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Perla come di consuetudine stava andando a scuola in ritardo e quella volta aveva deciso di prendersela con comodo. In ogni caso non le era mai interessato il parere che i professori avevano su di lei.

Quella mattina si era alzata tardi perché non aveva chiuso occhio per quasi tutta la notte a causa di quello che era successo la sera precedente con Alexander.

Alla fine aveva chiesto a Michael di riaccompagnarla a casa con una pessima scusa inventata sul momento, ma non aveva avuto la forza di spiegargli che non voleva più continuare con quella farsa che c'era tra loro due. Non aveva potuto per via dei troppi pensieri che avevano percorso la sua mente come fiumi in pieno scorrimento.

Oggi però doveva dirglielo e se lui non fosse stato d'accordo con la sua decisione... beh, sarebbero stati affari suoi, a lei non importava molto.

Ciò che le interessava davvero era poterla smettere di cercare in ogni modo di attirare l'attenzione di un ragazzo che non aveva avuto neanche il minimo tatto nei suoi confronti, neanche la più piccola delle considerazioni, perché a lui non importava se lei gli fosse stata vicino.

Quello a cui lui importava di più era se stesso e nessun'altro, o almeno era quello che lasciava pensare alle persone e Perla era una di quelle.

Da ora in avanti avrebbe imparato a ignorarlo e fare finta che nulla di tutto quello che era successo tra loro due fosse mai esistito. Era la cosa giusta da fare.

Una volta giunta davanti alle porte della sua scuola, una tremenda idea le passò per la mente. Dopotutto, quel giorno i suoi genitori non erano a casa, anzi, non c'erano mai per via delle loro nuove 'relazioni' con persone che né Perla né Daphne avevano mai visto, perciò non sarebbe stato un gran problema se lei decidesse di saltare le lezioni per una volta.

Suo padre in particolare, non si preoccupava più di ciò che faceva Perla, neanche si era più chiesto come stessero messi i suoi voti scolastici. Il che era un gran vantaggio per lei. Niente più punizioni, niente più restrizioni, niente più litigi inutili e soprattutto, niente più oppressioni.

Niente di niente.

In un certo senso era libera dopo la loro separazione, poteva fare quello che voleva.

Avrebbe parlato con Michael un'altra volta, non importava. Quel giorno non aveva proprio voglia di presentarsi a scuola e magari ritrovarsi proprio davanti ad Alexander. Non era completamente pronta, ma lo sarebbe stata con un po' di tempo.

Per il momento era meglio, per il suo bene, evitarlo totalmente.

Voltò le spalle e tornò indietro.

Voleva godersi quella mattinata in pace e tranquillità, mise alle orecchie un paio di cuffiette e dalla sua playlist avviò Meddle About di Chase Atlantic e subito si sentì meglio. Si osservava intorno nel frattempo e notò alcuni ragazzi che, in ritardo come lo era stata lei poco fa, correvano a perdifiato con la speranza che non chiudessero i cancelli della scuola.

Sospirò e guardò in alto verso il cielo ricoperto di nuvole grigie e ispide. Forse avrebbe dovuto portare un ombrello con sé perché molto probabilmente di lì a poco avrebbe cominciato a piovere a dirotto.

Un vento gelido le scompigliò i capelli e la fece rabbrividire per il freddo.

Se solo avesse avuto una macchina a quest'ora sarebbe già per strada diretta verso l'ignoto, forse sarebbe potuta andare al mare e ascoltare il suono delle onde che si scontravano violentemente sugli scogli, chi lo sa. Al momento non sapeva cosa fare, semplicemente vagava come una trottola senza una meta precisa.

Alexander Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora