16

656 67 108
                                    

Furono giorni indimenticabili quelli che seguirono il suo "ti amo".

Quella notte avevamo dormito assieme, senza averne avuto la minima intenzione. Avevo chiuso gli occhi soltanto per un istante e alla fine ci eravamo addormentati nel suo letto.

«Daniel, Mattia! Svegliatevi o rischiate di far tardi!» Le urla di Giselle provenienti dal corridoio fecero saltare fuori dalle coperte Daniel, mentre io cominciai lentamente a schiudere gli occhi.

«Devi sparire da qui! Immediatamente!» Era quello che ansimando aveva detto Daniel, mentre io non ebbi nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo. Si alzò dal letto e mi afferrò per un braccio. «Se ci scoprono siamo nella merda!» Pronunciò mentre raccoglieva i resti dei miei indumenti dal pavimento. Mi aveva letteralmente scaraventato fuori dalla sua stanza.

Ero nudo, nel corridoio, con in mano i vestiti che Daniel mi aveva affibbiato subito prima di chiudere la porta della sua stanza e lasciarmi fuori.

«Per la miseria, Mattia! Che ci fai tutto nudo?»Strepitò Giselle quando mi colse di sorpresa.

«Io...Sto...Sto andando a fare la doccia!" Balbettai confuso, affrettandomi ad entrare in bagno.

*

A scuola, mi aspettava l'unica materia che detestavo. L'ora di educazione fisica. Avevo sempre sostenuto dovesse far parte delle materie facoltative.

Quel giorno, avremmo dovuto partecipare ad una gara di nuoto, che io ero riuscito a rimandare per ben due volte ma che ormai era diventata inevitabile. La prima volta avevo finto un mal di stomaco fulminante, passando tutta l'ora in infermeria con la signorina Robinson. La seconda, invece, avevo mentito dicendo di avere un problema alla schiena, così mi ero seduto sul bordo della piscina con le gambe a penzoloni nell'acqua per tutto il tempo.

Soltanto io ero a conoscenza di quanto detestassi nuotare nell'acqua alta. Sarà stato per la mia squilibrata mania di controllo, che stare in acqua senza poggiare i piedi per terra mi mandava in assoluto panico. Nella mia vita ero riuscito a nuotare soltanto poche volte e solamente in compagnia di mio nonno che mi stava accanto per tutto il tempo.

Alla fine mi ero abituato all'idea di dover affrontare quella dannata gara in qualche modo e speravo soltanto di essere in grado di cavarmela.

Nella piscina della scuola si trovavano già diverse classi, il che mi faceva sentire ancora più a disagio di quanto non fossi già. Non mi serviva un pubblico pronto a testimoniare di come fossi annegato da solo nel giro di qualche minuto.

Daniel era appena uscito dall'acqua e si era sfilato gli occhialini scuotendo i capelli.
Mentre mi trovavo ancora seduto ad aspettare la mia condanna, non riuscii a non seguire con gli occhi le goccioline d'acqua che si facevano strada sul suo petto fino ad arrivare all'addome asciutto e definito, per poi proseguire sempre più in basso e morire sul suo costume da bagno color corallo.

Ringraziai il cielo di avere avuto addosso l'accappatoio, o la brama che avevo avuto di lui in quel momento non sarebbe rimasta segreta a nessuno.

Per ironia della sorte, proprio in quell'istante, sentii chiamare il mio cognome ad alta voce. Presi del tempo prima di spogliarmi e avvicinarmi alla postazione numero tre.

Guardavo l'acqua, di un blu intenso. Al tempo stesso iniziavo a percepire i battiti del mio cuore come tamburi, andare sempre più veloci. Al suono del fischio, mandai giu la saliva, chiusi gli occhi e mi buttai senza pensarci due volte.

In un primo momento sembrava me la stessi cavando riuscendo a mantenere la calma, ma dopo soltanto pochi metri, iniziai a sentire mancarmi il fiato. Ingoiai dell'acqua. Il sapore del cloro bruciava in gola. Sentivo il petto implodere, la pelle andare a fuoco. Avevo perso il controllo.

D'un tratto sentii un braccio afferrarmi da dietro e portarmi fuori da quell'inferno senza fiamme.

Quando uscii dalla piscina restai disteso a terra per alcuni minuti. Tossii e sentii la necessità di rimettere, ma ebbi abbastanza decoro da non farlo.

Mi sfilai gli occhialini e quando aprii gli occhi mi ritrovai Daniel chinato con i gomiti sulle ginocchia alla mia altezza, assieme ad una miriade di altri volti dietro di lui intenti a fissarmi.

«Sto bene!» Cercai di tranquillizzarlo, tra un colpo di tosse e l'altro.

«Grazie per il salvataggio, Fox.» Disse il signor Ross rivolgendosi a Daniel. «Mattia... La prossima volta partiremo dalle basi. E ora tutti via da qui! Non è morto nessuno! I prossimi...»Esclamò agitando il braccio in cui teneva la cartella, dove molto probabilmente mi era stato attribuito il voto più basso in tutta la storia della Burlington.

«Volevi per caso suicidarti? Idiota.» La sua bocca si piegò in un mezzo sorriso.

Poco più tardi, quando la lezione terminò, non mi affrettai ad entrare nello spogliatoio. Era molto affollato, e le docce erano tutte occupate, così indossai l'accappatoio e restai sulla panca vicino al bordo della piscina per un pò a guardare l'acqua muoversi lentamente. Ripensai a come Daniel mi avesse guardato nell'attimo in cui dalle sue labbra venne fuori la parola "idiota", e al modo in cui la mia mente l'aveva tramutata all'istante, come mi aveva detto lui, in un "ti amo".

Dopo alcuni minuti entrai nello spogliatoio che era rimasto praticamente vuoto. Mi levai l'accappatoio e il costume, girai a destra verso il muro di piastrelle blu, ruotai la manovella più di una volta e lasciai che l'acqua calda scorresse su di me.

«Ancora qui?» Dopo qualche secondo la voce di Daniel mi colse di sorpresa. Era completamente nudo. Se fosse stato possibile, avrei voluto sottrargli ogni pezzo del suo corpo e farlo mio.

I suoi addominali scolpiti sullo stomaco, le vene leggermente rigonfie sulle braccia, i pettorali perfettamente definiti, le gambe atletiche.

Daniel sorrise, indietreggiò e scomparì dietro la parete in un batter di ciglia.

Quando sentii il rumore metallico di chiavi girare nella serratura, capii cosa doveva aver in mente. Io rimasi immobile sotto il flusso d'acqua calda.

Non mi sarei sottratto a quello che il destino aveva in serbo, ma non avrei fatto nemmeno un ulteriore passo verso il peccato.

Sarei rimasto lì, ad attendere che il tempo facesse il suo corso.

AMORE89Where stories live. Discover now