5.

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Future's Drop.


Il viaggio per arrivare al salotto trascorse principalmente avvolto dal silenzio. Non si trattò però di un silenzio imbarazzato o scomodo, quanto più di qualcosa di prevedibile e comprensibile; un silenzio che, tra due sconosciuti, era decisamente d'obbligo. E solamente quando il ragazzo attraversò la soglia del salotto,  ostentando una tranquillità non indifferente, Clary si rese conto di non avergli neppure chiesto il nome. E si sentì in imbarazzo. Forse, in quell'epoca così bizzarra ed assolutamente sconclusionata,   piena di obblighi e doveri morali, la sua sbadataggine sarebbe stata confusa con maleducazione e, a questo proposito, si impose di chiedere scusa al giovane non appena avesse avuto un istante libero al suo fianco. Sì,  e tutto si sarebbe sistemato. Sempre che vi fosse stato qualcosa che non andava.

Comunque,  nessuno nella sala parve notare che, oltre il bel ragazzo dai capelli mori, fosse entrata anche la piccola e rossiccia Clary e, soprattutto, nessuno parve notare la veste da notte. E lui non si disturbò certo di farne parola, di presentarla.

La giovane lo vide infatti camminare spedito sino ad un lungo tavolo in legno lucido. Attorno ad esso erano accomodate più figure. Lo osservò mentre si faceva largo tra esse, lasciandosi mollemente cadere su una sedia al fianco di un uomo alto e dall'espressione fredda. A capotavola, Clarissa notò con estrema gioia, vi era Charlotte. Quest'ultima le stava sorridendo gentile, con una sorta di incoraggiamento nello sguardo brillante. In fondo alla stanza, poi, la rossa distinse la corporatura minuta della giovane Sophie; sempre indossando la cuffietta della sera prima, teneva tra le mani una brocca ripiena di succo, ed attendeva pazientemente di versarlo ai presenti.

-Ragazzi,- intervenne poi la voce ferma della signora Branwell, risvegliando in pochi istanti l'attenzione dei presenti -Vorrei presentarvi la signorina  Clarissa Blackhat. Resterà con noi qualche tempo- e, nel sentire quel nome, tutti si voltarono verso la creatura minuta e con indosso solo che una semplice veste che, ferma sulla porta, attendeva ansiosa un indizio su cosa esattamente fosse il caso di fare. Un inchino od un sorriso?

Un vocio, nel frattanto, prese a farsi largo nella sala. Clary distinse alcune parole; una voce che diceva a Charlotte che era tutto un errore dalle enormi proporzioni, che non era il caso di ospitare qualcuno in giorni tanto bui. Nel sentirlo, segretamente, la rossa esultò. Sarebbe stato controproducente negare che l'idea di tornare da Magnus non la stuzzicava neppure un minimo.

Eppure una seconda voce intervenne, quella del bel ragazzo moro; lo udì dire qualcosa riguardo al fatto che l'Istituto era stato creato appositamente per Nephilim, e che sarebbe perciò stato folle ed ingiusto cacciarne via uno, soprattutto se in cerca di aiuto. Clary, mentalmente, lo maledì.

E la discussione giunse a termine, perché Charlotte intervenne brusca, zittendo le persone impegnate a discutere e cercando di mostrarsi quanto più ospitale con Clarissa -Venite avanti, Clarissa. Accomodatevi.-

E, avanzando quasi meccanicamente, la rossa si fece avanti, percorrendo la stanza per mezzo di veloci e brevi falcate, lo sguardo sempre basso sulla gonna morbida e bianca ed il viso imbarazzato. Sentiva gli occhi di tutti su di sé, e decise di sedersi al fianco del ragazzo dai capelli scuri. Lo vide sorriderle leggermente, e ne fu segretamente sollevata.

-Come promesso,- disse poi Charlotte -È giunto il momento di presentarvi gli abitanti dell'Istituto. Ovviamente escludendo me e Sophie.- prese una pausa, sorridendo. Clary ricambiò. Quando poi Charlotte fece nuovamente per schiudere le labbra sottili, una nuova voce risuonò squillante nella stanza, proprio al fianco della giovane. Era il ragazzo moro con gli occhi di mare.

-Partiamo dalla splendida musica che senti.- disse sarcastico il cacciatore, ostentando un atteggiamento poco formale, esortando Clarissa ad affinare l'udito. Immediatamente un graffiante suono, simile ad un miagolio disperato, le penetrò nelle orecchie. Era una donna, e stava cantando di un giovane uomo morto impiccato per amore. Tremò. Fu certa che il moro stesse sorridendo.

Future's Drop. -Goccia di futuro-Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt