12.

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Future's Drop.


Quel giorno era stato programmato con estrema attenzione da ormai interi mesi. All'interno dell'Istituto aleggiava un malcelato senso di trepidazione, come un perenne brivido sempre sul punto di divenire scintilla pura ed ammaliante. Sophie non faceva che correre goffamente, intrappolata nell'abito estremamente lungo e scomodo. La cuffietta rischiava sempre di scivolarle dal capo e, per evitarlo, si ritrovava spesso a fare avanti - indietro con una mano sistemata sulla testa, il viso stremato, ma gli occhi lucenti. Dietro la cameriera vi era poi sempre Gideon, ostinatamente intento a rivolgerle la parola, ma insicuro su cosa esattamente fosse adeguato dirle. Charlotte, invece, non faceva che sorridere. Le labbra rosse della donna parevano plasmate in un irreversibile sorriso, vivace e splendido. A differenza degli altri giorni, oltretutto , la donna non entrava costantemente nel proprio ufficio, per poi uscirne poco dopo con una qualche busta tra le mani. No. Era completamente differente dal solito, solare e spensierata come una ragazzina. Jem era sparito, e così anche Tessa. E  quell'atmosfera di completo abbandono  e trepidazione aveva preso a regnare  sin dalla colazione, dopo la quale ogni abitante dell'Istituto aveva preso ad atteggiarsi in quei modi tanto bizzarri. Ogni abitante tranne Clarissa e William.

Questi ultimi, infatti, non facevano che restare immobili in soggiorno, lei impegnata a contemplare i folli e frettolosi atteggiamenti altrui, mentre il ragazzo restava sulla poltrona di fronte al caminetto, con le gambe tese sopra l'appoggiapiedi e le palpebre abbassate, come addormentato. I due, a parte Henry ovviamente, troppo occupato nei propri progetti, sembravano i soli a non essere stati intaccati da tutta quella malsana agitazione. E Clary, in particolare, proprio non ne intendeva la ragione. Così, dopo essere rimasta silente una buona mezz'ora,  vicino ad un incredibilmente quieto William, decise di intervenire.

Si voltò verso il moro. Lo guardò qualche istante, non sapendo davvero se stesse o meno domendo. Si alzò, e lo raggiunse. Si impose tra lui ed il caminetto, e prese a contemplarlo; le labbra rilassate in un'espressione malinconica, la fronte liscia e priva di linee di espressione, il petto che si alzava ed abbassava lentamente. Forse, si disse la rossa, era davvero addormentato e, sempre forse, sarebbe stato il caso che lei si ritirasse nelle proprie stanze e lo lasciasse lì, a riposare. Quella notte, infondo, non avevano dormito molto; erano rimasti in soffitta per ore, e solo quando le lacrime di lei si erano quietate, William aveva proposto di andare  a dormire.

Senza neppure rendersene conto, Clarissa si ritrovò a sorridere  a quel viso perfetto e rilassato, grata di non essere dovuta rimanere sola a piangere in un angolo buio di un Istituto sconosciuto nella Londra vittoriana, e si domandò con chi esattamente William avrebbe ottenuto il proprio lieto fine. La ragazza dovette però presto mettere un freno ai propri pensieri, perché la voce suadente e  leggermente biascicata del cacciatore la costrinse a distrarsi.

-Puoi anche smetterla di guardarmi.- mormorò, sempre tenendo gli occhi chiusi. Clarissa si ritrovò ad arrossire incontrollata, come derubata di tutto il proprio orgoglio -So di essere bellissimo, Clarissa,  ma così rischi di consumarmi.-

La rossa, però, non si mosse, e finalmente William schiuse le palpebre, mettendo in mostra il proprio splendido sguardo. A volte la giovane si domandava se fosse lei la sola a rimanerne incantata. Ad essere sinceri, ne dubitava. Con un'occhiata,  il Nephilim era in grado di trasmettere una miriade di emozioni. Bastava guararlo per potere capire esattamente cosa lo affliggesse, o cosa lo rendesse felice. Nella propria vita, Clary non si era mai posta domande del genere, ma di recente, dopo avere fatto la conoscenza di Will, la ragazza aveva preso a chiedersi se anche i suoi, di occhi, potessero essere tanto espressivi.

-Come sapevi che ti stavo guardando?- domandò infine lei, tenendo gli occhi puntati in quelli di lui, assolutamente coraggiosa, capace di mantenere uno sguardo sin troppo bene -Insomma, è una dote delle persone belle che sanno di esserlo?- e, nell'aggiungere questo, la giovane non potè evitare di sorridere sarcastica. E sentì male da qualche parte in mezzo al petto, perché pensò  a Jace.

Future's Drop. -Goccia di futuro-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora