28.

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Quello di oggi è un capitolo breve, in quanto concluderlo in altri modi avrebbe portato ad una fine di capitolo che, altrimenti, non mi sarebbe piaciuta.

Mi scuso, ma spero si tratterà comunque di una buona lettura.

Future's Drop.


Immergersi in quella coltre fu diverso dal solito. Tessa venne istantaneamente attraversata dalla consapevolezza di essere nella mente di Simon, nei suoi ricordi, e di doverli osservare in un disordine cronologico disarmante. Questo la destabilizzò totalmente; era abituata da interi secoli a mutare, scontrarsi con l'ultimo ricordo che la persona in questione doveva avere affrontato, e poi da lì doverli sfogliare all'inverso. La logica del riccio, però, era differente. Era come trovarsi in un ammuffito ufficio ricolmo di schedari, alcuni più voluminosi di altri, ed alcuni persino privi di etichetta. La strega non aveva mai assistito a nulla del genere, e fu probabilmente per tale motivo che, convinta come non mai che vi fosse qualcosa da nascondere e che, soprattutto, le veniva nascosto, decise di credere che Magnus Bane doveva avere posto un incantesimo illusorio nel cervello stesso dell'amico di Clarissa, iniettandoglielo nelle vie invisibili tra una sinapsi e l'altra, facendolo unicamente per ostacolarla. E la sua determinazione divenne bruciante d'improvviso. Ricordava di avere avvertito una sorta di richiamo provenire dal piccolo bottone che aveva rinvenuto a terra, dallo stesso minuscolo oggetto in cui ora era immersa ed in cui ora nuotava. Ne era stata attratta come calamita, ed il resto era avvenuto in modo prettamente istintivo. Poteva solo immaginare di essere ora trasformata in Simon, avvolta ancora dai propri skinny jeans, il proprio maglione preferito (probabilmente sformato per i muscoli del ragazzo) e la propria giacca pesante e scura. Poteva solo immaginarlo perché, in quel preciso istante, non aveva la forza di verificarlo. Era troppo aggrovigliata nei ricordi per potere davvero tornare al presente e mirarsi anche solo le mani, per verificare un eventuale mutamento. Come in trans, poteva unicamente limitarsi a restare ancora immobile di fronte all'ingresso di casa Bane, ignara di ciò che le stesse accadendo attorno.
Infine udì una voce. Simon!; era squillante e felice. Simon, vieni a vedere!; trasmetteva calore e familiarità. Simon, cosa stai dicendo?; ora era furiosa e delusa, e le faceva avvertire brividi. Ti voglio bene, Simon; ed ora era meravigliosamente dolce, come una cascata di miele dorato. Ed era sempre la stessa voce bella e femminile a parlare, mischiata a risa e lacrime, sia di gioia che di stress.

Non ricordo tutto. Non ancora.

La voce rimbombava.

Ma ricordo te.

E Tessa sentì un sentimento indissolubile pervaderla e travolgerla. Fu una sensazione destabilizzante e meravigliosa.

Clary. Tu sei Clary. Sei la mia migliore amica.

Poi, tra tante immagini sfocate e sovrapposte, notò qualcosa brillare. Affilò l'occhio della mente per individuarlo meglio, per identificarlo, ed infine intuì qualcosa; un anello. Vedeva un sottilissimo filo metallico, senza pietre preziose o decorazioni pacchiane. Vedeva due mani strigersi, una femminile ed una maschile. E, infine, sentiva una voce suggerirle che, bingo! Ecco il tuo indizio.

Theresa, lasciando cadere a terra il bottone di Simon, abbandonò quel proprio stato di estraniazione. Si ritrovò lì, di fronte alla porta dell'appartamento, sola e con le buste della spesa tra le mani. Sentì il proprio respiro affannato, e sorrise. Le labbra belle e femminili si tesero in un'espressione di gongolante vittoria.

~~~

Grazie all'Angelo, le corde che legavano Will non erano incantate al punto da impedire a Jace di scioglierle. E, sempre per estrema fortuna, non ci misero più di pochi secondi a liberarlo completamente. Nonostante i polsi addolorati e tendenti ad un allarmante color sangue, e trascurando anche un languorino decisamente fastidioso, i tre uscirono dalla stanza in cui si trovavano; era ormai divenuto di fondamentale importanza scappare. Infatti William aveva reso noto a tutti ciò che Scott, poco dopo il suo traumatico risveglio, gli aveva rivelato. E tutti ne erano rimasti sconvolti. Sconvolti non tanto dal fatto che uno come Woosley potesse essersi davvero innamorato di Magnus, quanto dal fatto che si fosse in vero impegnato con una così cieca smagna per ostacolarli. Aveva sacrificato membri del proprio branco, e lo aveva fatto senza battere ciglio. A rimuginarci sopra, Clary a stento si tratteneva dal tremare.

Superarono un corridoio poco illuminato. Era ormai chiaro che si trovavano all'interno dell'appartamento del lupo, quello che condivideva con lo stregone. Era molto meno chiaro dove fosse andato a nascondersi il proprietario stesso. Perché, ad essere onesti, William si era aspettato di vederlo proprio oltre la porta della stanza in cui erano stati rinchiusi, magari con dita sottili strette attorno ad una sciabola lucida e pregiata. Eppure no; non era stato lì, così come non si trovava in altre stanze.

-Non vi sembra strano?- domandò presto Jace, guardandosi attorno diffidente. Superò una soglia priva di porta, e giunse in una cucina in pietra emanante un invitante odore di carne. Si guardò attorno con attenzione; la stanza era tutt'altro che spoglia, con ripiani ben tenuti e posate in bella mostra. Per qualche istante la rossa scambiò il metallo lucido per argento. Solo in un secondo istante ricordò quanto nocivo sarebbe potuto essere un simile materiale per un lupo mannaro; lo avrebbe bruciato vivo.
Will, forse dimenticando di essere affiancato da Jace,  o forse finalmente convinto di non poterlo davvero odiare, intervenne. Aveva il fiato corto e l'energia continuava a mancargli; a differenza degli altri due, risultava molto più sofferente. Troppo.
-Strano è dire poco. Non c'è neppure una persona di guardia...-
-Forse un incantesimo?- a parlare era stata Clarissa, ancora con l'abito pesante ad ostacolarla persino nei più scontati movimenti. Avvertì lo sguardo penetrante di William addosso. Sospirò, come in un vano e bizzarro tentativo di scrollarselo via, e di doverlo fare per una ragione che neppure conosceva. Quindi lo vide annuire.
-È probabile. Forse alla soglia di cas...- -O forse non c'è nulla davvero.- lo interruppe il biondo, senza neppure guardarlo. I suoi occhi dorati avevano puntato un'altra cosa, lucida ma invisibile, nascosta nella penombra della stanza -Intendo dire che eravamo imprigionati davvero bene. Quel tipo mi sembra uno da "adagiarsi sugli allori".-
Il ragazzo dai capelli mori non capì. Tentò di rimuginare su quella frase ripiena di parole mai udite prima, ma fu inutile. Non capiva proprio perché Woosley avrebbe dovuto decidere di sistemarsi contro un alloro (albero che, comunque, non era esattamente frequente a Londra) e concedersi una dormita. Eppure notò, di sottecchi, Clarissa annuire, e perciò non disse nulla.
Nel mentre, Jace raggiunse ciò che aveva adocchiato. Le sue labbra si tesero in un sorriso incontenibile; su un tavolino basso ed in legno ormai marcio erano adagiati tanti piccoli oggetti. Poco più in là, contro la parete fredda ed umida, due manici dorati davano mostra di sé con orgoglio.
Avevano ritrovato le loro armi.

Le spade, i pugnali, i coltelli e lo stilo.

TBC

Future's Drop. -Goccia di futuro-Where stories live. Discover now