• v e n t u n o •

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Steso sul letto si rigira quel simpatico peluche tra le mani, segno ancora tangibile del compleanno fuori dal comune che aveva vissuto, ancora una volta, grazie a lei.

Era ormai quotidiano il fatto che Giulia riuscisse in qualche modo sempre a portare colore nella sua vita, quel colore che sotto sotto gli appartiene, ma che delle volte trova il bisogno di essere richiamato alla luce da qualcuno, troppo spesso sommerso dagli ingranaggi della sua testa che lavorano incessantemente.

Adora il modo un cui lei, con un sorriso, con una parola, o a volte con un semplice gesto, riesca ogni volta a far riaffiorare la parte migliore di lui.

Lo aveva fatto anche quel 9 gennaio, durante il quale Giovanni, perso in mille pensieri, non si sentiva con la mente così libera da poter festeggiare.
E così ci aveva pensato lei, ancora una volta, organizzandogli una sorpresa così semplice quanto inaspettata, facendo conoscere anche a Sangiovanni la bellezza che possono avere le prime volte condivise con chi ami.




"Ma hai organizzato tutto da sola?"

"Ma vaffanbene!"

"No dai, impossibile"

"Ma sei cretino?"

Una pausa, un sospiro, ma un sorriso che non riesce ad abbandonargli il volto.

"Assurdo Giu', non so che dire", continua, "nessuno mi ha mai fatto una cosa del genere"

Giulia lo guarda intenerita. Quel sorriso bambino che spesso appare quando è con lei, per poi tendere a scomparire, vittima dello scorrere inesorabile della vita fuori dal loro mondo, a cui spera di non abituarsi mai. Assapora quella sensazione di benessere che sembra essere in grado di provocargli, e se lo gode riflesso sul suo volto ora così luminoso e rilassato, davanti ad una torta a forma di sushi e a dei palloncini personalizzati.

Quell'espressione beata che non ha intenzione di scomparire, neanche mentre scarta il pacchetto che contiene quel regalo bizzarro, che dovrebbe essere lui, senza nessuna logica, ma che, di fronte a quel visino felice e speranzoso che Sangio ha davanti, non può che convincersene.

E un abbraccio a succellare quel momento che probabilmente non riuscirà a dimenticare con grande facilità.
Un 'grazie' appessa sussurrato all'orecchio, prima di coinvolgerla in un bacio appassionato, che racchiude tutto ciò che le potrebbe mai rivelare a parole, e forse anche di più.



Ed ora, febbraio inoltrato, Giovanni ripensa a quel giorno. Un'espressione beata gli spunta sul viso, rispecchianto pienamente i suoi pensieri, mentre se la immagina in sala a provare, instancabile, aspettando solo il momento un cui, quella sera, potrà rivederla.

Non avrebbe mai immaginato che il loro rapporto potesse evolversi tanto in fretta, portandolo ad essere così inesorabilmente dipendente da lei.
Mai nulla del genere gli era accaduto, e mai avrebbe pensato di desiderare così ardentemente di averla intorno ad ogni ora del giorno.
Un ragionamento che a tratti lo spaventa, ed è consapevole che si tratta di un timore con cui prima o poi dovrà fare i conti, eppure in quel momento, non si sente disponto ad abbandonare quella serenità che anche solo il pensare a lei gli dona.

Come un incantesimo.

Come la magia di qualche strana strega dispettoso.

Come un curioso scherzo del destino a cui non ha intenzione di sottrarsi.

Conta le ore che lo separano dalla sera, che finalmente, dopo giorni interi, potrà passare in solitudine con la ragazza al centro dei suoi pensieri, a casa di lei.
Un'intimità che in quella settimana era mancata a causa dei troppi impegni e dei genitori sempre e costantemente presenti in casa, che Sangio non vede l'ora di recuperare.

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