Capitolo 3

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Oggi è il mio compleanno, ma devo comunque andare a lavoro. In realtà, ieri ho avuto un giorno libero, quindi ho compensato così.

Non vedo e non sento Charles dal briefing di due giorni fa, dopo che abbiamo avuto quel breve momento.

Non ho pensato ad altro in questi giorni; avrei voluto davvero tanto che Charles mi baciasse, e ho maledetto mentalmente Isabella per essere venuta a bussare proprio in quel momento, ma forse, ho pensato, è stato meglio così. Non voglio rovinare il rapporto che si sta creando tra noi, soprattutto perché questo influirebbe sul mio rendimento a lavoro e sui suoi risultati in pista. Non credo ne valga la pena, per della semplice attrazione fisica.

Parcheggio la macchina ed entro a lavoro, cercando di mettere da parte quel pensiero.

"Buon compleanno, Niki!" esclama Silvia non appena mi vede.

"Ti sei ricordata!" rido "Grazie, Silvia"

Continuo a camminare finché non raggiungo il mio ufficio.

"Niki! Tanti auguri!" esclama Isabella quando entro, prima di venire ad abbracciarmi.

"Auguri, Nicole" si aggiunge Carlos sorridendo, che stava discutendo con lei di qualche documento.

"Grazie, ragazzi, davvero" sorrido "Avete visto Charles?" chiedo.

"No, non è ancora arrivato" mi informa Carlos.

Guardo l'ora sul cellulare: le 8:30. Che strano, di solito è sempre qui molto in anticipo.

"Va bene, grazie, Carlos. Ne approfitto per finire di sistemare un po' di documenti" dico, sedendomi alla scrivania.

                                 —————

"Isa, mi passeresti il telefono fisso? È passata mezz'ora e non si è ancora presentato, lo chiamo" dico, guardando l'orologio.

Faccio il numero di Charles, mentre esco dall'ufficio camminando per la sede, nervosa. Odio il ritardo, i ritardatari e tutto ciò che riguarda questo mondo, soprattutto nel lavoro.

Inizio a camminare avanti e indietro, aspettando che il mio pilota si degni di rispondere.

"Capo, eccomi, sto arrivando" risponde lui velocemente, quasi urlando.

"Dovrai darmi una spiegazione davvero convincente e credibile, Charles" esclamo.

"Sono qui, sono qui" dice un secondo prima di riattaccare.

Mi giro e lo vedo arrivare, con una busta bianca tra le mani. "Sono sicuro che mi perdonerai per questo ritardo, appena ne saprai il motivo"

"Sentiamo..." sospiro, con le mani sui fianchi.

Si appoggia ad un tavolo, e dalla busta estrae una scatola, che apre velocemente.

Si guarda intorno, come a cercare l'approvazione degli altri, poi di scatto si gira e mi mostra, orgoglioso, una torta.

"Tanti auguri, capo!" esclama, incitando tutti gli altri ad applaudire.

Istintivamente rido e mi porto una mano alla bocca. È pazzo.

"Grazie, ragazzi, veramente. Lavoro qui da appena dieci giorni ma mi sento già parte della famiglia" dico sinceramente emozionata "quanto a te, Charles..." mi giro a guardarlo "non dovevi, ma grazie"

Secret - Charles LeclercWhere stories live. Discover now