Capitolo 31 - Daniel

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Daniel non era stato in grado di dire la verità a Sergej e, fatta una doccia e cambiato d'abito, era uscito dicendo che aveva un impegno.  Il ragazzo gli aveva dato uno sguardo veloce, ma calato il cappellino sulla fronte era rimasto in silenzio a guardare il cellulare. 

Una volta in auto la tentazione di girare e tornare a casa era non alta, di più. Si chiese per tutto il tragitto perché lo stesse facendo e, lo sguardo di suo padre, ogni volta gli veniva in mente. Purtroppo l'uomo era deceduto troppo presto. Una brutto male lo aveva portato via quando il ragazzo non era neanche maggiorenne, dicendogli che tutto il lavoro che aveva fatto erano stato per per assicurargli un futuro brillante, degno del suo nome. A differenza di sua madre, troppo avida e indifferente, era stato un uomo premuroso e sempre accorto alle sue esigenze. Nonostante il duro lavoro, che stava sperimentando lui stesso, suo padre trovava sempre del tempo per giocare con lui la sera o per guardare anche un semplice film. Quelli erano stati i momenti più belli che avevano condiviso.

"Siamo arrivati" lo avvertì il suo autista, Daniel prese un grosso respiro. Si sistemò la camicia bianca e scese dall'auto, ad ogni passo sentiva le gambe sempre più pesanti. Il ristorante in cui avevano prenotato era uno di gran lusso, sicuramente era stata tutta opera di sua madre. 

Appena entrato un uomo lo riconobbe subito, di nuovo il ragazzo fece un grosso respiro. Sentiva la testa esplodergli e il nervosismo salire. Il cameriere lo fece accomandare ad un piccolo tavolo per due persone e Daniel sentì di essere caduto nell'ennesima trappola di quella donna. 

L'incontro era solo con la ragazza. 

"Solo. Noi. Due" scandì queste tre parole in modo rabbioso, stringendo con forza i pugni. Si alzò di scattò, ma quando si volse per andarsene una graziosa ragazza entrò nella sua vista. 

"Oh" gli disse facendo un passo indietro per non finirgli addosso "Mi perdoni, sono in ritardo? Sta andando via?" aveva lunghi capelli biondi che ricadevano in boccoli perfetti sulle spalle, occhi neri, viso tondo, labbra sottili e rosa, fisico minuto e non molto alta.

"Signorina La Mar?"

La ragazza fece un cenno con la testa e prese posto dinanzi a lui, di conseguenza Daniel fu costretto ad imitarla. "Se le fa piacere può chiamarmi Rosy"

Daniel fu spietato nel risponderle: "Non entrerei così in confidenza"

Contrariamente a quanto pensava, la ragazza gli regalò un enorme sorriso "Allora vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda!"

L'uomo alzò lo sguardò e la guardò, per la prima volta da quando era arriva, con curiosità.

Vista la sua espressione la donna si spiegò meglio: "Come lei non ho alcuna intenzione di sposarmi. Mio padre mi ha praticamente costretto, le andrebbe se portiamo avanti questa farsa insieme?"

Come se un peso gli fosse stato tolto dallo stomaco Daniel riprese fiato. "Lei... sarebbe d'accordo?"

"Certo. Troveremo un modo per uscirne insieme, ma per adesso non ho scelta e credo neanche lei, fingeremo e poi ci saluteremo da buoni amici. Per di più non so se ci ha fatto caso, ma c'è un giornalista che continua a scattare foto"

Daniel si guardò immediatamente intorno per vedere se fosse vero, effettivamente c'era un uomo che spudoratamente riprendeva tutto. Sapeva già di chi fosse stata l'idea.

Daniel aveva le mani appoggiate sul tavolo e, senza dirgli nulla, Rosy appoggiò anche la sua iniziando una lenta carezza. Un brivido freddo gli precorse tutta la schiena, ritirò immediatamente la mano e la guardò in malo modo. 

"Anche se è una farsa questo non la autorizza a..."

"Come possono crederci i nostri genitori se non insceniamo qualcosa?" chiese innocentemente.

Daniel avrebbe voluto mandare in aria il tavolo, ma si alzò e cercando di essere garbato la salutò.

"Al nostro prossimo finto incontro" bisbigliò la donna alzandosi a sua volta. 

Non sopportando più nulla l'uomo uscì di corsa senza aspettarla e si tuffò in auto "Torniamo immediatamente a casa!" disse severo all'autista, che come un fulmine sfrecciò per la strada in modo da farlo arrivare velocemente.

Appena entrato notò Sergej immediatamente. Era in cucina, intento ad aprire una busta di patatine. Il ragazzo alzò lo sguardo facendo sì che i loro sguardi si intrecciassero, quegli occhi erano la ragione per cui all'inizio aveva perso immediatamente la testa per lui. Senza pensare, Daniel in un paio di falcate fu da lui. Gli mise da parte lo snack e attaccò la sua bocca. Inizialmente sorpreso, senza dire una parola il ragazzo accolse quelle labbra morbide e mordendo e leccando, l'uomo si fece spazio nella sua bocca. 

Senza dargli il tempo di pensare Daniel lo spostò portandolo al tavolo, lo issò sopra e spudoratamente gli aprì le gambe. Le mani poi andarono al di sotto della felpa, toccando la sua pelle liscia e calda. 

"...Che fai?" chiese Sergej tra un bacio e l'altro. Daniel non rispose, gli slacciò i pantaloni, un paio di jeans neri, e glieli sfilò alla velocità della luce insieme all'intimo. Fortunatamente non aveva le scarpe, ma solo dei calzini. "Non qui" si lamentò il suo compagno senza convinzione, ma a Daniel non gli importava di dove fossero. Era Sergej quello che voleva, e lo voleva adesso. 

"Daniel..." continuò l'altro, ma il capo lo spinse leggermente indietro, gli afferrò le natiche portando il bacino più avanti e si slacciò la patta. Gli alzò la felpa e gli baciò un capezzolo, mentre nel frattempo le dita gli lavorarono il punto in cui di lì a poco sarebbe stato suo. Non avendo però del lubrificante, dopo averlo stimolato, portò le dita alla sua bocca.

"Lecca" gli disse.

Sergej aveva il fiatone e il viso sconvolto, non sapeva se assecondarlo oppure dirgli di fermarsi, l'eccitazione però ebbe la meglio e prese tra le labbra l'indice e il medio dell'altro, leccando come se fosse altro. Daniel intanto mordicchiava il petto del ragazzo, dando di tanto in tanto uno sguardo al volto arrossato dell'altro.

Fu tutto estraneamente passionale e veloce, Daniel riportò le dita su Sergej, lo preparò velocemente e poi affondò in lui. Come se fossero impreparati a quell'esplosione di sensazioni entrambi si lasciarono scappare dei forti gemiti. Daniel stringeva le cosce del ragazzo affondando in lui come non aveva mai fatto prima. 

"Toccati" gli ordinò, voleva vederlo godere e, sotto il suo sguardo e le sue spinte, il ragazzo impiegò ben poco per arrivare. A seguire ci fu poi Daniel, incapace di resistere a quella vista. 

Dopo poco, in cui entrambi erano senza fiato e sudati. Sergej balbettò "C-che è successo?"

Daniel però non era ancora soddisfatto, non aveva ancora finito e, senza uscire dal suo corpo se lo issò in braccio per andare in camera da letto.

"Parliamo dopo..."



È stato un colpo di fulmineWhere stories live. Discover now