30.

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Ostentando un sospiro ripieno di sano sollievo, Jace si voltò verso i due. Li  guardò e sorrise, soddisfatto come non mai di essere stato proprio lui il primo a notare lo chalet pacchiano poco più in là. Sistemò le mani sui fianchi, e lanciò un'occhiata al cielo sopra di loro; dalla posizione, dedusse il biondo, doveva essere primo pomeriggio. Ciò stava a significare che avevano sprecato buona parte della giornata nella trappola di Woosley, e che, probabilmente, l'Istituto londinese era già sulle loro tracce. Deglutì a vuoto, per poi tornare a contemplare il proprio avo e la ragazza che amava.
-Direi che non ci restano molte scelte; o entriamo, o entriamo.- disse poi, scrollando le spalle con una nota di disinteresse nella voce. A Clary venne quasi da ridere nel mirare per intero il proprio ragazzo; con quegli abiti, i capelli lunghi e lo sguardo annoiato, era il perfetto ritratto del nobile stanco.  Se possibile, lo trovò ancora più affascinante. Eppure si impose la lucidità, dicendosi che non era il momento adatto per abbandonarsi agli ormoni adolescenziali, e tornò al presente. Annuì.
-Certo, ma come?- intervenne d'improvviso William, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni, e le braccia muscolose in bellissima mostra (le maniche erano arrotolate sino ai gomiti). Ostentava sempre quella sua aria scialba, che non poteva farti pensare a nulla se non a quanto fosse dannatamente bello -Intendo dire che non sappiamo cosa potrebbe avere preparato.-
-Preparato?- domandò incuriosito Jace, avvicinandosi all'altro. La rivalità di poco prima sembrava svanita, sostituita da un innato senso del pericolo; qualcosa da cacciatore. Da animale. Clary vide il moro annuire, per poi passarsi una mano tra i  capelli;  erano umidi di sudore, ed in generale tutto l'aspetto direi Will lasciava trapelare una stanchezza disarmante.
-Non ci aspettevamo alcun trabocchetto da Scott, ho ragione?- prese una pausa, ma tutti e tre erano ben al corrente di quanto quella domanda fosse retorica. Era ovvio che non si fossero aspettati alcun agguato; Woosley non si era mai dimostrato restio ad aiutarli. Eppure, aveva mentito divinamente -Pur ipotizzando che Magnus non si aspetti di vederci arrivare, non è da escludere che si sia preparato comunque.-
Jace grugnì  (letteralmente), si voltò, e diede un colpo contro la corteccia spessa e ruvida di un albero. Avvertì le nocche prendere a bruciargli dolorosamente, ma non disse nulla. Era spossato oltre l'inverosimile -Non capisco perché si impegni così tanto a metterci i bastoni tra le ruote!-
E William si voltò verso la rossa, incerto se fosse lui il solo a non avere capito quella bizzarra frase; loro non avevano ruote, non avevano neppure una carrozza. Perciò dove potevano sistemare eventuali bastoni?
Ma non disse nulla, principalmente perché Clarissa parve avere capito perfettamente ciò che il biondo aveva appena detto, e lui non voleva decisamente sembrare stupido.
La vide lanciare  un'occhiata esasperata al firmamento privo di nuvole, per poi intervenire  -È ovvio, Jace. Magnus è immortale, lo capisci questo?-
Il biondo annuì. Finse di non sentirsi offeso per il tono di voce della ragazza, come se stesse parlando ad un bambino piccolo, ed attese che continuasse. La vide sospirare, poi schiudere nuovamente le labbra;
-Nel corso della propria immortalità puoi anche solo vagamente immaginare a quante morti possa avere assistito?-
In quell'istante, Clary si rese conto di non avercela mai davvero avuta con lo stregone. Per quanto la stesse ostacolando, e per quanto lei fosse stremata da questa sorta di rincorsa, non lo odiava. E, più di questo,  non lo biasimava. Si rese conto di non poterlo davvero detestare per ciò che stava facendo, e quasi si commosse nel realizzarlo.
Era tutto molto più complicato di quanto potesse sembrare all'apparenza. Non era solo uno stregone che cercava di ostacolare un gruppo di adolescenti. Era un uomo fragile e stanco che cercava di fare il possibile  per chi amava. Vide Jace sospirare, forse finalmente conscio di ciò che stava accadendo loro.
-Magnus vuole bene a William. Io lo so, l'ho visto...- la rossa prese una pausa, lanciando un'occhiata verso il moro. Voleva assicurarsi che la stesse ascoltando. Voleva fargli capire che ci teneva a difenderlo -E sta solo cercando di dargli una possibilità per essere felice.-
Jace sospirò, in disaccordo -E perché ostacolando te? Perché non vuole farti tornare a casa? Io non...- ma venne interrotto dal tono pacato e franco di Will, poco distante.
-Perchè Magnus mi conosce, e deve avere notato quanto, da quando è arrivata Clarissa, mi sento meglio. Meglio nonostante... tutto.- nonostante Tessa, e nonostante Jem, avrebbe voluto aggiungere.
Sembrava pentito, riflettè il biondo, continuando a guardarlo. Aveva lo sguardo basso e parlava lentamente. Non capì a pieno quelle parole, e si voltò verso la fidanzata, alla ricerca di una spiegazione.  La vide annuire, la fronte corrugata e le labbra schiuse. Sembrava sorpresa di avere udito quelle parole uscire dalla bocca di William, ma decise di non domandare nulla. Era più concentrato su altro; il fatto che sino ad allora avevano cercato un capro espiatorio affannandosi, quando egli era sempre stato con loro.
-Quindi è colpa tua.- mormorò infine Jace, ancora con quel semplice pensiero in testa; William non solo si rifiutava di ritenerlo un Herondale, ma ora tentava di fermarli, per quanto involontariamente. Avvertì una fitta di dolore al petto, ma la ignorò. Vide il proprio antenato sul punto di replicare, ma si rese conto di non avere più intenzione di parlare. Era tutto strano. Era stanco, e non aveva voglia di discutere. Perciò, non aggiungendo altro,  prese a camminare verso lo chalet. Se ci fosse stata una trappola, sarebbe stato preso. Non gli importava.

Future's Drop. -Goccia di futuro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora