Prologo

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Il liquido freddo e amaro che scivolava lungo la sua gola era lo stesso che ogni sera, da tre anni, riusciva a dargli la carica giusta per affrontare il suo lavoro.
Essere il titolare di un nightclub serio non era certo un compito da dilettanti.
Hector Gauthier aveva passato anni a prendersi cura di ogni dettaglio per la realizzazione di quel locale -comunemente conosciuto con il nome di Ethereal-, promettendo a se stesso di non fargli fare la stessa fine di molti nightclub in giro per Houston. Tutto per Hector doveva essere sano e professionale, non tollerava i clienti molesti o in cerca di guai, né, tantomeno, che le figuranti di sala, le ballerine e le spogliarelliste venissero in qualche modo derise o violate.
Era stata per l'appunto la sua professionalità a far divenire l'Ethereal il locale più celebre e raffinato di tutta Houston. Le attività al suo interno variavano da sera a sera, i clienti potevano fermarsi per un semplice drink in compagnia o assistere alle performances delle ballerine, il tutto nel completo rispetto delle regole.

Quel venerdì sera di marzo, Hector sembrava non avere un attimo di tregua. Il suo assistente Edgar si era dato malato, dunque toccava a lui gestire gli affari interni del locale. Solitamente si occupava delle varie scartoffie burocratiche, veniva a conoscenza di tutto ciò che accadeva nel locale in tempo reale, certo, ma quasi mai si trovava a stretto contatto con i clienti.

Nelle ultime due ore aveva parlato con almeno una dozzina di persone interessate a lavorare lì. Si ritrovò a pensare più volte tra sé e sé che Edgar, al contrario di come aveva spesso immaginato, doveva essere dotato di una grande pazienza, tanto quanto lui.

«Vede, signor Gauthier, io non sono soltanto forza e muscoli. Io ho un cervello, proprio qui» disse con fierezza il terzo ragazzo interessato al ruolo di buttafuori, picchiettando l'indice sulla tempia, «sono convinto che per fare il buttafuori serva anche un certo intelletto.»

«L'intelletto è l'ultima cosa che serve per fare il buttafuori. Ad ogni modo, le farò risapere. Buona serata.» rispose, scribacchiando un chiaro e leggibile "assolutamente no" accanto al nome del ragazzo con cui aveva appena finito di parlare.
La musica arrivava in maniera quasi impercettibile alle sue orecchie, grazie alle mura spesse che separavano l'interno del locale dal suo ufficio al piano di sopra.
Aveva decisamente bisogno di una pausa.

Aspettò che il ragazzo uscisse dalla stanza, poi chiuse con un colpo secco l'agenda, alzandosi e arrotolandosi le maniche della camicia bianca fin sotto il gomito. Prese poi il suo fedele bicchiere di whisky prima di uscire dal suo ufficio, richiudendo la porta a chiave dietro di sé.
Si incamminò al piano di sotto, scendendo le scale in marmo nero mentre osservava l'atmosfera che aleggiava nel nightclub.

Persone sedute al bar, altre in pista a muoversi a tempo di Piece of me di Britney Spears, altre ancora a godersi lo spettacolo delle ballerine di pole dance e delle spogliarelliste. Tutto andava come doveva andare, nessun intoppo, nessun fastidio.

𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐌𝐈𝐃𝐃𝐋𝐄 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓 ⋆ Tom HiddlestonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora