Capitolo 29 - Sergej

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Sergej aveva passato tutto il giorno a cercare un appartamento, che purtroppo non era riuscito a trovare. Non sapeva se la sua fosse sfortuna o se ci fosse lo zampino del padre, comunque erano nei guai. Aveva ricevuto un sms dal padre che li invitava a trasferirsi entro una settimana, ma di questo passo sarebbero rimasti entrambi senza un'abitazione e nessuno dei due fratelli aveva intenzione di trasferirsi di nuovo dai propri genitori. 

Un'altra preoccupazione poi metteva in allerta Sergej, ossia Daniel. Non lo sentiva da un po' e questo era un strano. Stanco e stufo di aspettarlo, prese il cellulare e per l'ennesima volta digitò il suo numero. Questa volta rispose.

"Sei sparito" lo accusò Sergej, era uscito un attimo a prendere qualcosa da bare e adesso stava rientrando.

"Ho avuto un po' di problemi" disse l'uomo e il ragazzo percepì della stanchezza.

"Me ne parlerai?"

Dopo un attimo di esitazione l'altro annuì "Ti va se ti vengo a prendere adesso? Ceniamo insieme. Dove sei?"

L'attore avrebbe tanto voluto fargliela pagare e dirgli di no, ma non se la sentiva e, come un ragazzino, gli passò immediatamente la sua posizione.

"Dieci minuti e sono da te" affermò Daniel staccando la chiamata. Effettivamente, come un fulmine, il capo lo raggiunse in nove minuti esatti, facendo sorridere il più giovane.

"Dì la verità, eri già per strada" salì nell'auto elegante di fianco all'altro, salutò l'autista e poi rivolse la sua attenzione di nuovo a Daniel "Dove andiamo?"

"Vorrei un posto tranquillo... andiamo da me?"

Sergej annuì alzando la busta con le bibite "Ho già preso da bere!"

Daniel di nuovo accennò un sorriso e Sergej si ritrovò a pensare che fosse la cosa più bella che avesse visto nelle ultime ventiquattro ore. Di colpo le sue preoccupazioni scivolarono via e, nel tragitto per arrivare a casa, come se fosse la cosa più naturale del mondo si appoggiò sulla sua spalla. 

"Ti do' fastidio?" gli chiese.

"Per niente" rispose l'uomo distaccato, per poi prendergli la mano e stringerla. Sergej per un breve momento si sentì in imbarazzo, di solito nelle relazioni passate era lui che prendeva l'iniziata, adesso invece sembrava che le cose si fossero ribaltate. Fortunatamente l'imbarazzo svanì velocemente nel momento in cui sentì il contatto con l'altro, si sentiva così bene che sarebbe rimasto lì per molte ore.

Purtroppo per loro il viaggio fu molto breve e, poco dopo, furono arrivati. Daniel chiese alla governante e all'autista di lasciarli soli e finalmente Sergej poté parlare con l'altro. Mentre il più grande si arrotolava la camicia fino ai gomiti per cucinare, il più giovane si mise seduto sullo sgabello ad osservarlo.

"Cosa c'è che non va?" gli chiese.

Daniel alzò lo sguardo verso di lui e fece un grosso sospiro "Potrei chiederti la stessa cosa"

Sergej rimase colpito dal fatto che l'altro si fosse reso conto che non era propriamente sereno e si apprestò a rispondere "Diciamo che ieri..." esitò "non è stata una bella giornata. Ma non ti dirò nulla finché non parli tu"

Molto probabilmente aveva preso contropiede l'altro perché ne rimase stupito e procrastinò la risposta. "Mangiamo prima, poi ci racconteremo tutto"

Sergej acconsentì e rimase incantato ad osservare il capo preparare un ottimo risotto agli asparagi. Una volta seduti, con il piatto dinanzi, il ragazzo lo prese in giro: "Non credevo ne fossi capace"

Daniel non batté ciglio "Devi ancora scoprire molto di me"

Sergej sorrise e assaggiò il riso "Buonissimo" era come un'esplosione di sapore nel suo palato "Adesso però voglio sapere tutto."

È stato un colpo di fulmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora