6

201 8 0
                                    






                                               ~




Il giorno seguente  Perla non vide Charlotte a scuola. Stessa cosa il giorno dopo e quello dopo ancora, fino alla fine della settimana.

L'aveva notata strana e il suo sguardo era disperso, spento e ciò che la preoccupava maggiormente era proprio che Alexander le avesse potuto fare qualcosa di brutto.

Jack anche aveva notato la medesima situazione, ma non sapeva cosa fare per tentare di tirarla su di morale.

Non sapevano che cosa fosse successo alla loro amica. Non ne avevano la minima idea, nonostante il sospetto per Alexander. Ma non c'era ancora niente di fondato.

Però quando la vide l'ultimo giorno della settimana, il venerdì, già seduta in classe, l'unica in quella stanza alle otto del mattino, rimase spiazzata.

<<Charlotte>> spalancò le labbra.
Si avventò su di lei, abbracciandola per poi controllarle la faccia.

Deglutì <<Cosa ti è successo, Lotti?>>

Charlotte la guardava negli occhi, ma il suo sguardo era assente ed era con la mente altrove. Stava male, era ovvio.

Perla le scosse bruscamente le spalle, risvegliandola dal suo sogno ad occhi aperti. O forse dal suo incubo.

<<Parla. Perché non ti sei fatta vedere in questi giorni? Non ti sei fatta sentire. Non rispondevi alle mie chiamate. Che è successo?!>>

La ragazza sospirò, abbassando lo sguardo <<Non capiresti, Perl.>>

<<Fammelo capire tu! Sono seriamente preoccupata per te.>>

Charlotte scosse il capo, trattenendo le lacrime. <<Mi dispiace, ma proprio non riusciresti a comprendere>> delle lacrime la tradirono.

Perla strinse le labbra in una linea sottile e dura. La prese per il braccio, andarono nel bagno e la incitò a parlare.

<<Per favore, Lotti. Dimmi che cos'hai! Voglio aiutarti.>>

Alla fine cedette, scoppiando a piangere e abbracciandola. Perla le carezzò le spalle. Si sentì amareggiata. Impotente.

<<Alexander>> singhiozzò.

Perla scattò <<Cosa? Che ti ha fatto?!>>

Charlotte inspirò dell'ossigeno, tentando di regolarizzare il suo respiro <<Abbiamo fatto sesso e poi mi ha lasciata.>>

Le caddero le braccia lungo i fianchi, fissandola incredula. Nei suoi occhi la fiamma stava ardendo, aumentava sempre di più.

<<Che cosa ti ha detto?>> chiese stringendo i pugni e contraendo la mascella.

Singhiozzò, sentendosi debole e tremendamente triste <<Mi ha dato della puttana e non mi ha detto altro.>>

<<Io lo ammazzo>> si voltò, dandole le spalle e avanzando a grosse falcate fuori dal bagno.

Charlotte le corse dietro, bloccandole il braccio <<Perla! Non lo fare, ti prego.>>

Perla la fissò stralunata <<Stai scherzando?! Quel puttaniere di merda ti ha usata per i suoi scopi e non vuoi che io lo faccia a pezzi?!>>

<<Ti prego, basta! Fallo per me. Abbracciami, ho bisogno della mia migliore amica>> la supplicò.

Sospirò, sentiva tutto il suo dolore. Le vennero le lacrime agli occhi e la strinse in un forte abbraccio.

Alexander Where stories live. Discover now