4

91 19 0
                                    

—

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

"Va bene. Domani, a cena."
Quelle sue stesse parole che aveva rivolto a Hector prima di rincasare continuavano a fare avanti e indietro nella sua testa, senza riuscire a farle prendere sonno.

Era passata una buona mezz'ora da quando aveva salutato Althea, controllato che tutto in casa fosse al suo posto e contato i soldi che aveva guadagnato. E adesso era seduta a gambe incrociate sul divano, con una tazza di camomilla tra le mani, immersa nel buio del salotto con lo sguardo rivolto al soffitto. Per quanto fosse fisicamente esausta, il fatto che il giorno dopo avesse in programma una cena con il suo datore di lavoro non riusciva a farla stare tranquilla come desiderava. Non erano queste le cose che di solito la tenevano sveglia la notte, aveva avuto svariate cene con diversi ragazzi nel corso della sua vita e quasi mai aveva reagito in questo modo – a parte per il suo primissimo appuntamento e per quello con il suo ex ragazzo di cui una volta era follemente innamorata.

Immaginava che questa sua agitazione fosse dovuta al fatto che non si parlava di un semplice appuntamento con un ragazzo conosciuto in una biblioteca o su un'app di incontri scadente, bensì di una vera e propria cena con il suo attuale capo. Poteva avere diversi significati, eppure l'unica parola che le veniva in mente per definirla era "appuntamento". Non ne capiva il perché, se il suo intuito stesse cercando di inviarle qualche segnale o se semplicemente fosse più comodo utilizzare quella parola nella sua testa.

Ma non poteva certo comparare una semplice cena con il suo capo ad un appuntamento. Quell'idea le rimase nella testa per qualche minuto, fino a quando, con uno scossone del capo e uno sbuffo che le fece gonfiare le guance, non si convinse che stesse esagerando.

Era così, stava esagerando. Non tutte le cene con degli uomini volevano significare "appuntamento" o "relazione sentimentale (deludente) in vista". Hector voleva conoscerla allo stesso modo in cui lei voleva conoscere lui, avrebbero dovuto lavorare nello stesso luogo per chissà quanto tempo, sicuramente era andato a cena con ogni suo dipendente prima di lei.

Con questo pensiero si alzò finalmente dal divano, dopo aver finito di sorseggiare la camomilla che sperò l'aiutasse ad addormentarsi, per poi rifugiarsi nel suo letto e avvolgere un braccio attorno al corpicino di Marcus, profondamente e pacificamente addormentato.

Fu il rumore acuto e continuo del campanello a svegliare sia lei che il fratellastro la mattina seguente.
Si mise seduta con uno scatto, Marcus che cominciò subito a piangere e a strillare. Afferrò rapidamente il telefono, il quale segnava le 11, per poi lanciarlo svogliatamente sul letto e prendere questa volta il piccolo tra le sue braccia.

«Hai ragione tesoro, non è il modo di svegliarsi questo. Shh, shh.» sussurrò al suo orecchio, cullandolo mentre si dirigeva scalza alla porta, aprendo senza nemmeno controllare di chi si trattasse. Mossa ingenua, ma nella sua testa ancora si trovava nel mondo dei sogni.

«Buongiorno cara! Vi ho svegliato?» Lola. L'anziana non aspettò nemmeno l'invito per entrare, superando Valerie per dirigersi verso il salotto. Aveva un cesto in vimini tra le mani dalle quali proveniva un profumo delizioso di dolci fatti in casa.

𝐈𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐌𝐈𝐃𝐃𝐋𝐄 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓 ⋆ Tom HiddlestonWhere stories live. Discover now