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[Salve!  Ho ritardato enormemente e chiedo scusa.
La verità è che in questo ultimo periodo sono circondata da storie ed idee, e non so se avete notato, ma sto scrivendo una mia originale.
Ecco. Ci tengo troppo e ci lavoro come una pazza... E boh, mi farebbe piacere che la leggeste! Ci sono viaggi nel tempo anche lì, ahah!
Comunque, ecco il capitolo, e vi ringrazio per avere aspettato.

Siete i migliori.]



Future's Drop.


Quella domanda lo spiazzò ben più di quanto avrebbe mai potuto ammettere apertamente; William non poteva sapere ciò che lo avrebbe atteso in un futuro distante più di un secolo, ma non poteva smettere di pensare che, se vi fosse stata Clary, ne sarebbe valsa totalmente la pena. Nel corso delle ultime settimane, infondo, non aveva fatto che struggersi per il semplice fatto che non si sentiva pronto a perdere la propria nuova amica, la propria provvidenziale salvatrice. Andando nel futuro insieme a lei, però, avrebbe comunque potuto continuare a parlarle e a vederla. Forse sarebbe riuscito anche a superare il problema - Jace (iniziava quasi a sopportarlo), e, soprattutto, avrebbe dimenticato Tessa. Gli venne da sorridere; stava davvero valutando l'idea di rifugiarsi in un'altra epoca unicamente per dimenticare il proprio amore impossibile?, e non gli sembrava neppure troppo folle od impossibile; da che era divenuto Shadowhunter, aveva messo in conto che, prima o poi, per mano di un demonio od un vampiro, sarebbe morto. Ciò che sarebbe accaduto nel caso avesse scelto di seguire Clarissa, non sarebbe stato poi molto diverso; i Nephilim londinesi avrebbero forse indetto una ricerca, ma entro pochi giorni, non trovandolo, lo avrebbero certamente dato per perito. E, velocemente come era divenuto parte del team, sarebbe stato dimenticato e malamente onorato. In seguito, in una lontana America, affiancato da una bellissima ragazza dai capelli rossi, sarebbe probabilmente defunto davvero, coinvolto nella propria ultima battaglia, ancora con la pelle vibrante di rune fresche ed ancora con una spada a brillargli nel palmo. Nel corso dei propri ultimi istanti avrebbe sorriso, memore di una vita incredibile, e sarebbe trapassato con la certezza di potere rivedere presto Cecily, Jem, la mamma ed il papà.

Eppure, così come una parte di sé gli stava suggerendo di ascoltare la rossa, un'altra, più razionale, cercava di rendergli noto quanta avventata sarebbe stata un'operazione del genere; al di là dell'abbandonare la propria epoca, in cui era nato e vissuto, avrebbe dovuto dire addio alla sorella minore, agli amici, e non avrebbe potuto dire nulla a nessuno. Non poteva neppure negare che sarebbe andato a  crearsi un paradosso; infondo, da ciò che aveva potuto dedurre dai comportamenti di Clarissa, lei non era a conoscenza del suo futuro. E neppure Jace.

Sospirò confuso. La rossa, sedutagli di fronte, percepì tale confusione. Il sole brillava sopra di loro, ancora caldo ed ancora alto. Corrugò la fronte, per poi intervenire; -William, sono seria.- si fermò, prendendo a riflettere. Quando schiuse nuovamente le labbra, i suoi occhi erano assottigliati, quasi divertiti -Probabilmente non sono mai stata più seria nel corso di tutta la mia vita.- una nuova pausa, ed ora il sorriso le stava increspando anche le labbra rosee -Potremmo continuare ad essere amici. Ci sarà anche Magnus!- E Tessa. E Jem, ma questo, Clarissa lo pensò unicamente. Continuò perciò a sorridere, certa che sarebbe andato tutto perfettamente bene.
Il moro, titubante ma tentato, contemplò qualche secondo di troppo il volto della rossa. Come già molte altre volte gli era successo, ne rimase incantato. Scosse la testa, tornando al presente; -S-Sì, questo lo so... Solamente che...- -Che sarebbe una pessima idea.-
Quella voce, inaspettata e spavalda, incupì all'istante i tre cacciatori (Jace, Will e Clary); avevano riconosciuto immediatamente il tono mellifluo e malizioso, così come il suono dei passi ben cadenzati sul pianerottolo dello chalet, come se solo lui, in ogni antro del tempo, camminasse in quel modo tutto suo. Pressoché all'unisono,  si voltarono verso la figura di Magnus Bane, alta e magra, dal viso spigoloso e sorridente. Si era cambiato di abito, valutarono gli Shadowhunters silenziosamente, collerici ed imprigionati.

Jace avvertì chiaro e forte qualcosa gridargli dentro; un istinto animale che gli suggeriva di attaccare ed uccidere, il tutto a mani nude, e contro il figlio di un Dio della distruzione. Fece per parlare, pronto a dimostrarsi sarcastico e follemente sprezzante del pericolo, ma lo stregone, prendendo ad atteggiarsi in modo decisamente inspiegabile, lo distrasse; si chinò infatti contro la barriera che li imprigionava. Ne sfiorò la superficie invisibile, e sorrise non appena il proprio indice la perforò, passandovi attraverso non arrecandole alcun danno. Nel momento in cui ritirò la mano, la bolla parve riformarsi e rinforzarsi. Si voltò poi verso il firmamento sgargiante, schioccò le dita della mano destra e, una frazione di secondo dopo,  un paio di eleganti occhiali da sole gli apparvero d'innanzi; li indossò fieramente, per poi sfilarsi la giacca del completo, rimanendo con indosso una camicia gialla. Sospirò, la ripiegò, e la fece svanire. Infine si sedette oltre la barriera che rinchiudeva i tre e, per la seconda volta nell'arco di pochi secondi, vi fece passare attraverso la propria affusolata mano.

Jace intervenne senza alcun preavviso, sbigottito e frustrato; -Che diavolo stai facendo ora? Ti diverti a guardarci impazzire, squilibrato?-
Lo stregone ghignò, ritirando la mano e portandosela al fianco. Osservò il biondo, estrasse dalla tasca una scatola estremamente piccola, e gliela lanciò; essa superò l'ostacolo della barriera senza alcun problema, finendo dritta tra le dita del futuro, unico erede della casata degli Herondale.
In un primo momento, Jace fu diffidente; contemplò il dono con incertezza, malsano timore ed innata curiosità. Si sentì stupido. Più distante dallo stregone rispetto a Clarissa e William, vide Magnus annuire un paio di volte. Quindi, sempre più incuriosito, decise di aprirlo. Lentamente e con movimenti meditati, si rigirò tra le mani la piccola scatola; era grigiastra, in cartone spesso, e non riusciva minimamente a supporre cosa vi sarebbe potuto essere dentro. Deglutendo a vuoto, la aprì.

Gli venne da ridere.
Fu come se una scarica di pura elettricità lo avesse attraversato.
Fu gioia e sollievo.
Fu la causa degli occhi lucidi.

-Cos'è, Jace?- domandò dunque Clary, non abbastanza vicina per potere vedere da cosa fosse costituito il misterioso regalo. Le lacrime sul punto di sgorgare, però, miste alla risata del fidanzato, le diedero improvvisa speranza.
Il biondo non rispose, non subito. Rise ancora, per alcuni minuti, estatico e commosso. Infine, guardando lo stregone di fronte a loro, rispose; -Lui è Magnus. Il nostro.-

~~~

Centotrenta anni nel futuro...

-Sei certo di volerlo fare? Sei certo che fossi tu?- domandò Simon, agitato e terrorizzato. Era seduto su uno degli sgabelli moderni di casa Bane, pietrificato e con i palmi delle mani sudaticci. Magnus gli aveva appena raccontato ciò che aveva udito in risposta dall'anello,  ed il ragazzino era certo che l'alterego dello stregone più forte di New York  non potesse assolutamente essere un nemico davanti al quale si sarebbe semplicemente potuto combattere. Bane era forte; molto più di tutti i suoi amici messi insieme.
-Sì, Simon.- asserì il moro, indossando la giacca del completo scura di fronte uno dei tanti specchi morbosamente sistemati in ogni stanza dell'appartamento -Conosco la mia voce; sexy e graffiante.-
-Sì, ecco, non fare lo strano. È una situazione seria.-
L'anello era nuovamente tra le mani dell'ex vampiro, inerme e silenzioso. Non appena aveva udito la propria voce, l'asiatico se lo era sfilato, come scottatosi. Aveva iniziato a borbottare tra sé e sé, e, solo dopo una buona mezz'ora di imprecazioni e quant'altro, aveva sfoderato la propria brillante idea. Idea che, comunque, a Simon non era piaciuta  affatto.
-Lo so.- rispose lo stregone, raccogliendo un po' di gel da una confezione quasi finita, e prendendo a spalmarselo per i capelli color ebano. Il riccio notò qualche glitter tra le ciocche, in tipico stile Bane -È per questo che mi sto preparando a partire.- smise di ravvivarsi la chioma, e, da una cassettiera, tirò fuori un piccolo anello argentato; quello degli Herondale. Di Jace. Lo infilò in una scatola, e poi dentro una tasca.
-Per me è pericoloso.- commentò semplicemente il giovane Lewis, sfilandosi gli occhiali spessi e sospirando forte -L'anello delle fate?-
-Tienilo tu. Indossalo.  Potrei contattarti da un momento all'altro.- fece sbrigativo lo stregone, muovendosi per la stanza con palese agitazione. Si fermò di fronte ad un ultimo specchio, si sistemò il colletto della camicia ed ammiccò soddisfatto alla propria figura accattivante.
-D'accordo. Ma, Magnus, non avevi detto che andare nel passato, per te, sarebbe stato rischioso?-
-E lo è, ma confido di potere sconfiggere il me del passato e di potere riportare a casa Clary e Jace molto velocemente.- sorrise il moro, sollevando solo che un angolo della bocca sottile.
Simon non ebbe alcuna occasione di replicare; il secondo successivo, Magnus era già svanito, avvolto da una nuvola di pacchiano fumo violaceo.

TBC

Future's Drop. -Goccia di futuro-Where stories live. Discover now