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"Ci vediamo presto, okay?" Le sorrise, accarezzandole le guance con dolcezza. Aurora annuì, sorridendo malinconica. Sapeva che lui doveva andarsene, perché doveva andare a vincere l'Europeo, ma sapeva anche che la loro storia era appena iniziata e le sarebbe mancato da impazzire. "Scrivimi quando puoi." Sospirò. "E chiamami." Aggiunge subito. Federico ridacchiò, annuendo. Sorrise ancora di più, sostando le mani sui suoi fianchi ed attirandola più a se.
"Posso?" Sussurrò sulle sua bocca, sfiorandola. "Non devi chiedermelo tutte le volte, Fe-" Non la fece finire di parlare, interrompendola con le labbra posate sulle sue, rubandole quel bacio che sognava da quando si era svegliato quella mattina. Aurora strinse la stoffa della sua maglietta in un pugno, prima di girare le braccia intorno al suo collo ed aggrapparsi a lui, lasciandosi trasportare dalla foga del bacio. Si staccarono con il fiatone, incollando le fronti e guardandosi negli occhi, luccicanti. "Mi mancherai." Confessò lei, due parole che non immaginava che gli avrebbe mai detto. "Anche tu, tanto." Le lasciò un altro bacio a stampo sulle labbra, prima di staccarsi e afferrare la valigia per salire in treno.
"Ci vediamo presto, promesso." Le sorrise e lei annuì. "Sarà bene che tu mantenga la tua promessa, Chiesa." Lo prese in giro, come suo solito, come era normale fra loro due. Federico ridacchiò, salutandola con la mano, mentre lui e Bernardeschi salivano sulla carrozza. Serena abbracciò la sua amica tra le lacrime, anche se lei non stava piangendo, sapeva che lo stava facendo dentro, poteva capire come si sentiva. Li salutarono dal finestrino, mentre il treno fischiava, sfrecciando via.
