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<<Mamma.>>

Perla doveva andare a scuola e anche in fretta, poiché si trovava in estremo ritardo, ma prima aveva bisogno di parlarle.

La sera prima avevano rincasato tardi e il motivo rimase sconosciuto sia a lei sia a Daphne.

<<Cosa c'è?>> chiese scocciata. Ultimamente era di cattivo umore. Sbuffava spesso e quando trovava una minima imperfezione all'interno di quella casa, la rendeva grave.

<<Dopo scuola posso andare a casa di un amico?>>

<<Chi sarebbe questo tuo 'amico'?>> incrociò le braccia al petto, scrutandola attentamente.

<<Alexander Watkins... abita proprio al palazzo qui di fronte>> disse titubante.

Inarcò un sopracciglio <<E perché dovresti andare a casa dei Watkins?>>

Perla fu messa in contropiede dal suo tono sprezzante e insospettito. Per caso conosceva qualcosa che lei non sapeva?

<<Ehm... gli ho chiesto di aiutarmi per recuperare fisica e matematica. Lo sai bene che non le capisco e ne Jack ne Charlotte vogliono farmi da insegnanti.>>

La signora Lockwood assottigliò lo sguardo. Da sua figlia poteva aspettarsi di tutto. Qualsiasi cosa. Persino quella impensabile.

<<Se rimani incinta quello sarà un problema tuo. Probabilmente tuo padre ti caccerà di casa.>>

Perla strabuzzò gli occhi, le labbra si dischiusero. Stava dicendo sul serio? Davvero la disprezzava a tal punto?

Le aveva dato della poco di buono. Questo era sicuramente il significato nascosto all'interno delle sue parole davvero incredibili.

Inorridì, scuotendo la testa. <<Tranquilla, mamma. Useremo il preservativo>> uscì, sbattendosi la porta alle spalle e trattenendo quell'amaro che si faceva spazio in gola.

Doveva rassegnarsi. Non c'era altro modo per evitare di star male. Per cosa, poi? Per delle persone che non la consideravano affatto.

Che storia commuovente.

Replicava ironicamente, stando al 'gioco'. Ed ogni volta che rispondeva in quella maniera i suoi genitori aprivano la bocca solo per farci entrare le mosche.

Se ci fosse stata Daphne in quel momento ad assistere alla loro conversazione, di certo non avrebbe esitato neanche per un istante a inoltrarle accuse o derisioni provocatorie.


~


Charlotte quel giorno aveva saltato le lezioni e non era sola. Era in ottima compagnia perciò Perla non aveva bisogno di preoccuparsi.

Ovviamente aveva ben pensato di abbandonarla a una di quelle lezioni deprimenti, solo per passare delle ore intere con il suo amato Richard.

Si erano messi insieme. Sin da subito si piacquero, dunque non persero tempo.

Perla non aveva mai parlato a nessuno dell'episodio accaduto quel sabato sera in discoteca.

Non aveva avuto il coraggio di confessarlo ai suoi due ed unici migliori amici... e fortunatamente anche Alexander parve aver mantenuto quel 'segreto', almeno per il momento.

<<Perla, c'è un ragazzo che chiede di te>> la informò Aria, una sua compagnia di classe, che la riscosse dai suoi pensieri.

Si accigliò. Chi la stava cercando? Probabilmente Jack, poiché c'era la pausa tra le lezioni.

Oppure Alexander... Per un momento era convinta che fosse lui. Forse per chiederle verso che ora doveva venire a casa sua per l'aiuto che sotto 'ricatto' le stava fornendo.

Ma non fu così, perché fuori dalla classe riconobbe una chioma fulva spiccare tra tutti quei ragazzi dai capelli bruni o biondi.

Strabuzzò gli occhi una volta incontrato il suo sguardo. <<Colin? Che ci fai qui?!>> chiese stupita.

Colin sorrise, circondandole il collo col braccio. <<Lupin, da quanto tempo... Avevo voglia di vederti.>>

Perla inarcò un sopracciglio, guardandolo dubbiosa. <<Strano. Di solito nessuno viene mai a cercarmi se non Jack o Charlotte...>>

<<Dunque ti ho fatto una sorpresa!>> rise divertito.

<<Beh... una cosa del genere>> si unì a lui.

Uscirono in cortile, sedendosi poi sulle scale.

<<Che fine avevi fatto l'altra sera?>> chiese Colin, cambiando argomento.

Perla s'irrigidì, puntando lo sguardo nel vuoto, ricordando per un momento del bastardo, della sua insistenza e poi di Alexander, di quando l'aveva salvata da un destino tragico. Esitò <<Ehm... sono tornata a casa. Mi sono sentita poco bene.>>

Colin la scrutò, prendendole il mento e facendole portare lo sguardo nei suoi occhi. Non era così certo di quello che gli aveva appena rivelato. <<Ne sei sicura?>>

<<S-sì... perché lo chiedi?>> chiese guardandolo nei suoi occhi. Quel verde sprigionava scintille alla luce del giorno.

Alzò le spalle <<Te lo si legge in faccia.>>

<<Sei per caso un sensitivo?>> assottigliò lo sguardo, sorridendo giocosamente.

Colin inarcò le sopracciglia, ghignando divertito. <<Può darsi. Chi dice che non possa essere così?>>

Perla rise, gli diede un innocuo schiaffo sulla spalla.

<<Non mi hai fatto neanche un graffio...>> sorrise genuino.

Scosse il capo, mordendosi il labbro <<Sei simpatico...>>

Colin si portò una mano all'altezza del cuore <<Lo so. Me lo dicono in molti. Il mio è un talento naturale.>>

Perla sorrise, aggrottando la fronte <<Abbassa quell'autostima.>>

<<Assolutamente no!>> Le pizzicò la punta del naso tra le dita e Perla si ritrasse, spintonandolo dal braccio.

<<Ma che fai?!>> continuò a ridere. Improvvisamente il suo umore era cambiato.

<<Nulla. Ti sto stuzzicando...>> ghignò malizioso.

Perla sospirò sorridendo. Spostò lo sguardo altrove, notando molti gruppi di studenti separati ognuno per i fatti propri.

Stava per riportare la sua attenzione sul ragazzo seduto al suo fianco, e incontrò quegli occhi glaciali fissarla intensamente.

Una fitta profonda e sconosciuta si fece spazio nello stomaco. Dischiuse le labbra, guardandolo da lontano. Sentì il cuore batterle forte, se lo sentiva nei timpani.

Aggrottò la fronte... Perché la stava guardando? E poi in quel modo. Il suo non era uno sguardo annoiato e tranquillo, no. Era tutt'altro che lei non comprese.

Alexander contrasse la mascella, infuocando la figura del ragazzo sedutale accanto e interruppe quel contatto visivo.

Perla si sentì mancare e per un momento aveva perso il respiro.

Alexander Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora