Capitolo 20 - Jeremi

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Da quando si era incontrato con Maxi erano passati un po' di giorni, d'allora Jeremi non era riuscito a vederlo e di questo era molto dispiaciuto. Quello che però gli dava gioia era il fatto che Maxi fosse venuto per lui, per parlare e chiarirsi. 

Stanco di stare nel limbo e di non capirci nulla, aveva preso una decisione. Si sarebbe dichiarato al ragazzo, poco importava se gli avrebbe dato due di picche. Voleva dire all'altro come si sentiva e lo avrebbe fatto prima che potesse cambiare idea. 

Era mattina presto quando afferrò il telefono e di getto gli scrisse: 'Devo parlarti, incontriamoci'. Se ne pentì immediatamente, ma ormai era fatta. Forse era stato troppo diretto, ma poco importava.

La risposta arrivò immediata: 'Anch'io. Ci vediamo al bar dove siamo stati l'ultima volta, tra trenta minuti'.

A Jeremi mancò il respiro e senza avere il tempo di riflettere andò a prepararsi al volo. Fu talmente veloce che in dieci minuti fu fuori dalla porta di casa. Arrivò come un lampo alla caffetteria e, solo quando fu sul luogo, si rese conto di cosa realmente stava per fare. 

Per la corsa aveva il fiato corto, indugiò quindi qualche minuto sulla porta, giusto in tempo per vedere un ragazzo occhialuto ed adorabile correre verso di lui. 

"Jeremi!" gli urlò agitando una mano.

"Maxi" chiamò di rimando, con più fato nei polmoni.

"Sono così contento di vederti prima di partire!" si lasciò sfuggire e a Jeremi mancò di nuovo il respiro. 

"C-cosa?" balbettò.

"Entriamo, ne parleremo con calma" era brillante, solare, non lo aveva mai visto così euforico.

Con le gambe rigide, il cuore a mille e l'ansia fin sopra i capelli Jeremi seguì il ragazzo come un robot. 

Una volta seduti e con la propria ordinazione davanti, torta al limone, non poté più trattenersi "Stai per partire?" chiese sconvolto.

Maxi prese una forchettata del suo dolce e annuì sincero "Sì, un viaggio di studi per imparare una nuova tecnica in Giappone"

Jeremi che intanto aveva preso un po' d'acqua quasi si strozzò "In Giappone?"

Per un piccolo lasso di tempo lo sguardo dell'amico si oscurò, prima poi di annuire "Sì, ecco, volevo dirti una cosa prima di andare..."

"Quanto starai via? Quando parti?" lo interruppe Jeremi, incapace di trattenersi. 

"Tre mesi e  parto tra tre giorni" rispose il ragazzo e anche se era per poco tempo non poté fare a meno di pensare che lo aveva appena tornato e lo stava già perdendo. 

"Visto che starò via per un po'" disse l'altro timido grattandosi la nuca nervoso "Non potevo non dirtelo..."

"Certo..." lo interruppe di nuovo Jeremi "E' un lungo viaggio" si sentì così male che voleva solo andare a casa, al diavolo la dichiarazione. 

"Jeremi io..." ricominciò il ragazzo, ma incapace di ascoltarlo l'altro si alzò.

"Scusami io devo andare..." Maxi era ancora lì, rosso in viso e con le mani strette a pugni, ma Jeremi non ci badò nemmeno, voleva solo allontanarsi. Peccato che non fece neanche un passo che l'amico gli strinse il braccio e lo strattonò indietro. 

"Insomma mi fai parlare?" disse arrabbiato alzandosi, altri clienti lo guardarono, ma in quel momento non gliene importava "Sono venuto fin qui per dirti che mi piaci! Sono innamorato di te e vorrei stessimo insieme! Sono giorni che ci penso, da quando ci siamo visti l'ultima volta, e visto che due giorni fa mi hanno approvato il viaggio ho preso coraggio. Ma tu non mi fai parlare!" era furioso e aveva le orecchie rosse.

Jeremi si volse a guardarlo in volto, sconvolto da quella dichiarazione. Doveva essere lui a svelargli come si sentiva, ma alla fine lo aveva fatto Maxi. Senza poter nascondere un sorriso si volse di fronte al ragazzo e stordito gli chiese: "Davvero?"

Maxi abbassò il capo, rendendosi conto di essere sotto lo sguardo di gente estranea, poi guardò l'amico "Non farmelo ripetere qui..."

"Non qui..." rispose il ragazzo, si frugò nelle tasche, lasciò i soldi sul tavolo e lo trascinò fuori "Dimmelo adesso allora" lo esortò una volta fuori.

Maxi era ancora imbarazzato, timido, e Jeremi lo abbracciò d'istinto "Per favore, ripetimelo. Voglio essere sicuro di aver capito."

"Mi piaci" sussurrò sul collo di Jeremi e il ragazzo tremò per quell'ondata di emozioni.

"E' strano, ero venuto fin qui per dirti la stessa cosa!"

A quel punto anche Maxi strinse le braccia intorno all'altro "Diventerai il mio ragazzo una volta che sarò tornato?"

"No" rispose Jeremi.

"No?"

"Lo diventerò adesso!" Si staccò un po' da lui, gli prese il mento nella mano e gli diede un dolce bacio sulle labbra.


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È stato un colpo di fulmineWhere stories live. Discover now