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Capitolo quattro

Federico mi aveva appena mandato un messaggio in Direct su Instagram, era qui sotto casa mia ed io avevo ansia. Un'ansia incredibile.
Stavo per salire in macchina con una persona che due settimane non conoscevo, o almeno, conoscevo solamente il nome... Stava succedendo tutto in modo così tanto veloce e la cosa mi spaventava parecchio.

Era la famosa notte del suo ventiquattresimo compleanno e stavamo per uscire insieme, alle tre di notte. Avevo indossato una felpa pesante color blu elettrico e dei pantaloni felpati della tuta grigi.

Ottimo outfit per un'uscita. Che poi non era un'uscita, cioè... Si, era un'uscita ma non quel genere di uscita. Avete capito che intendo?

Chiusi la porta della mia abitazione e chiamai l'ascensore, l'attesa mi sembrava infinita, non era mai stata così lenta. Uscii dal portone del palazzo e lo vidi appoggiato alla sua BMW nera sportiva vestito sicuramente meglio di me, indossava dei jeans azzurri un po' larghi ed una felpa nera con il cappuccio.

- Ehi. -

- Ehi. - Sorrise staccando gli occhi dallo schermo del suo cellulare. - Andiamo? -

- Andiamo. -

Salimmo in macchina e le mie narici vennero invase dal suo profumo incantevole.

- Allora dove vuole che la porti? - Mi chiese.

- È il tuo compleanno mica il mio. - Cazzo non gli avevo ancora fatto gli auguri. - Auguri comunque! -

- Pensavo che ti fossi dimenticata. - Scherzò. - Andiamo in un posto che adoro. -

- Va bene. -

Il viaggio fu abbastanza silenzioso, qualche parola ogni tanto, ma nessuna conversazione lunghissima. Dovevo ammettere che la situazione era strana, perché stava portando me in un posto che adorava la notte del suo compleanno?

- Arrivati. - Disse spegnendo il motore dell'auto.

Così scendemmo e guardai il panorama. Mi aveva portato in uno dei colli più alti della città, da lì si poteva vedere tutto. Mi fece stendere nell'erba accanto a lui, la mia testa era appoggiata al suo braccio per non farmi sporcare i capelli.

- Spacca questo posto... - Mormorai guardando le stelle. - C'è un silenzio... -

- Io amo il silenzio. -

- Anche io. -

- Ci vengo sempre prima di una partita, prima di qualcosa di importante. Per calmarmi. -

- Perché siamo qui adesso? Ti devi calmare? - Sussurrai girando la testa verso di lui guardandolo.

Solo Dio sa quanto fosse bello in quel momento, con i capelli un po' spettinati che gli ricadevano sulla fronte, quegli occhi marroni tendenti al verde perfetti che non la smettevano di guardarmi.

FARESTI CON ME | FEDERICO CHIESAWhere stories live. Discover now