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Il corridoio dei camerini era illuminato da luci a led color bianco perla, molte delle spogliarelliste facevano avanti e indietro mentre chiacchieravano in attesa del loro turno, ognuna di esse sorpresa di vedere il loro capo lì. Sulle loro facce si leggeva la giustificata confusione, Hector andava davvero raramente lì dietro e di solito quando accadeva non significava nulla di buono.

Ma stavolta le motivazioni erano tutt'altre, e per un attimo lui stesso si ritrovò in uno stato di confusione mentale sul perché si trovasse lì, ad un passo dal camerino comune in cui non avrebbe messo piede senza aver prima avuto il permesso.

Le nocche del suo indice e medio bussarono contro il legno colorato di bordeaux della porta a cui stava accostato leggermente girato su un lato. Le spogliarelliste non bussavano mai quando dovevano utilizzare lo stanzino, dunque Monika capì subito che si trattava di qualcuno di esterno a quell'ambito.

«Signor Gauthier...? C'è qualche problema?» chiese subito Monika, affacciandosi all'esterno senza mai aprire interamente la porta.

«Nessun problema, Monika. Vorrei parlare un secondo con Valerie, se è possibile.» le disse con la sua solita fermezza. Al che la bionda annuì, seppur un po' titubante, scomparendo dietro l'uscio prima di ricomparire l'attimo dopo con la diretta interessata al suo fianco -ricoperta da una vestaglia in seta blu- che uscì ritrovandosi davanti Hector. Sembrava piuttosto preoccupata.

«Voleva parlarmi?» a quella domanda, Hector si immobilizzò sul colpo. Che avesse bevuto un paio di bicchieri in più rispetto al solito era evidente, ma addirittura da fargli avere queste uscite così...insensate?
Non sapeva di cosa volesse parlarle. Probabilmente era arrivato lì con la semplice idea di congratularsi, eppure sembrava così strano adesso.

«Volevo dirti che sei stata molto brava. Ho notato la tua tensione appena salita sul palco, ma in qualche modo sei riuscita a farla scomparire in un battibaleno. Complimenti, Valerie. Speravo che un po' di apprezzamento riuscisse a darti una carica in più.» affermò dopo qualche secondo di silenzio, tirando un sospiro di sollievo dentro di sé. Si sentiva un po' impacciato, doveva ammetterlo. Si appuntò mentalmente di non toccare altro alcol per quella sera.

«La ringrazio, ma ho ricevuto un bel po' di apprezzamento se non l'avesse notato.» disse lei, rilassando il volto istantaneamente quando si accorse che Hector non era lì per farle una qualche ramanzina.

«Scortese da parte tua dare così poca importanza ai complimenti del tuo titolare.» le mani ampie di Hector scivolarono nelle tasche anteriori dei pantaloni neri che indossava, poi si lasciò ricadere su un lato fino a scontrarsi con il muro al suo fianco, appoggiandosi così ad esso.

Valerie fece una smorfia quasi sofferente, arricciando il naso come a pentirsi di ciò che aveva appena detto, «Giusto, diamine. Sono mortificata. È che-»

«Non c'è bisogno che ti giustifichi. Apprezzo la sincerità, e il fatto che non mi tratti costantemente come fossi un tuo superiore. A volte esserlo toglie tutto il divertimento.» ancora una volta, il viso di Valerie si addolcì assumendo un'espressione molto più rilassata. In ogni lavoro che aveva svolto si era presa fin troppa confidenza con i suoi capi e responsabili, ricevendo anche numerosi richiami. Hector però le sembrava il tipo di persona con cui poter liberamente scherzare, restando ovviamente rispettosa, senza timore di farlo arrabbiare. Anzi, adesso aveva addirittura appreso che lo divertiva.

𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐌𝐈𝐃𝐃𝐋𝐄 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓 ⋆ Tom HiddlestonWhere stories live. Discover now