35.

664 56 28
                                    

Udendo le parole del moro, Magnus scattò veloce verso il ragazzo; il viso era una maschera di disaccordo ed agitazione, ed il pomo d'Adamo scivolava sotto la pelle tesa del collo. Artigliò con forza le spalle dello Shadowhunter. Non gli fece male, ma fu una stretta abbastanza intensa da trasmettergli preoccupazione; ogni singolo polpastrello premuto sulle scapole magre ne tradusava. Will corrugò la fronte, ma non potè porre alcuna domanda, in quanto lo stregone fu molto più veloce; -Non puoi. Lei non lo sopporterebbe.-un tono sull'orlo dell'ansito. Eppure, per quanto l'asiatico sembrasse terrorizzato e per quanto tenesse a lui, William non poteva davvero ubbidirgli. Gli aveva appena negato il suo solo desiderio, quello per il quale avrebbe fatto tutto ciò che serviva loro; le menzogne, la pozione e si sarebbe persino alterato la sua stessa memoria senza alcun ripensamento. Perché allora, in cambio di tutti quei sacrifici, non potevano permettergli un favore così piccolo? Infondo lo sapeva; nel futuro lui non esisteva, era morto. Era qualcosa che aveva già realizzato da parecchio. Che lui non potesse sopravvivere oltre trent'anni, vista la sua missione quale cacciatore di demoni, era prevedibile. Che potesse raggiungere anche solamente i sessanta, perciò, era pressoché impossibile. Non si era mai illuso. Ma Tessa lo conosceva e lo ricordava (lo aveva capito da come gli aveva risposto pochi minuti prima) ed era perciò certo che, parlandole, non sarebbe potuto andarsi a creare alcun paradosso; come promesso, avrebbe dimenticato, assumendo l'infuso di Magnus. Per questo non poteva accettare di buon grado le sue parole.
Si scostò bruscamente dalla presa di colui che, seppure con un secolo di più, era uno dei suoi più cari amici. Non riuscì neppure a sorridergli; -Non è giusto.- sussurrò privato del fiato -Non dopo tutto quello che...- ma Magnus lo fermò, interrompendolo; -Lei non è pronta. Non è pronta, William.- e chinò il viso solitamente raggiante e scherzoso, nascondendo all'amico un'espressione che, altrimenti, non avrebbe che instillato panico.
-Ti prego! Solo questo... Poi farò tutto perfettamente, senza commettere nemmeno un minimo errore.- incalzò il cacciatore moro.
Clary, poco distante, contemplava la scena ricolma di profonda incertezza;  da un lato sapeva quanto Magnus avesse ragione e quanto, soprattutto, stesse facendo per Theresa stessa, per proteggerla dalla sofferenza. Le fu improvvisamente chiaro quanto effettivamente volesse bene alla mutaforma, e non potè minimamente biasimarlo; infondo era una delle poche persone che, se solo tutto fosse andato per il meglio,  avrebbe potuto trattenere al proprio fianco per sempre. Era come lui; avrebbe potuto piangere insieme a lei. Allo stesso tempo, però, Clarissa sapeva anche che Will non sarebbe stato per nulla propenso a rinunciare alle proprie idee, ed era profondamente certa che il tempo stesse sfuggendo loro di mano con sempre maggiore furia. Era un tornado di eventi. Era tutto molto più complicato di quanto avrebbe mai potuto supporre.
Sospirò, arrendevole; -Magnus, dovremmo lasciarglielo fare.- la voce della rossa risuonò piena e ferma, come quella di Charlotte.
Lo stregone alzò lo sguardo sorpreso, notando per la prima volta quella somiglianza permeatasi nel tempo, eppure non ebbe la forza di ascoltarla; -Clarissa, no. È rischioso.-
-Ma ti fidi di Tessa, no?- gli domandò, costringendolo a mordersi la lingua, colpito sul vivo -Forse è ancora giovane, seppur immortale, ma sono certa che possegga sufficiente giudizio per capire cosa sia giusto fare.- prese una pausa -E poi non è sola, no? Ha Zaccaria.-
-Sì, ma William è stato...- il padre dei suoi figli, avrebbe voluto dire, ma non vi riuscì. Guardò il cacciatore che aveva di fronte; sembrava sul punto di gridare. Magnus si domandò se tutta quella disputa fosse già avvenuta, e se non si stesse semplicemente ripetendo per l'ennesima volta nell'enorme ed incontrollabile ruota che era il tempo. Si chiese se anche lui, nel milleottocentosettantotto, avesse incontrato un proprio sosia che doveva averlo colpito, tramortito,  somministrato una pozione per modificare la memoria e portato sino a lì, dove si trovava ora, afflitto dai più insopportabili dubbi che lo avessero mai traviato. Pensò ad Alec e, con la gola secca per la preoccupazione, si chiese se nel futuro lo avrebbe riincontrato. Aveva paura; il cuore rischiava di scoppiargli in petto. Non poteva permettere che si creasse un paradosso (ne era consapevole), solamente che Will lo stava pregando con gli occhi, quelli che lui aveva sempre adorato e ai quali non era mai stato capace di negare nulla.
Magnus sospirò, per poi intervenire; -Sì, mi fido di Tessa.- prese l'anello delle fate e lo posò tra i palmi caldi di William Herondale -Cinque minuti.- poi si voltò. Per il cacciatore fu abbastanza e, senza attendere altro, calzò l'anello.

Future's Drop. -Goccia di futuro-Where stories live. Discover now