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<<Colin, ma quale sorpresa!>> ridacchiò, andando a braccetto per i corridoi.

Colin le pizzicò la punta del naso <<Allora Lupin, qualche novità?>>

Erano ormai passate due settimane e presto Perla avrebbe avuto la verifica di matematica. Se sarebbe riuscita a recuperare almeno quella, molto probabilmente l'avrebbero scagionata e perciò avrebbe potuto riprendere ad uscire senza dover scappare dalla finestra di nascosto.

Alexander fortunatamente mantenne la sua promessa e nonostante avesse voluto molte, anzi, miliardi di volte staccarle la testa dal collo per poi riattargliela, riuscì a passarle quelle informazioni che lei non aveva mai compreso.

Lei ed Ethan, il fratello minore di Alexander, si odiavano palesemente. Non riuscivano a sopportarsi a vicenda e non trovavano mai un punto d'incontro per creare perlomeno una tregua.

Era peggio del Watkins maggiore.

Perla sorrise <<Tra poco uscirò dalla punizione!>>

Charlotte e Jack rizzarono le orecchie, meravigliandosi delle parole appena pronunciate.
<<Che stai dicendo?>> chiesero entrambi all'unisono.

<<Se riesco a recuperare almeno matematica, posso uscire di nuovo.>>

Charlotte si accigliò <<Ma se non capisci niente di matematica... come hai fatto? Chi ti ha dato una mano?>>

Perla alzò le spalle indifferente <<Ho chiesto un piccolo favore a Watkins. Abita proprio di fronte al mio palazzo, perciò ne ho approfittato.>>

Colin inarcò un sopracciglio, poco convinto.
<<Non mi piace quel tipo>> le circondò il collo col braccio, stringendola più a sé.

<<Ha ragione lui. Ti sei forse dimenticata di quello che ha fatto a Charlotte?>> protestò Jack, incupito.

Charlotte ascoltò attenta la conversazione. Lei in fin dei conti se ne era dimenticata e non ci aveva più pensato. <<Per quanto non m'importi granché di quel ragazzo, hanno ragione Perl. E se avesse qualche cosa in mente? Tu stessa mi avevi avvertita di stare attenta...>>

Perla sospirò esasperata, alzando gli occhi al cielo.
<<Siete stressanti! Lotti, la tua era una situazione differente: a te lui piaceva. A me Alexander non interessa minimamente, quindi fate sogni tranquilli.>>

<<Tu potrai anche essere prudente, ma non potrai mai sapere la sua prossima mossa. Sta' attenta>> l'avvertì Colin, sorridendole flebile.

Perla si accigliò. <<Ragazzi! Non è mica la fine del mondo. Mi sta solo dando una mano a studiare. Se qualcuno di voi non mi avesse abbandonata quando ne avevo bisogno a quest'ora lui non mi starebbe facendo da insegnante. Perciò prendetevela con voi stessi.>> Si voltò verso Colin, sorridendogli <<Ovviamente non ce l'ho con te, Colin.>>

<<Perla ma->> Jack venne interrotto.

<<Jack, se dici ancora una parola fuori posto, la tua felpa la butto nel camino.>>

<<No! Perla, per favore, abbi pietà. Sono solo preoccupato!>>

Maledisse lei e la sua boccaccia. Poteva starsene zitta e basta. <<Beh, non ce n'è bisogno! È tutto sotto controllo.>>



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<<Oh...>> Ethan la squadrò irritato, lasciandole il via libera nella loro dimora. Sbuffò <<Sei solo tu.>>

Perla sorrise falsamente <<Sai che sei più irritante di tuo fratello?>>

Ethan inarcò un sopracciglio. <<Lockwood, sai che sei più simpatica quando stai zitta?>> imitò la sua voce stridula, mandando la ragazza con i nervi a fior di pelle.

<<Per caso ce l'hai una ragazza?>> chiese con acidità.

Assunse una smorfia sprezzante <<Tsk, certo che no. A che mi serve una sola ragazza quando ne posso avere quante voglio?>>

Perla alzò gli occhi al cielo <<Prima o poi incontrerai quella che ti farà mettere i piedi a terra.>>

Ethan scoppiò a ridere <<Sei veramente stupida. Come fa mio fratello a sopportarti?>>

<<Per tua informazione non siamo amici. La nostra è solo una tregua momentanea finché non riuscirò a recuperare i voti. Fino a quel momento la situazione è questa>> alzò le spalle indifferente.
<<Ci vediamo, permaloso>> salì su per le scale.

Il ragazzino imprecò sotto voce. Non vedeva l'ora che il momento in cui non si sarebbe più presentata in casa loro sarebbe arrivato.

Perla spalancò la porta della camera di Alexander, senza neanche bussare. Ormai sapeva perfettamente la strada, perciò non aveva bisogno di aspettarlo in salotto per poi salire insieme.

Purtroppo però avrebbe fatto meglio ad aspettarlo ancora un momento.
Strabuzzò gli occhi, trovandolo a torso nudo e con solo un paio di pantaloni della tuta grigi.

Spalancò le labbra, arrossendo di colpo. Era un ammasso di muscoli. Non era possibile avere il busto così grosso, le braccia enormi, l'addome scolpito come il marmo a soli 17 anni. Ogni suo muscolo fletteva ad ogni suo movimento e Perla ne rimase segretamente affascinata e non lo sopportava proprio.

Alexander ghignò divertito del suo cambiamento improvviso d'espressione.
<<Non è più di usanza bussare prima di entrare in una stanza eh, Lockwood?>> ridacchiò.

Perla deglutì un groppo in gola. Tentava in tutti i modi di distogliere lo sguardo dal suo corpo, ma erano incollati come calamite.

<<Cosa c'è, ragazzina? Ti piace quello che vedi?>> la provocò, avvicinandosi lentamente.

<<P-potresti metterti una maglietta?>> chiese titubante, portando finalmente gli occhi sul suo volto.

Inarcò entrambe le sopracciglia, grattandosi col medio la punta del naso. <<Credo proprio di no.>>

Perla sbuffò infastidita, arrossendo ancora. <<Perfavore!>>

<<Non riesci a resistermi?>> la sovrastò con la sua altezza.

Lo guardò negli occhi, notando le pupille dilatate e riuscì a vedere il suo riflesso.
Boccheggiò. <<M-me ne vado>> gli diede le spalle e spalancò la porta, pronta a superarne la soglia.

Alexander alzò gli occhi al cielo, bloccandole il polso e tirandola indietro, richiuse la porta e la guardò sospirando silenziosamente.
<<Quando ti ci metti sei proprio frustrante...>>

Perla scosse il capo, trattenendo un bel 'vaffanculo' da lanciargli. Si sedette sulla sedia della scrivania e ci posò bruscamente i libri.

L'affiancò, dopo essersi messo la maglietta e la guardò seccato. <<Se ti distrai anche solo per un secondo, ci vediamo alla prossima 'lezione'. È chiaro?>>

Annuì prontamente, riprendendo il controllo delle sue emozioni e rizzò le orecchie per fare molta attenzione alle sue spiegazioni.

Alexander Where stories live. Discover now