14.

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Future's Drop.

William, immobile sulla soglia della stanza, la guardava. Aveva il respiro fiacco, il petto che gli si alzava ed abbassava freneticamente e la camicia in parte slacciata. I bei capelli neri erano disordinati, cadenti a nascondergli la fronte e parte dello sguardo. I piedi erano nudi. Clarissa, si disse, non lo aveva mai visto in una condizione così al contempo scialba e seducente. Sembrava un modello e, cosa decisamente folle, pareva non rendersene conto. Per la prima volta lo vedeva nudo della sua tipica arroganza, lo vedeva ancora più bello del solito. La ragazza deglutì a vuoto; era sorpresa di vedere proprio Will di fronte a sé, ed era oltretutto ancora troppo agitata per potere pensare lucidamente. Il cuore le batteva ancora fortissimo, gli occhi le pizzicavano per le lacrime, e l'anello che per mesi aveva portato senza alcuna fatica al dito, le sembrava ora carico di un novio ed insostenibile peso. Ora, infondo, era diventato la chiave della propria salvezza. Serrò la mano sinistra in un pugno teso, e sorrise confusa verso il Nephilim. Sarebbe stato più semplice comportarsi con noncuranza di fronte a Charlotte o Sophie, riflettè. Di fronte a qualcuno con cui non intratteneva un legame troppo solido. Con William, invece, con cui sentiva di avere un legame, una vera amicizia, era più difficile. Lui l'aveva già vista troppo a nudo per non potere captare neppure un segnale di come davvero si sentisse. Di quanto felice e sconvolta fosse. Si passò una mano tra la folta chioma riccia, accennò un mezzo sorriso, ed attese. Non dovette farlo molto. Lui intervenne subito.

-Stai bene?- Era ansioso ed agitato, con la voce spezzata ed il pomo d'adamo che si muoveva visibilmente quando deglutiva a vuoto. Non mosse alcun passo, però. Non osò oltrepassare la soglia della stanza di una ragazza, andare da lei, ed abbracciarla. Non lo fece nonostante, nella sua mente, qualcosa gli stesse suggerendo di farlo senza esitazioni. Clarissa era una visione di straordinaria bellezza di fronte a lui, con le gote arrossate e gli occhi sempre incredibilmente vivi, eppure lui non la amava. Lei non era Tessa. Lei era estremamente differente; i capelli rossi e particolari erano l'esatto opposto di quelli bruni e morbidi della mutaforma. Gli occhi di una erano vivi e folli, mentre quelli dell'altra erano sapienti e determinati. Erano come notte e giorno, eppure, e Will non mentiva nel pensarlo e dirlo, più volte il Nephilim era caduto nella semplicità di dirsi che, forse, se con Tessa era davvero tutto finito, non sarebbe stato poi troppo male affiancato da una come Clarissa. Da una ragazza in grado di farlo ridere, di distrarlo e di sapere vivere. Da una ragazza che, senza alcuna apparente ragione, per quanto concentrata nel tornare a casa, stava sacrificando una cospicua parte del proprio tempo per salvarlo. Per salvarlo da se stesso. Eppure, ricordò, lei aveva già qualcuno da cui tornare. Un certo Jace per cui aveva pianto ogni propria lacrima e, si disse guardando il piccolo anello sottile che le spiccava nell'anulare sinistro, con cui doveva avere già stabilito una solida unione. Sospirò, in attesa di risposta.

-Sto benissimo.- sorrise lei, scrollando le spalle con fare spensierato, e guardando dritto negli occhi chiari del ragazzo. Non stava mentendo, infondo. Si sentiva davvero felice dopo avere parlato con Simon e Jace. Si sentiva rinata ed in forma, e non provava più neppure il fastidio dovuto al corsetto stretto.

-Ora lo vedo.- disse semplicemente lui, per poi portarsi una mano al viso, spossato. Sospirò, annuendo un paio di volte -Poco fa sei corsa via e... E penso che vi sia una ragione.-

Clarissa sussultò. Lo fece in parte perché lui aveva esattamente colto ogni singolo tratto della faccenda, ed in parte perché poteva intuire quanto realmente gli importasse il suo stato emotivo. Voleva che lei fosse felice, e voleva aiutarla ad esserlo. Il senso di colpa la trafisse; la ragazza non poteva per nulla mostrarsi sincera di fronte al moro, e non importava quanto bene gli volesse. Era un dato di fatto. Dirgli la verità avrebbe significato creare un disastroso squilibrio temporale. Perciò, ancora fermi l'uno di fronte all'altra, avvolti solo che dal tepore del caminetto lontano, lei sorrise nuovamente, le labbra umide che quasi brillavano.

Future's Drop. -Goccia di futuro-Where stories live. Discover now