12 capitolo

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Mancavano poche settimane a Natale e io ero stra felice. Mi piace quando la citta si colora di luci, addobbare l'albero e il presepe. E poi quella bella e strana sensazione che si prova mi fa sentire davvero felice.
"Papà quando facciamo l'albero di Natale?" chiesi. Io e Niall stavamo giocando a Tris su un pezzetto di carta mentre papà preparava la cena. "Ho vinto!" esclamò il biondo. Gli feci la pernacchia e poi papà iniziò a parlare
"Amore, l'albero dobbiamo ancora comprarlo" sbuffai incrociando le braccia al petto. "Io volevo farlo presto l'albero!" piagnucolò Niall "aspetta...in, mmh....in soffitta forse è rimasto un albero vecchio" disse papà pensieroso. Battei le mani sorridendo. "Papà posso prenderloo??" chiesi. "Certo:) Niall vai tu con lei va" disse papà. Presi il biondo dal braccio e lo trascinai. Arrivammo sul pianerottolo, sopra di noi c'era una botola ma serviva la scala per arrivarci. "Come si fa..?" chiesi. "Servirebbe la scala..." disse Niall grattandosi la testa. "Zayyn! Dové la scala??" gli urlò a papà. "Di fianco alla porta c'è un bottone, schiaccialo e scende da sola la scala" urlò papà. "Fico..." sussurrò Niall stupito schiacciando il bottone.
Salimmo su "Niall ci sono i ragni..?" chiesi paurosa. Ho paura dei ragni. "Spero di no santo cielo" rispose. "Anche tu hai paura dei ragni..?" chiesi divertita. "Chi non ha paura di quei cosi con le zampe lunghe?" scoppiai a ridere seguita poi da lui. Iniziammo a camminare per la soffitta con solo il cellulare di Niall che illuminava a mala pena piccole parti. Inciampai e caddi col sedere a terra. Mi maledì mentalmente "fatta male?" chiese il biondo correndo verso di me; però inciampò anche lui in un filo e cadde sopra di me. "Era meglio se stavi fermo" ridacchiai io. "Questo posto è una trappola ca...cacchio" disse. Annuì. Si alzò pulendosi i pantaloni e poi pulì il mio vestito dando leggere pacche alla gonna. "Grazie" ringraziai. Lui sorrise e riniziammo la ricerca dell'albero.
"Niall eccolo!!" esclamai indicandolo. "Finalmente!" lo prese in spalla e scesimo finalmente al piano terra. Arrivammo in cucina dove c'era mio papà impegnato col forno. Appena ci vide scoppiò a ridere. "Siete coperti di polvere!!" disse. Io e il biondo ci guardammo ridacchiando. Poi posò l'albero a terra "domani lo facciamo, okay?" mi chiese. Annuì. "Fatevi una doccia!" disse papà. Niall acconsentì poi mi prese in braccio. "Adesso ci facciamo una bella doccia, ho la polvere dove non dovrebbe essere" scoppiai a ridere.
Mi fece scendere e io andai in camera mia a spogliarmi. Presi dall'armadio l'accappatoio rosa e lo misi. "Pronta!" esclamai al biondo. "Aspetta, io sono pronto! Io devo fare la doccia" disse "anchio però!" "chi la fa per primo!?" chiese. "Io!" dissi. "No io!!" urlò. "Papàaa!!" urlai. "Che avete??" chiese papà dalla porta "Niall non mi vuole fare fare la doccia!!" dissi mettendo un broncio divertito. "E ma voglio farla io" piagnucolò Niall incrociando le braccia al petto. "Scherzate?" chiese papà ironico alzando le sopracciglia. "Okay, primo Elizabeth non è capace di lavarsi i capelli da sola" spiegò papà. "Quindi fatela insieme che vi devo dire? Ah! E Niall...falla con i boxer per piacere, grazie" disse prima di ritornare in cucina. Io e il biondo corsimo fino a in bagno e ci chiusimo dentro. "Dai lavati" disse ridacchiando. "Ma mi vergogno!!" esclamai. Lui alzò gli occhi al cielo "dai che viviamo insieme! Niente vergogna!" sbuffai. "Va bene! Mi giro!" alzò le mani e si girò dall'altro lato. Sorrisi soddisfatta e mi tolsi l'accappatoio prima di chiudermi nella doccia. Lui si mise nella vasca. "Quando devi lavarti i capelli dimmelo!" mi urlò. "Si si!" urlai a mia volta. Vedi la sua ombra, attraverso il vetro sfocato della doccia, uscire dalla vasca. "Niall, mi lavi i capelli...?" chiesi dolce. Lo sentì ridacchiare dall'altra parte "certo! Aspetta che mi vesto! Non vorrei scandalizzare una povera bambina" alzai le sopracciglia. Se intendeva quello che ho capito...santo cielo.
Quando finí aprì la mia porticella e si tirò su le maniche. "Mi passi lo shampoo?" chiese. Glie lo passai. Iniziò a insaponarmi i capelli e poi mi risciaquò. Quando ebbe terminato mi avvolse in un asciugamano.
Arrivammo in cucina, dove mio papà mi prese e mi portò in camera per vestirmi. "Ti ha scandalizzato Niall?" chiese. "Che?" dissi confusa. "Lascia perdere" ridacchiò prima di infilarmi il pigiama e poi i calzini. Gli antiscivolo. "Grazie papi" lo abbracciai. Lui mi riempì di bacini. "Ti voglio bene" dissi. Lui sembrò tipo, emozionarsi dalle mie parole prima di dirmi un flebile "anch'io" gli baciai la guancia "we piccioncini!" Liam. Era tutto il giorno che non lo vedevo, era insieme a Danielle. "Liaaaam" urlai saltandogli in braccio. "Piccola" disse baciandomi i capelli. "Profumi di cocco" sorrise. "Ho appena fatto la doccia!" risposi.
***
"Io -sbadiglio- io vado a dormire..." dissi. "Anch'io" papà. Mi prese in braccio. "Notte" Liam. "Buonanotte" Niall. Io e papi ci sdraiammo sul letto e ci rimboccammo le coperte. Lui con una mano mi cingeva la spalla e mi teneva stretta contro se stesso. Mi appoggiai a lui e ci addormentammo.
***
Si sentì uno strano rumore provenire dalla cucina, aprì gli occhi di scatto. Ormai era mattina e anche se papà dormiva ancora scesi di sotto. Trovai un vaso rotto per terra e un Liam seduto sulla sedia. Era arrabbiato, si capiva dalla sua espressione. Picchiettava con il dito il tavolo e aveva le labbra in una linea. "Lee..?" chiesi con più gentilezza che potevo. "Che vuoi?" sbottò fissandomi. "C-c'é un vaso ro-" "non me ne fotte un cazzo del vaso okay?!" urlò. Faceva paura! Aveva le vene che pulsavano alla base del collo e la sua voce era terribilmente roca e arrabbiata. Sobbalzai facendo un passo all'indietro. Guardai sul tavolo e notai una bottiglia di qualche alcolico appoggiata. "Sei una bambina scassa cazzo lo sai? Devi farti un po gli affaracci tuoi!" mi urlò ancora. Mi feci ancora più piccola di quel che gia ero e iniziai a tremare. Tutti i ricordi mi riafforarono la mente.
Mio padrigno che picchiava mia madre e quando io cercavo di difenderla mi diceva che non servivo a nulla, mi facevo sempre gli affari degli altri e poi mi picchiava. Io in fondo volevo solo aiutare, perché volevo bene, e invece mi dicevano sempre che ero una stupida bambina e dovevo farmi i cazzi miei. Ero solo d'intralcio, una ficcanaso. Eppure io davo tutto il bene che potevo per aiutare. Ma evidentemente loro non capivano e finì per non capirci neanche io. Iniziai a pensare che ero sbagliata, che non dovevo parlare per niente, senò tutti mi giudicavano. Non potevo più essere me stessa, io pensavo molto, prima di agire. Non mi sentivo a mio agio avevo paura di tutto.
E stava capitando ancora, con Liam. "Tu sei piccola! Non capisci un cazzo quindi per favore vettene!" urlò. Mi veniva da piangere. Ma non è che se piangevo pensava che fossi una stupida e piagnucolona? Non è che inizia a pensare male di me? Iniziai a torturarmi le unghie non sapendo che fare. Se corro via? No, dopo pensa che scappo dai problemi.  . Caddi col sedere a terra e strinsi le gambe al petto. Più vedevo la figura di Liam arrabbiato, con me, davanti ai miei occhi, più vedevo mio padrigno dirmi che non servivo a niente io provocavo solo fastidio alla gente. Come lo stò provocando a Liam e ha Niall, Harry, Louis ma soprattutto papà, sconvolgendogli la vita. Il mio cuore iniziò a battere piu veloce del normale. Le mie labbra iniziarono a tremare. Finché la figura davanti a me, che vedevo sfocata, cadde a terra. Mi alzai di scatto gridando "Liam!" gli diedi degli schiaffetti sulle guance. Avevo gli occhi spalancati e ogni muscolo contratto. È colpa mia
***
Arrivò l'ambulanza che lo portò via. Mio papà e gli altri andarono con lui, ma a me ordinò di stare a casa. Io volevo andare e ci sarei andata. Cercai di aprire la porta; ma l'avevano chiusa a chiave. Imprecai mentalmente. Corsi in cucina, mi arrampicai sulla finestra. Niente era chiusa anche quella. Scoppiai a piangere in un pianto liberatorio. Tanto non c'era nessuno, non avrebbero potuto giudicarmi. Mi chiusi in camera mia. Volevo, tipo, sfogarmi, e l'unica cosa che potevo fare era disegnare. Presi un foglio. Punzecchiai la penna sopra. Ma no era troppo piccolo per disegnarci quello che avevo dentro. Mi ricordai che in camera di papà c'era qualche bomboletta spray. Ne presi una blu e una azzurra. Di fronte mio letto c'era una parete sulla quale potevo benissimo dipingere. Spostai il mobiletto che non mi faceva avere tutto il muro a mia disposizione. Iniziai a spruzzare provocando un rumore che col tempo diventò una melodia sulle onde che nel frattempo avevo disegnato. Misi via l'azzurro e presi il blu per creare l'effetto sfumato. Però mancava la schiuma delle onde. Quindi presi anche il bianco. Quando ebbi finito ammirai il mio lavoro soddisfatta. Era un mare in tempesta, classico vero?
Ormai ero anche tutta sporca, dalle mani alla faccia. Però in un certo senso, mi ero 'liberata' disegnando. Mi sdraiai al letto e fissai il soffitto.
Ore dopo sentì la porta sbattere con delle voci incorporate. Sgranai gli occhi e iniziai a correre al piano di sotto. Trovai solo Papà e Niall. E Liam...? "Amore..." sussurrò papà appena mi vide. Io non dissi niente e continuai a fissarlo in cerca di spiegazioni su come stava Liam. "Liam, sta bene è solo svenuto domani mattina torna" disse capendomi. Sospirai rilassandomi, un sorriso a 32 denti si fece spazio sul mio viso. "Scusa, ma perché sei tutta blu?" chiese Niall. Io stavo per rispondere quando mi bloccai. Avrebbero pensato male di me anche lui. È come un groppo in gola che mi impedisce non solo di parlare ma anche di essere me stessa. Ma non m'importava, io dovevo stare zitta. La mia voce dava fastidio, come la mia presenza. L'episodio con Liam mi aveva traumatizzato. Corsi su per le scale. Mi chiusi in camera mia e mi sedetti per terra davanti alla parete; con il naso all'insù osservandone il dipinto. C'erano ancora quelle tre bombolette usate buttate per terra davanti a me. Cavoli, e se servivono a papà? le aveva lui è ovvio che gli servivano e io glie le ho usate! Mi odierà lo sento. Ma perché ogni cosa che faccio è sbagliata?!
Appoggiai la testa alla parete e chiusi gli occhi cercando di rilassarmi mentalmente. Qualcuno aprì la porta, mi voltai di scatto. Papà. "Ey amore.." si avvicinò. No! Ora vede il mio dipinto e sicuramente mi dirà che è bello ma in realtà nella sua mente pensa che fa schifo e che non so disegnare. Mi misi le mani in faccia strizzando gli occhi. Odio tutto di me, la mia faccia, il mio corpo e il mio carattere da schifo. Dopotutto anche per gli altri era così.
Papà appena vide il mio disegno spalancò la bocca e alzò le sopracciglia. Lo so che ti aspettavi di più da me papà! Ma questo è il massimo che riesco a fare non giudicarmi ti prego! Le mie piccole mani iniziarono a tirare leggermente i miei capelli. Tenevo costantemente la bocca schiusa per permettere all'ossigeno di entrare il più velocemente possibile. Quando mio papà tolse gli occhi dal mio schifo di disegno, mi vide nella mia situazione e mi corse incontro. Lo so che ti faccio pena! Lo so che in realtà ti do fastidio! Lo so che invece di essere qui dalla tua squallida figlia vorresti essere da ogni altra parte! Lo so che quando non ti guardo sbuffi di nascosto! Lo so papà e mi dispiace per questo!

Papà, sei speciale per me/Z.M.Where stories live. Discover now