20. Interruzioni continue

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L'aria era diventata pesante e si sentiva quasi soffocare. Le guance avevano adesso preso un colorito porpora dall'imbarazzo, mentre cercava di fermare il sorrisetto che minacciava di sbucare sul suo volto, mordendosi il labbro. Mugugnò mentre la mano di Federico si posava sulla sua guancia, e tutte le litigate fatte sembrava potessero sparire solo a quel contatto. La sua pelle si coprì di brividi nel punto esatto in cui le dita erano entrate in contatto con il suo volto. Alternò lo sguardo tra i suoi occhi profondi e le labbra, sognando di toccarle e baciarle, mentre i loro visi si avvicinavano lentamente.

Le squillo del suo telefono nella tasca, la costrinse a interrompere l'intesa del suo sguardo con quello di Federico. Sbuffò leggendo il nome della sua migliore amica sullo schermo, prendendosi un attimo per riflettere e decidere sul da farsi. "Non rispondi?" La invogliò. Aurora sospirò, accettando la chiamata.

Come prima cosa sentì dei gemiti sommessi, e il naso di Serena soffiare in un fazzoletto. "Ehi, tutto bene?" Si accigliò, spaventata e preoccupata, mentre già cercava di alzarsi. Federico le rivolse uno sguardo confuso, mentre afferrava la sua mano libera e la aiutava a tirarsi su dal pavimento del terrazzo.

"Sere?" Incitò ancora, mentre il ragazzo, che dentro di se era infastidito almeno quanto lei per esser stati interrotti, era sempre più confuso. "Va tutto bene?" Domandò ad aurora, con un cenno verso il telefono. "Ti devo accompagnare in stanza?"

"Non so, non dice niente" si infilò una mano nei capelli, frustrata. "Sere parlami cazzo!" Sbraitò, nonostante sapesse che non avrebbe dovuto urlare alla sua amica in quelle condizioni.

Federico sfilò la mano di aurora dai suoi capelli, sostituendola con la sua. "Calma" Le accarezzò il capo con dolcezza, forse voleva calmarla, forse non voleva interrompere il contatto che poco prima avevano creato.

"P-puoi tornare in stanza?" Balbettò tra una parola e l'altra, mentre i singhiozzi del suo pianto spezzavano la frase. Sospirò, riservando uno sguardo rammaricato al ragazzo davanti a se.

"Si, arrivo subito, tranquilla" chiuse la chiamata in tutta fretta, e guardò fede malinconica. "Non preoccuparti, sta bene?" La rassicurò, senza smettere le carezze sul suo capo. Intrecciò le dita nei suoi capelli biondi.

"Non ne ho idea, piangeva ma non mi ha detto nulla" sbuffò, con la voglia di strapparsi le mani a morsi. "Calma, ti accompagno giù." Le afferrò la mano per trascinarla verso l'ascensore.

"Mi dispiace" ruppe il silenzio nell'abitacolo. "Smettila di scusarti" ridacchiò lui, appoggiandosi a uno dei muri. "Sono stato bene stasera"

"Non credevo che te l'avrei mai sentito dire" rise lei, provocandolo, beffarda. "C'è sempre una prima volta" alzò le spalle. "Speriamo non sia l'ultima" si morse il labbro la bionda.

"Quante volte devo continuare a ripeterti che non ti odio?" Sorrise furbo, le mani si appoggiarono sulla barra dietro di lei, la strinsero e a Aurora cadde un occhio sulle vene che si formarono intorno alle sue nocche.

"Non credo che ne avrò mai abbastanza di sentirmelo dire" sorrise alzando lo sguardo per guardarlo, si sentiva soffocare, bloccata tra lo specchio e il suo corpo da atleta. "Allora non smetterò di ripetertelo"

Poteva sentire l'aria calda uscire dalle sue labbra e colpire il suo viso, eccitandola. Il suo respiro la inondava mentre percepiva chiaramente il suo profumo da quella distanza.

Ancora una volta i loro volti, e i loro cuori, erano così vicini da sfiorarsi, ma non abbastanza da toccarsi davvero.

Il ding! della porta interruppe ancora una volta quel momento, segnando l'arrivo al loro piano. Federico si staccò controvoglia per uscire e aspettarla. Camminarono in silenzio per il corridoio, mentre aurora si tormentava la carne del palmo, infilzandola con le unghie.

"Sono arrivato" la risvegliò Federico, indicandole la porta della sua stanza, dietro di lei. Annuì, cercando la chiava magnetica nelle tasche, la sua camera era due porte più avanti. "Grazie per stasera" sospirò.

"Grazie a te, spero di rifarlo" annuì ancora. "Vado allora" sospirò. "Si, ci vediamo domani" le sorrise, innocente.

Lo salutò per poi girarsi e riprendere a camminare. "Aurora" La fermò la sua voce. Si voltò di scatto per guardarla.

"Mh?"

Afferrò il suo polso per ritirarla indietro verso di se e poi, finalmente, la baciò. Un contatto che entrambi avevano sognato e desiderato per tutta la sera, avevano finalmente ottenuto ciò a cui ambivano. Fu un bacio breve ma passionale, con le sua mani che stringevano i fianchi di aurora, e quelle di lei che stringevano la stoffa della sua maglietta, incredule, cercando un appiglio a tutte quelle emozioni. Si staccarono e Federico sorrise furbo, allontanandosi di poco da lei.

"Buonanotte" le sorrise, scoccandole un occhiolino, prima di girarsi ed entrare nella sua stanza come niente fosse.

Groupchat | Federico chiesa Donde viven las historias. Descúbrelo ahora