18° capitolo

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"Papà, ma che vuol dire troia?" osai chiedere mentre mi appoggiavo con i gomiti al tavolo di marmo.
Lui sgranò gli occhi guardandomi shoccato. "È una brutta parola. Non la devi dire" disse severo. "E perché io non posso dirla e Niall invece si?" chiesi aggrottando le sopracciglia; non è giusto.
Sul divano appunto, c'era il biondo, che sentendo il suo nome alzò il viso improvvisamente interessato alla conversazione.
"Non dovrebbe dirla neanche Niall, ma tu non devi stare a sentire quello che dice!" mi ammoní papà.
"Che centro io?" si intromise Niall.
"Centri sempre tu nei problemi" lo corresse.
Si fulminarono con lo sguardo a vicenda "va bene, non la dico più quella brutta parola" dissi non capendo neanche quello che stavo dicendo.
"Sarà meglio per te..." sussurrò papà. Lo guardai male per un secondo ma poi mi ricordai di una domanda che dovevo fargli.
"Ah! Papà, ma il prossimo concerto dove lo devi fare?" chiedo. "In italia!!" strillò Niall come di solito fanno le ragazze. "A verona, in Italia, e poi a Sansiro"
Spiegò con più calma papà. Sbuffai sonoramente, non volevo più viaggiare così tanto.
"Qualcosa non va?" mi chiese pà. Scossi la testa e iniziai a girare il cucchiaino nella tazza. "Vabbé dopo me lo dici"
Alzai gli occhi al cielo per la testardaggine di mio padre.

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"Adesso me la dici?" chiese papà soffiandomi nell'orecchio. Stavamo seduti sul letto di Niall mentre gli altri erano sul letto matrimoniale del Larry -li ho chiamati cosi- e stavamo chiaccherando pacificamente:
"Io dico che la figura piu brutta che io abbia mai fatto è che, una serata a un compleanno di un mio amico, ero ubriaco, allora decisi di spogliarmi del tutto nudo ma di mettere un fiocco, sapete quello dei pacchi regalo, sulla mia intimità per sembrare un regalo vivente" spiego Harry per niente imbarazzato. Lo guardai accigliata insieme a tutti gli altri. "Che c'è? Mi ero dimenticato di fargli il regalo!" si giustificò alzando le mani.
"Si, ma non provare a farlo più" lo ammoní Louis. Harry ridacchiò leggermente "Dai, non fare così lo sappiamo tutti che sei geloso!" esclamò.
Louis divenne rosso dall'imbarazzo "Non sono geloso!" strillò in difesa. "Dai amore non c'è niente di male. Anchio sono geloso, guai a chi ti guarda" disse con fare altezzoso Harry. "Ma Harry, noi lo stiamo guardando" osò dire papà ridacchiando. "Si ma voi non valete, mh"
Ridacchiammo un pò tutti.
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"Buonanotte, Elizabeth e buona notte Zayn" ci salutò Niall.
Diedimo tutti la buona notte e ci avviammo nelle nostre rispettive stanze.
Baciai la guancia a papà e mi voltai dalla parte opposta del letto.
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"Papà dai non c'è la faccio più!" esclamai a denti stretti incrociando le gambe. Dovevo farla, subito.
"Fra poco potrai fare pipì...facci prima trovare i bagni..." spiegò papà fissando tutte le persone che ci passavano di fianco con le rispettive valigie pronte a imbarcarsi sull'aereo.
"Ha ecco!" strillò Liam corricchiando verso i bagni, probabilmente se la stava facendo addosso pure lui.
"Te vai con Liam, chiaro?" chiese severo papà. Annuì energicamente e seguì il castano. "Vado prima io, tu aspettami qui che poi andiamo nel bagno delle donne così la fai tu" spiegò. Annuì e mi appoggiai al lavandino. Cercai di guardarmi allo specchio ma si vedeva solo la chioma dei miei capelli talmente ero bassa.
Fissai per un momento le mie mani, che iniziavano a tremare; poi successe tutto troppo veloce. Alzai di scatto lo sguardo notando una figura scura dietro di me attraverso il vetro riflettente, si agganciò al mio corpo selvaggiamente con le braccia ignettandomi nelle vene solo Dio cosa attraverso una siringa e io cercai di urlare, urlavo e urlavo finché sentì un groppo alla gola che mi fece quasi smettere di respirare. Finché non vidi tutto buio.
Mi svegliai di soprassalto urlando. "No no no non toccarmi!!" urlai con le lacrime agli occhi.
Avevo il respiro affannato, cioè il petto che faceva su e giù. Mi toccai la fronte e mi accorsi che stavo sudando.
Guardai la stanza cercando di calmarmi.
Nel frattempo, non mi accorsi che nell'urlare, avevo spaventato papà talmente tanto che sobbalzò via dal letto.
"Che succede Elizabeth?!" chiese con un espressione preoccupata sul viso. "Ho fatto un brutto sogno papà" lagniai ancora sotto shock.
Mi toccai il punto dove l'uomo oscuro mi aveva conficcato la siringa. Sgranai gli occhi quando mi accorsi che nello stesso posto, era rimasta la cicatrice che mi fece anni fa il mio padrigno, non lo avevo mai detto ma si chiamava Philips, Philips Underson
"Amore era solo un incubo okay?" chiese in un sussurro avvolgendo le sue braccia attorno al mio corpo.
Annuì lentamente. Lui mi trascinò sulle sue gambe e iniziò a cullarmi.
"Ti voglio bene papà"
"Anchio Elizabeth, anchio"
E così mi addormentai sulla sua spalla.
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"Ci sei cascatoo" urlò il biondo stordendoci tutti.
Stava giocando a qualche gioco con Liam che alzò gli occhi al cielo per la milionesima volta. Non capivano che Niall era un'anima libera e aveva bisogno di divertirsi sempre per restare carico.
"Giochiamo ancora??" chiese energicamente il biondo. "Oh noo"
"Gioco io!" esclamai battendo le mani.
Si avvicinò sorridente a me "devi mettere le mani in questo modo" spiegò mettendomi le mani in modo che solo i pollici restassero alzati. Fece la stessa cosa e poi le unimmo facendo il solito gioco dei pollici.
Ovviamente vinse tutte le volte lui avendo il dito molto più lungo del mio.

Improvvisamente ci furono delle turbolenze -e sí eravamo sull'aereo- che fecero cadere Niall col sedere a terra. "Forse è meglio continuare il gioco più tardi" disse sorridendo. Si sedette al suo posto "stai buono e fermo" lo ammonì Liam mettendogli una mano sulla spalla.
Dopo circa... Tante ore arrivammo finalmente all'aereoporto di Linate. In Italia. Sbarcammo dall'aereo con le nostre valigie e iniziammo a incamminarci verso l'uscita; dove ci aspettava il nostro Taxi che ci avrebbe portato a Verona.
La cosa inquietante, era che sembrava tutto come nel sogno; il via vai di persone, la forma della struttura dell'aereoporto...cioe...ew.
"Vai in bagno con Liam?" chiese papà. "No non ci vado!!" esclamai.
"Va beene"
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Mentre ero persa nel guardare le diverse persone che chiaccheravano fra di loro, non mi accorsi che stavo rallentando.
Sentì una presa ferrea sulla mia bocca, un odore strano e poi tutto buio...

Papà, sei speciale per me/Z.M.Where stories live. Discover now