49. Sorprese

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Aveva indossato un bellissimo abito lungo, nero, che le fasciava il seno e le lasciava la schiena scoperta. Si era legata elegantemente i capelli e si era messa un filo di trucco, per non sembrare un cadavere. Aveva chiamato la sua migliore amica per calmarsi, ma non si sentiva comunque pronta. Aveva fatto tutto quello, per cercare di prepararsi alla sorpresa che Federico aveva preparato, ma di cui non le aveva detto niente di più di "vestiti elegante". Federico si era vestisto dello stesso colore, con una camicia a maniche lunghe, arricciate fino al gomito, e un paio di pantaloni eleganti.

"Sei pronta?" Le sorrise Serena, pensando a quanto fosse bella la sua migliore amica e immaginando nello schermo la bambina timida che aveva conosciuto ormai più di quindici anni prima

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"Sei pronta?" Le sorrise Serena, pensando a quanto fosse bella la sua migliore amica e immaginando nello schermo la bambina timida che aveva conosciuto ormai più di quindici anni prima. "Mhmh" mormorò incerta l'altra, osservandosi un'ultima volta allo specchio. "Sei bellissima." Le sorrise dolcemente, e Aurora scosse la testa, salutandola e attaccando la chiamata.

Federico l'aspettava nella Hall con la tachicardia e le mani che sudavano per l'ansia. La vide e il suo viso si illuminò, pensò che fosse davvero stupenda. "Sei meravigliosa." Le confessò, prendendola per i fianchi e lasciandole un dolce bacio sulle labbra. "Anche tu non sei male." Lo prese in giro ridendo, cercando di ignorare il rossore che divampava sul suo viso per l'imbarazzo.

La prese per mano conducendola al loro taxi e prima che arrivassero le bendò gli occhi. "Mi spettini." Si lamentò scherzosamente, e Federico le baciò i capelli per scusarsi. "Andiamo." Le cinse i fianchi con un braccio, guidandola al buio dentro al ristorante. Quando le sfilò delicatamente la benda, Aurora sorrise ad occhi lucidi.

"È troppo, Fede." Lo guardò commossa, Federico aveva prenotato l'intera sala esterna del famoso locale affacciato sulle spiagge di Mykonos di cui lei gli aveva parlato prima che partissero. "Tutto per te." La afferrò baciandola, prima di spostarle la sedia per farla sedere.

Passarono una bellissima cena, contornata da vino e buon cibo, ma dopotutto quando erano insieme anche il McDonald sembrava un ristorante da stelle Michelin. Finita la cena, Federico le prese la mano destra e la guardò negli occhi.

"Ti ho portata qui stasera per dirti una cosa." Sospirò frugando nella sua tasca e Aurora si sentì rabbrividire. "Non è tanto che stiamo insieme, eppure io, Federico Chiesa, sono follemente e perdutamente innamorato di te." Tirò fuori una scatola nera dalla giacca e il cuore di aurora prese a battere all'impazzata, era troppo presto. "Non preoccuparti, non ti sto chiedendo di sposarmi, stiamo insieme da così poco." La rassicurò ridendo, notando il suo panico. "Voglio chiederti, però, di amarmi per gli anni a venire e dalla mia parte, io prometto di fare lo stesso e prometto che questo..." aprì la scatola rivelando una fedina argento con un piccolo brillante. "Un giorno si trasformerà in un anello di matrimonio."

Lei sorrise, le lacrime pronte a uscire da un momento all'altro, era così felice. Annuì, mentre lui le infilava l'anello nell' anulare della mano destro. Lo guardò contenta, prima di allungarsi per baciarlo. "Ti amo anch'io Fede, da morire."

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