8.

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Future's Drop.

Le palpebre abbassate, le labbra tese in un sorriso incredibilmente raggiante, e l'odore delicato e meraviglioso di rose fresche.
Una brezza delicata le sfiorò d'improvviso il volto, e subito Clary seppe di trovarsi in un campo infinito, di un verde più intenso dei suoi stessi occhi, a piedi nudi, e circondata solo che da lui. Dalla sua inebriante essenza, ed il suo amore incondizionato.  Sentiva il peso gentile, delicato e caldo delle sue mani contro i propri fianchi,  e la rossa sorrideva di più, come incapace di contenersi. Jace le era mancato moltissimo ed era incredibilmente felice di averlo nuovamente lì, intento a tenerla a sé, come timoroso di poterla perdere ancora. Clary desiderò confortarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene e che lei non se ne sarebbe più andata, che era finita, ma le risultò impossibile; la gioia era troppa, e lei non voleva rischiare di farla fuoriuscire, di cederla erroneamente a quella comodissima aria che li circondava. Ma poi, si disse la Nephilim, lui sembrava capire. Nonostante Clarissa avesse gli occhi chiusi, la giovane era certa che il biondo le stesse sorridendo, e lo sentiva parlare, parlare in modo soave e melodioso, con la voce che si spandeva nel vento come un filo sottilissimo ed altrettanto leggero. Qualcosa di incredibilmente semplice da lasciare andare. Era tutto etereo. Onirico.
Eppure, non era certa di cosa lui stesse dicendo. Erano parole d'amore, però, ripiene di promesse e gratitudine, di calore infinito. Lei teneva le mani strette dietro la nuca di lui, aggrappate in modo ferreo ed attento -quasi disperato-. Jace era tutto, il fulcro di tutto il suo universo, ed averlo lì in quell'istante era abbastanza. Lo sarebbe stato per sempre. Quindi, concluse Clarissa, non era importante capire le sue parole, se il suo solo tocco le trasmetteva tutta la tranquillità necessaria ad una vita intera.
Però, poi, lo sentì rivolgerle  una domanda. I pensieri della rossa si annullarono. Sollevò finalmente le palpebre, e vide Jace. Lo vide per davvero, bello e solare, allegro come solo quando era con lei poteva essere, i capelli mossi dal vento e gli occhi bellissimi puntati su di lei. La ragazza inclinò leggermente il viso.

-Sto benissimo, Jace.- disse quindi, mostrandosi completamente sincera. Era davvero felice, come lo era stata solo di rado, con il cuore che le batteva forte in petto ed il respiro che faticava a calmarlesi. Il biondo prese a guardarla più intensamente, il sorriso svanito e la pupilla leggermente più dilatata. Clary sentì i palmi grandi di lui prendere a muoversi, iniziare a salire delicati ed eccitanti, ed arrivarle sino al collo. Avvertì le sue dita calde carezzarle  la nuca, poi avanti la clavicola. Clarissa chiuse gli occhi.
Sentiva tutto quello sfiorarsi, quelle carezze, quel calore... Era così forte da farla tremare. Quando era con Jace perdeva la cognizione di ogni cosa. Poi, le sue mani giunsero alle guance pallide di lei, e qualcosa di freddo la fece tremare.
Subito, la ragazza gli artigliò il polso, allarmata. Tenne lo sguardo ben puntato contro la mano del giovane e, una ad una, ne  mirò  le lunghe e belle dita. Sull'anulare, però, non vi era altro che l'anello degli Herondale, quello che lei stessa gli aveva dato solo qualche mese prima.
Immediatamente, tutto tornò calmo. Clarissa si diede della stupida, ed in un gesto pieno d'amore, si portò il dorso della mano alle labbra. Ne baciò la superficie, e sorrise.

-Scusa...- mormorò poi la ragazza, sollevando lo sguardo così da incontrare gli occhi dorati dell'amato.
Ciò che vide, però, non era oro colato, meravigliosamente caldo e splendidamente accogliente. Era un oceano profondo centinaia di metri, misterioso e schivo, blu intenso.

William.
William Herondale.


Clarissa aprì gli occhi di scatto, la fronte corrugata e la bocca schiusa.  Era sudata, e parte dei capelli le si erano appiccicati alla fronte. Sentiva il cuore batterle nel petto senza alcun ritegno, in modo veloce e perenne, incontrollato. La mente ronzava in modo fastidioso, incapace di smettere, di distrarsi. Già, perché ciò che, in quel momento, la ragazza desiderava, non era altro che una piccola distrazione. Qualcosa che potesse farle  dimenticare per qualche istante che William non era altri che un Herondale, e che lei era stata troppo distratta e stupida per capirlo. Perché, si disse, non importava quanto fossero diversi, quanto uno fosse paragonabile alla più tetra delle notti, mentre l'altro al più abbagliante dei soli. Importava solo che, caratterialmente, erano straordinariamente simili; arroganti e umili. Un mix straordinario. Herondale.

Future's Drop. -Goccia di futuro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora