9.

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Future's Drop.

Due colpi forti e decisi contro la superficie della porta lo costrinsero a svegliarsi. Sentì qualcosa sradicarlo  a forza dal mondo dei sogni, allontanarlo da quello splendido mare in cui poteva galleggiare affiancato da Tessa senza sentirsi colpevole di alcunché. Non appena le palpebre gli si sollevarono, rivelando così gli splendidi occhi color cobalto, imprecò. A denti stretti, a nervi tesi e silenziosamente, ma imprecò. Si alzò poi, indossando solamente un paio di pantaloni logori, e si diresse verso la porta. Dalla luce flebile che filtrava dalle finestre, il ragazzo aveva potuto dedurre che l'alba fosse stata ormai in procinto di sorgere, eppure gli sembrava ancora troppo presto per potere ricevere visite. Ma forse era solo Cecily, o Cyril, o Jem.

Invece era Tessa.

Nel momento in cui la porta le si aprì di fronte, la ragazza sussultò. Avvertì qualcosa imporle di andarsene, ma le gambe non le risposero. Così, nel momento in cui William fece capolino dalla propria stanza, a torso nudo e con l'espressione spaventosamente severa, Tessa non potè fare a meno di sussultare. Il viso le si imporporò per l'imbarazzo, e cercò in ogni modo di non fare cadere lo sguardo sui pettorali seducenti del ragazzo. A questo proposito, per una volta, fu grata alla propria altezza.

Sperò di non essere poi così rossa come credeva e che gli occhi non fossero davvero così stanchi come sarebbero dovuti essere. Infondo, non aveva dormito; non aveva chiuso occhio neppure un istante. Non ci era riuscita. La sua mente non aveva fatto altro che girare e contorcersi; Clarissa, la nuova arrivata, e William? Possibile?  E perché l'idea di una cosa del genere la infastidiva tanto? Infondo lei era promessa sposa ad un altro uomo. Ad un uomo che amava: Jem.

E William continuava  a guardarla, profondamente sorpreso di trovarla lì a quell'ora, con indosso solo che una veste, ma apparentemente in dovere di risultare freddo. La sua bocca, infatti, rimaneva rigida, contratta in un'espressione quasi annoiata, mentre gli occhi erano socchiusi e marcati dall'insonnia e lo stress. E Tessa sembrava sconvolta, e lui desiderava abbracciarla e baciarla, ma non poteva. Tutto ruotava intorno a lei... e  James, il suo parabatai, la persona che amava oltre la sua stessa vita e che era in procinto di morire.

Cercò di ignorare la fitta di dolore che gli afflisse senza alcuna pietà il cuore e, dopo un lungo sospirò,  prese parola.

-Tessa...- mormorò spossato -Che succede?- nella voce del ragazzo vi era molta più sofferenza di quanta effettivamente ne avrebbe voluta far trapelare. Ormai era però tardi, e lei lo aveva sentito. La vide abbassare lo sguardo sulle sue stesse mani e prendere a giocarci, tesa.

-Scusami... Probabilmente dormivi,   ma... Ecco- balbettò la ragazza, veramente incerta su quale fosse la ragione per cui si trovasse lì  in quel momento. Sapeva solo di esservisi  diretta, bisognosa di avere spiegazioni, ma ben al corrente di non avere alcun diritto di chiederne -Ecco, prima, qualche ora fa, ti ho visto con Clarissa. Stavate rientrando.-

Vide William sussultare e, d'improvviso,  tutta la stanchezza che gli era covata negli occhi chiari svanì. Tessa notò, con sbigottimento, l'improvviso  cambio nello sguardo del ragazzo; ora era recettivo, sveglio ed attento. Una fitta di velenosa gelosia la trafisse.

-Eri sola?-

-S-sì...- rispose incerta, scrutando attenta ogni più piccolo dettaglio nell'espressione di Will. Osservò la sua fronte corrugata, le sopracciglia ricurve all'insù, le labbra schiuse e una nota di allarmismo nell'iride meravigliosa.  Di fronte quella  risposta, poi, lo notò sospirare di sincero sollievo. Non capì.

-Bene. Non dirlo a nessuno, d'accordo?-

Senza neppure rifletterci, Tessa annuì.

-Va bene... Ma non capisco.- La ragazza si morse il labbro inferiore, per poi inspirare profondamente. Sapeva che William voleva che lei se ne andasse, lo capiva dai suoi sguardi e dalla sua mano ancora ferreamente stretta attorno al pomello della porta -Perchè avete lasciato l'Istituto? Hai riferito a Charlotte che si sentiva male, ma hai mentito... Io- -Non devi preoccuparti, Tessa.- la interruppe il moro, posandole una mano sulla spalla. Quando si rese conto di averlo fatto, però, la allontanò veloce, e si sentì irrimediabilmente stupido, in balia di un amore troppo straziante e forte. Abbassò quindi la mano e, con essa, lo sguardo.

Future's Drop. -Goccia di futuro-Where stories live. Discover now