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Appena misero piede in casa, sentirono un profumo allettante aleggiare nell'aria.

Perla spalancò gli occhi, ricordandosi solo in quel momento di aver messo i biscotti in forno.

<<Cos'hai cucinato?>> chiese con voce roca e strozzata Alexander, ancora dolorante e una volta che Perla lanciò le chiavi di casa sul mobile, lo trasportò veloce verso il divano, facendolo sedere.

Non gli diede risposta e corse a perdifiato in cucina, spegnendo subito il forno e tirando fuori i suoi magnifici biscotti.

Sono perfetti.

Fortunatamente non si bruciarono. Per una volta in tutta la sua vita poteva dire di essere stata non fortunata, molto più che quello.

Ci doveva essere per forza lo zampino di qualche spirito divino o un angelo custode, chissà...

Si pulì le mani con uno straccio e quando si voltò per andare da Alexander, se lo ritrovò proprio a pochi centimetri di distanza e per poco non inciampò contro di lui.

S'infuriò ancora di più. No, la rabbia di poco fa non le era ancora passata e non se la sarebbe fatta passare finché non le avrebbe dato spiegazioni.

Mise le mani sui fianchi, guardandolo accigliata <<Cosa ci fai qui? Ritorna sul divano!>>

Alexander incrociò le braccia al petto, torreggiando su di lei <<Ho fatto a botte, non sono malato. Quindi posso fare quello che voglio.>>

Per poco non le uscì del fumo dalle orecchie <<Ti devo medicare, perciò vatti a sedere e non farmi perdere quella poca pazienza che mi è rimasta!>>

Lo superò, dandogli una spallata e si recò in bagno, prendendo il kit del pronto soccorso. Ritornò in salotto e con grande sollievo lo ritrovò seduto dov'era prima a gambe divaricate e con le braccia conserte.

Sospirò, sedendosi al suo fianco e aprendo la scatola. <<Senti... n-non ho mai- beh hai capito.>>

Alexander la scrutò con un lieve sorriso ad increspargli le labbra. <<Non ti preoccupare>> disse solamente, continuando ad osservarla.

Aveva paura di procedere nella maniera più spregevole o causargli ulteriori danni nelle ferite.

Col timore in gola, prese del disinfettante e del cotone. Lo guardò negli occhi, incerta. <<Se ti faccio male o altro dimmelo... per favore.>>

Lui annuì, prendendo il labbro tra i denti e preparandosi al prossimo bruciore a venire.

Perla prese un profondo respiro e iniziò a tamponare con la mano tremante sulle ferite. Il più delicata possibile.

Era concentrata e se si fosse distratta... non lo sapeva neanche lei, aveva solo paura.

<<Ti faccio male?>> chiese, guardandolo di sottecchi negli occhi.

Alexander non aveva distolto lo sguardo da tempo e continuava a guardarla con quel luccichio negli occhi che lei non seppe spiegare cosa fosse. <<Perché mi aiuti?>>

Si fermò per un secondo, con gli occhi puntati sulla piccola ferita sopra il sopracciglio, che stava tamponando, come a pensare ad una eventuale risposta.

Non lo sapeva neanche lei.

Poi incontrò nuovamente i suoi occhi, rimanendo il più fredda e distaccata possibile per quanto potesse.
Si leccò le labbra e Alexander seguì quel piccolo movimento, non staccando lo sguardo da esse.

Alexander Where stories live. Discover now