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Era sabato mattina. Un sabato in cui si sarebbe annoiata da morire. Il primo sabato in cui sarebbe rimasta rinchiusa in casa a studiare per tentare di recuperare l'inevitabile.

Stava studiando scienze, l'unica materia che era sicura di poter recuperare facilmente. Per chimica, fisica e matematica doveva cercare qualcuno che le facesse ripetizioni. Che l'aiutasse e che avesse tanta, anzi, un'infinita pazienza nei suoi confronti.

Non sarebbe stato facile. Per niente.

Aggiungendo anche la rabbia che ancora non si era dileguata dal giorno prima, poteva ritenere quella giornata come il lunedì. Ed era grave se paragonava un giorno del weekend al lunedì.

Sbuffò, ripetendo da capo gli argomenti di scienze. La settimana prossima avrebbe avuto un'interrogazione che l'avrebbe aiutata a recuperare.

Quella sera Daphne sarebbe uscita con le sue amiche. Andranno a ballare e poi come di consuetudine, andrà a dormire da una di loro.

Ormai era tutto ciò che faceva ogni fine settimana. Perla era fin troppo fortunata sé la facevano rincasare a mezzanotte, figurarsi mandarla in discoteca dopo tutto il disprezzo che i suoi genitori provano per lei.



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<<Come sarebbe a dire?>>

<<Vieni anche tu! Ci sarà anche Jack e altri nostri amici.>>

Erano ormai le quattro di pomeriggio, e Perla era distesa sul letto con le gambe in alto poggiate al muro.

Aveva finito di studiare dopo tanto tempo e adesso stava parlando con Charlotte riguardo la sua serata. Anche lei aveva intenzione di andare a ballare con Jack. Solo che le mancava la sua migliore amica, perciò stava tentando di convincerla.

Perla sbuffò. Si mise a sedere, aprendo la finestra e sporgendosi di fuori. Si resse con i gomiti sul davanzale.

Fortunatamente non abitava agli ultimi piani. Non tollerava molto l'altezza. Soffriva di vertigini.
Si trovava al secondo piano e la sua finestra era posta perfettamente davanti a un albero dai rami sporgenti.

Tutte le volte che la apriva per far arieggiare la stanza, qualche foglia entrava nella sua stanza posizionandosi sul letto.

Guardò in basso, poi spostò la sua attenzione sull'albero. <<Non lo so, Charlotte. Come faccio? Sono in punizione.>>

Charlotte sospirò esausta <<Vai a convincere tuo padre. Hai studiato perciò potrebbe lasciarti andare almeno per questa sera.>>

Perla alzò gli occhi al cielo <<Magari fosse così semplice. È irremovibile quando si tratta dei castighi. E guarda caso ci finisco sempre io. Chissà perché?>>

Ci fu un momento di silenzio. Un'idea malsana impossessò la mente della ragazza. Subito la scacciò via. Sarebbe finita peggio che in punizione.

<<Esci di nascosto.>> Charlotte diede vita alla sua idea.

<<Ci stavo pensando adesso, ma è una brutta idea.>> Morse il labbro. Non sapeva cosa fare.

<<E allora? Cos'hai da perdere? Tanto sei già in punizione. Il massimo che possono farti è allungartela di un'altra settimana.>>

<<Pensi che per questa volta vale la pena rischiare?>>

<<Senti, io sono stata a casa tua tante, anzi, troppe volte. E so che sarebbe semplice poter scavalcare dalla finestra e scendere dai rami dell'albero senza farti un graffio.>>

Alexander Where stories live. Discover now