26. Sbagli

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dove sei? (17

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dove sei? (17.05pm)
puoi salire
sulla terrazza,
per favore?
(00.25pm)

Perché ?

vieni e basta,
ti prego

Va bene

Federico arrivò sulla terrazza 10 minuti dopo e quando uscì dall'ascensore aurora non poté fare a meno di pensare quanto fosse bello vestito con la tuta e i capelli umidi

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Federico arrivò sulla terrazza 10 minuti dopo e quando uscì dall'ascensore aurora non poté fare a meno di pensare quanto fosse bello vestito con la tuta e i capelli umidi. "Mi cercavi?" Si avvicinò a lei e prese posto per terra, dove erano seduti l'ultima volta. Un brivido lo scosse a quel pensiero. Di slancio lei si girò e lo abbracciò stretto, il calciatore ci mise qualche secondo prima di ricambiare, colto di sorpresa. "Va tutto bene?" Le accarezzò la schiena e lei annuì, incerta. Quando si staccarono lui la guardò negli occhi e sospirò. "Ieri io..."

"Mi hai baciato, si" lo interruppe. "E oggi mi hai evitata" aggiunse subito lei. "L'ho fatto" confermò Federico. "Non so... affrontare queste cose, capisci" Lei scosse la testa. "No, in realtà. Sei grande e vaccinato, mi hai baciato, ora?"

"Non lo so, Aurora. Tu mi piaci, ma ci conosciamo da così poco. Un giorno vorrei spaccarti la testa da quanto mi irriti, quello dopo vorrei riempirti di baci. Mi mandi in confusione." Aurora si irrigidì sul suo posto, sbiancando. "Federico... Per me ieri..." Si bloccò, non sapendo cosa dire.

"Ah." Strinse le mascella. "Non avevo pensato all'opzione in cui lo considerassi un errore." Era visibilmente nervoso, chiuse i pugni. "No, non è così, solo che-" Si odiava ma non poteva fare a meno di pensare a Mirko, non l'aveva ancora superata.

"Non importa, tranquilla. Fingiamo che non ti abbia detto nulla." Si alzò, pulendosi i pantaloni dalla polvere. "Ci vediamo domani, buonanotte Aurora." Non la lasciò nemmeno rispondere che chiuse la porta dietro di se. "Aspetta Fede!" Ma furono parole al vento, trasportate via nel traffico notturno di Roma.

Strinse le ginocchia al petto, posandoci la fronte, mentre le prime lacrime le rigavano il viso. Avrebbe voluto urlare, ma non poteva, così strinse le unghie intorno alla pelle delle sue gambe nude, digrignando i denti, mentre le lacrime solitarie si trasformavano in un pianto disperato. Si sentiva dannatamente sola e sbagliata, senza poter chiamare nessuno. Nico l'avrebbe odiata per aver fatto soffrire Federico, Serena l'avrebbe uccisa se avesse saputo di Mirko. Non poteva chiamare nessuno, poteva solo soffrire, in silenzio.

Era fottutamente sola.

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