15

740 74 149
                                    

Le nostre lingue si intrecciarono, come fili di trama e d'ordito.

Era un bacio molto diverso da quello che ci eravamo dati quella mattina sul tetto dell'Opera, sotto la pioggia. Meno timido, senza colpa.
Era forse la notte a far sembrare quel momento, un vortice infinito di bramosia e desiderio?

I suoi baci cominciarono a farsi strada sul mio collo, fino ad arrivare dietro al mio orecchio. Immediatamente un brivido mi corse lungo la schiena.

I gesti di Daniel erano esperti, sicuri, come quelli di un abile pescatore alle prese con mari in tempesta. I miei più incerti, meno coraggiosi.

Le sue mani si introdussero lentamente sotto la camicia che indossavo, e il tocco delle sue dita fredde sulla mia pelle mi procurarono un sussulto. Con le nostre bocche ancora agganciate l'un l'altra, cominciò a slacciarla. Bottone dopo bottone, incertezza dopo incertezza. L'inquietudine sembrava sciogliersi dinanzi all'incendio dei nostri istinti.

Dopo avermi sfilato la camicetta, sentii la sua mano stringere con forza il cavallo dei mei pantaloni. I miei impulsi erano sotto il suo dominio. Mi sbottonò i jeans e me li strappò di dosso insieme alle mutande.

Restai nudo. Davanti a lui. Ma non più nudo di quando gli avevo confessato un attimo prima di pensare che fosse bellissimo. Gli avevo mostrato tutte le mie carte. Non c'erano più segreti, parole da decifrare o pensieri intimi.

Sentii il suo sguardo sfiorare la mia pelle. E allora ricominciammo a baciarci.

Ancora e ancora e poi ancora.

Daniel si sfilò le mutande e sentii la sua mano accarezzarmi la guancia. Poi le nostre labbra si staccarono e con l'indice cominciò a percorrere il perimetro della mia bocca. Senza vergogna, lo strinsi tra le labbra, sotto al suo sguardo che studiava attento ogni mio movimento. Spostò la mano, portandola dietro la mia nuca e una leggera pressione mi costrinse ad abbassarmi.

«Questa volta, non avrai soltanto i miei boxer in faccia.» Sogghignò con un espressione compiaciuta.

Mi sentii avvampare. Intesi all'istante che doveva essersi accorto dell'episodio che mi costrinse a lasciare il bagno di corsa con una macchia di vergogna sui pantaloni.

Aprii la bocca e avvertii il gusto della sua pelle. Della sua carne. Del suo corpo che tanto ardentemente avevo desiderato. I suoi respiri erano diventati affanni mentre io continuavo a muovermi sempre più velocemente. Poi sentii le sue mani bloccarmi la testa e allora mi fermai e alzai lo sguardo verso di lui.

«Se continui ti verrò in boc...» Ansimava, ma io non gli diedi il tempo di finire la frase che ricominciai a muovermi nuovamente, sotto il suo sguardo. Desideravo soddisfare la sua smania di piacere. Poi sentii ogni muscolo di Daniel irrigidirsi insieme ai miei, e dopo l'effimera frenesia, il silenzio.

*

«Stai bene?» Mi aveva chiesto a bassa voce non appena ci sdraiammo sul letto. Lui aveva la testa poggiata sul mio petto ed io non la smettevo di giocare con i suoi capelli, che attorcigliavo incessantemente tra le mie dita.

«Più che bene.»

«Voglio dirti una cosa.» Disse, e si precipitò ad aprire il cassetto del comodino di fianco al letto. Ne tirò fuori un libro e me lo porse. Osservai attentamente la copertina.

«È francese?»

«Esattamente. Mia madre era una scrittrice. Eravamo davvero felici in Francia.»

«Poi che è successo?»

«A mia madre fu diagnosticato un cancro e tutto si trasformò in un inferno, finché la malattia riuscì a divorarla.» Lo vidi serrare la mascella. I suoi occhi erano lucidi e la voce cominciava a incresparsi.

«Io...» Cominciai a balbettare.

«Non devi dire nulla. Volevo soltanto raccontarti una parte di me. Quel giorno in cui mi hai visto piangere, qui sul letto, era perché... A volte, per sentirla più vicina, rileggo il suo romanzo, pagina dopo pagina, e mi sembra di sentire ancora la sua voce.» Una lacrima gli rigò il volto e io non riuscii più a trattenermi e incominciai a singhiozzare come un bambino.

«Ti va di restare un altro po'?» Mi domandò.

Annuii, mentre lui con i pollici mi asciugava le guance bagnate dalle lacrime.

Resterò tutto il tempo che vorrai.

Daniel spense le luci e subito dopo ci infilammo sotto le coperte.

«Voglio confidarti un segreto.» Sussurrò quando l'oscurità non mi permetteva più di ammirare il verde dei suoi occhi. «Ogni volta che davanti a qualcun altro ti chiamerò idiota, sarà come se ti stessi dicendo, ti amo.»

AMORE89Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora