3. Non sei così.

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"No Sasha.. - mi rimproveró Jo ridendo - prima devi fare lo schizzo del paesaggio.." disse spiegandomi.

Io risi e scossi la testa, non ero proprio portata per il disegno.
Era da due settimane ormai che Jo provava ad insegnarmi qualcosa, e io ero felice di vederla sorridente, quindi la lasciavo fare, anche se fondamentale non miglioravo nel disegno.

Ogni giorno ero venuta a trovarla, eravamo andate al cinema, a fare shopping, avevo cercato in ogni modo di distrarla da tutto il suo dolore.

"Guarda.." mi disse mostrandomi il disegno che stava facendo lei.

Ritraeva la strada e il paesaggio che circondavano la casa di Jo.
La osservai attentamente mentre la sua mano scorreva libera sul foglio dando vita alle sue idee.

Era magnifico il modo in cui disegnava, sembrava che intorno a lei si innalzasse una barriera trasparente, che la proteggeva e la rendeva forte.
Sembrava in un altro mondo.

"Wow.." sussurrai esterefatta.

"Grazie.." disse sorridendo e incitandomi a riprovare, poi si alzò e rientrò in casa per prendere da bere, lasciandomi da sola in veranda.

Io continuai seguendo le tecniche che Jo mi aveva insegnato, ma quello che mi venne fuori sembrava disegnato da un bambino dell'asilo.

"Bellissima.."

Alzai di scatto il viso dal foglio dopo aver sentito quella parola sussurrata.

Trovai Cam appoggiato alla porta che mi osservava.
Indossava una maglia nera e dei jeans.

"Cosa?" Gli chiesi, aveva parlato, ma la parola che aveva pronunciato mi era sembrata arrivare da una voce lontana chilometri.

Lui scossa la testa e poi mi sorrise.

"Niente, dicevo.. è.. bellissimo.." disse indicando il mio disegno.

Non aveva detto quello.

Io annuii lasciando perdere, già la sua presenza mi stava agitando.
Cercai di concentrarmi sul disegno, ma poi lui si sedette al mio fianco e la mia mano iniziò a tremare, così come il mio cuore.

Dovevo chiederglielo, dovevo sapere o sarei impazzita.

Voltai il viso verso sinistra e trovai i suoi occhi nocciola a pochi centimentri da miei.

"Cosa vuoi da me?" Sussurrai piano osservando il suo viso.
La mia voce tremava, e io mi odiavo quando facevo così.
In tutte le due ultime settimane, mi aveva guardato in modo diverso, mi aveva sfiorato le mani, era stato un tira e molla di sguardi e io non capivo perché e dovevo saperlo.

Cam allungò lentamente una mano verso il mio viso e spostò una ciocca dei miei capelli neri dietro il mio orecchio.
Chiusi gli occhi sentendo il suo tocco sulla mia guancia.

Aspettai la sua risposta, che arrivò ma non come me l'aspettavo io.

Cam si avvicinò e mi baciò dolcemente.
Posò solamente le sue labbra sulle mie e io mi immobilizzai.

Non era un solito bacio, non era il solito bacio che i ragazzi mi riservavano ormai da anni.
Non era violento, ne impetuoso, né bramoso.

Era semplice, dolce e leggero.

Rimasi con gli occhi spalancati, osservandolo.

No, no, no.

Non poteva succedere.

Lo spinsi via posando le mani sul suo petto.
Lo spinsi lontano da me, lontano dal mio cuore.

Lui mi osservò sconcertato e poi si alzò senza dire niente, mi guardò soltanto chiedendomi scusa con uno sguardo.
Rimasi ferma a guardare davanti a me.

Pazza di te.Where stories live. Discover now