Capitolo 9 - Sergej

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Erano rimasti senza fiato, sdraiati l'uno vicino all'altro con quel leggero imbarazzo che non faceva loro aprire la bocca per parlare.

Dopo un lungo silenzio, Sergej si volse a guardare Daniel, solo per poi scoprire che l'altro lo stava già osservando.

"Mi guardi" disse, senza trovare altre parole. 

"Sì" rispose, in quel modo secco e arrogante.

"Vivi qui da solo?" un'altra domanda scontata. 

Daniel guardò la stanza, fece un breve sorriso e poi ritornò a guardarlo "Prima c'era mia madre."

Sergej rispose di getto: "E adesso?"

Daniel sorrise di nuovo e si alzò mettendosi seduto "Credo che dovresti andare" sospirò e Sergej avvertì un'ondata di freddo per tutto il corpo. Lo stava cacciando con una semplicità unica, forse la sua domanda era stata fin troppo intima.

Ferito nell'orgoglio, il ragazzo prese la felpa e il capellino, lì infilò velocemente e fece il giro per andare alla porta. Quando però arrivò dal lato di Daniel, l'uomo gli strinse il polso per fermarlo. 

"Fai prima una doccia" ordinò, Sergej inclinò il capo chiedendosi se fosse pazzo e poi si liberò dalla presa. 

"Credo che me ne andrò" ribadì e si allontanò dall'altro. 

"Allora," rispose Daniel alzandosi "quando vuoi ripassare, dimmelo."

Sergej sospirò abbassando le spalle. Gli diede uno sguardo veloce e uscì dalla stanza. Come si poteva passare dall'essere così eccitati a freddi in poco tempo?

Il giorno dopo si sarebbero dovuti rivedere di nuovo sul set, questo lo preoccupava moltissimo. Sperava che tra di loro non ci sarebbe stato alcun problema dopo quello che avevano fatto. In realtà, anche se Daniel lo aveva cacciato, a sol pensiero di quello che era successo un sorriso si affacciò sulle sue labbra. Era stato così... bollente.

Fuori casa, ovviamente, c'era l'autista ad aspettarlo. Non era lo stesso uomo di prima e questo gli fece pensare che Daniel ne aveva più di uno. Si chiese quanti soldi avesse per avere un autista notturno e soprattutto, dove andava la notte? Scosse la testa e salì in un auto. Diede l'indirizzo e finalmente, poco dopo, fu a casa.

Era l'una di notte, ma Jeremi non era ancora rientrato. Bene, così non lo avrebbe visto. Si spogliò, fece una doccia, mise dei boxer puliti e una maglietta bianca e poi andò in cucina per mangiare qualcosa. Non fece neanche in tempo a sedersi che qualcuno bussò alla porta. 

Scocciato andò ad aprire, "Jeremi hai dimenticato le chiavi?" chiese irritato e quando alzò lo sguardo dopo aver aperto restò sbalordito. 

Lì, impalati sulla soglia, c'erano Jeremi, ubriaco fradicio e Maxi, il suo migliore amico delle scuole medie. Cavolo, era cambiato da morire. Il ragazzo paffuto aveva lasciato il posto ad un super figo. Aveva i capelli castani e ricci, occhiali rotondi e grandi, occhi neri, viso tondo e dolce. 

"Ehi! Da quanto tempo" esclamò sorpreso.

"Per favore..." disse sofferente il ragazzo "Potresti aiutarmi a portarlo dentro? Pesa da morire!" e indicò il fratello, che poggiava a lui mezzo addormentato. Sergej guardò la scena, il suo vecchio amico e poi entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere. 

"Certo!" esclamò "Entra" entrambi presero Jeremi per un braccio, lo sistemarono letto su un fianco e poi tornarono in cucina. 

"Sono felice di averlo incontrato" disse Maxi facendo segno alla stanza da letto "Mi ha detto che vieni nella mia stessa università. E' vero?"

"Sì, sto studiando diritto. E tu?"

"Vuoi diventare un avvocato?" chiese spontaneamente e Sergej arricciò il naso, ma non rispose "Io sto studiando medicina" disse contento l'amico, grattandosi la testa, era in imbarazzo.

"Beh, mi fa piacere averti incontrato. E..." Sergej si guardò intorno "Vuoi dormire qui? E' abbastanza tardi, ti cedo il mio letto."

Maxi avvampò e scosse con vigore la testa. "No, grazie. Il taxi mi sta aspettando di sotto, ma avrei piacere di vederti all'università" disse con enfasi.

"Certo! Domattina lavoro, ma ho delle lezioni nel pomeriggio. Magari ti aggiungo su Facebook e nel caso ti scrivo. E' bello avere un amico."

"Stai lavorando?" chiese curioso Maxi.

Sergej annuì "Sto recitando in una serie!"

"Davvero?" gli occhi di Maxi di spalancarono "Allora posso invitarti a cena? Così parliamo, abbiamo così tante cose da dirci"

Sergej annuì contento "Certo. Ti scrivo."

Maxi lo guardò negli occhi, le guance leggermente rosse "Ci conto" sussurrò e poi andò alla porta "Ci sentiamo"

Sergej lo salutò con la mano e poi chiuse a chiave la porta. Ritornò in cucina, ma la fame gli era passata. Quella serata si era rilevata sorprendente.

È stato un colpo di fulmineWhere stories live. Discover now