Capitolo 28

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Nicole's POV

Entro in ufficio e, alla mia scrivania, trovo Carlos ad aspettarmi con un caffè in mano.

"Per me?" gli chiedo, con gli occhi che brillano.

Lui annuisce e mi sorride, passandomelo.

"Come mai sei già qui? Tu e Charles non dovevate arrivare alle 10?" gli chiedo, appoggiandomi al muro con un fianco.

"Mi sono svegliato troppo presto e ho deciso di venire qui prima" dice, alzando le spalle.

Annuisco e bevo un sorso di caffè, facendo una smorfia. "Ma ce l'hai messo lo zucchero?" gli chiedo.

"Ah, no! Hai ragione" dice, passandomi la bustina di zucchero che aveva appoggiato sulla scrivania.

Scuoto la testa e ridacchio, mentre svuoto la bustina nel bicchierino e inizio a girarlo. "Sono contenta che sei venuto a salutarmi, comunque" gli sorrido.

In quel momento, in ufficio arriva anche Isabella. "Buongiorno, ragazzi! Carlos, che ci fai già qui? Hai qualche intervista di cui mi sono dimenticata?" dice di getto, facendo ridere sia me che Carlos.

"No, Isa, tranquilla. Sono solo venuto un po' prima" la rassicura lui.

Lei sembra tirare un sospiro di sollievo, prima di mettersi seduta.

"Ho portato il caffè anche a te!" esclama Carlos, poggiando sulla sua scrivania il caffè e lo zucchero.

"Dovresti venire prima ogni giorno, se questo è l'effetto che ti fa" ridacchia Isa, guardandolo. "Sapete che ieri sera sono uscita di nuovo con Leonardo?" esclama, contenta.

"Mmh! E com'è andata?" le chiedo, interessata.

"Molto bene, Niki, finalmente" dice sorridendo, alludendo al discorso di qualche giorno prima.

"Sono contenta" sorrido.

"Tu? Alla fine che hai fatto ieri sera?" mi chiede Carlos guardandomi.

"Sono andata a cena con alcune amiche e poi siamo state in un locale a bere qualcosa. Niente di eccezionale, ma siamo state bene" gli spiego.

Lui annuisce. "Un giorno devi farmele conoscere, le tue amiche"

Io lo guardo male. "Tutte loro sono off limits!" dico, facendolo ridere. "La tua serata com'è andata, invece?"

"Bene. Anche noi siamo andati a cena e poi in un locale" dice, soltanto.

"E basta?" chiedo.

"Sì, basta" dice guardando il soffitto.

"Carlos? Che mi nascondi?" gli chiedo avvicinandomi e incrociando le braccia al petto.

"Cosa dovrei nasconderti?"

"Ti conosco troppo bene, forza, dimmi" lo incito.

Lui sbuffa, poi fa spallucce. "Ho baciato una ragazza"

Strabuzzo gli occhi e subito faccio incrociare il mio sguardo con quello di Isa. "Hai baciato una ragazza?!" esclamiamo quasi all'unisono, sorridendo.

Lui diventa rosso e alza gli occhi al cielo, nascondendo un sorrisetto. "Sì, ho baciato una ragazza. Ma non fatevi film" ci ammonisce, alzando un dito "È stato solo un bacio, niente di più. Non so neanche come si chiama"

Noi annuiamo. "Sono contenta, però" sorrido, dandogli una pacca sulla spalla.

"Allora aveva ragione Andrea!" commenta Isa, quasi pensando a voce alta.

Aggrotto le sopracciglia e mi giro a guardarla. "Che intendi?"

"Prima l'ho incrociato e stava dicendo agli altri che quello a cui è andata meglio la serata è stato Charles, che si è portato a casa una ragazza" ridacchia, iniziando a sistemare alcuni fogli sulla sua scrivania.

Il sangue mi si gela nelle vene mentre ascolto quelle parole. Mi giro immediatamente verso Carlos, che intanto mi guarda come se fossi appena venuta a sapere il segreto più grande del mondo.

Mi limito a guardarlo male, perché so di non poter parlare apertamente davanti a Isa, che ovviamente non conosce la situazione.

"Carlos, puoi venire un secondo con me? Charles mi aveva chiesto di farti vedere una cosa" invento; ho bisogno di una scusa per parlare con lui da soli.

Lui annuisce e saluta velocemente Isa, prima di uscire dall'ufficio e chiudersi la porta alle spalle.

Ci chiudiamo nello stanzino in cui Charles e Carlos si cambiano e do subito inizio ad una vera e propria scenata.

"È vero, Carlos?!" esclamo.

Lui si limita ad annuire.

"Perché non mi hai detto nulla?! Volevi tenermelo nascosto?" chiedo, quasi piagnucolando.

"Allora, innanzitutto calmati" inizia lui, agitando le mani "E poi no, non volevo tenertelo nascosto, ma cosa avrei dovuto dirti? Ero in difficoltà" ammette.

"Avresti dovuto dirmi che Charles si è portato a casa una ragazza per scopare, ecco cosa" sospiro, mettendomi seduta e passandomi una mano tra i capelli. "Diceva di amarmi, Carlos..." dico con gli occhi lucidi.

Lui si avvicina a me e mi accarezza piano la schiena. "Sono sicuro che sia stata la rabbia a farlo agire, Nik..." sussurra.

"Sono stata una stupida. Dio, come ho potuto anche solo pensare che potesse aspettarmi?" dico piano, alzandomi.

"Si sistemerà tutto, te lo prometto" mi dice Carlos, aprendo le braccia.

Mi rifugio nel suo abbraccio e Carlos mi stringe forte, lasciandomi sfogare.

Proprio in quel momento, però, la porta si apre e lascia intravedere Charles.

"Scusate, io non-" inizia, con la voce quasi rotta.

"No. No, tranquillo, non è niente" lo interrompo prima che possa dire qualunque cosa. "Io vado in ufficio" dico, uscendo velocemente per non farmi vedere completamente in lacrime.

—————

Charles' POV

"Buongiorno" mi saluta Carlos, togliendosi la maglia per cambiarsi.

Assottiglio gli occhi e lo guardo confuso. "Che cosa è successo con Nicole?"

"Niente, Charles, era solo un abbraccio"

Annuisco, poco convinto. "Com'è andata ieri sera?" gli chiedo.

Lui annuisce. "Piuttosto bene, direi. Ho baciato una ragazza, ma non mi ricordo neanche come si chiama" ridacchia, mentre si sistema i capelli.

"Wooow, Carlos Sainz. Che ti è successo?" chiedo, ridendo.

"A te com'è andata?" mi chiede poi, guardandomi.

"Parecchio bene, in realtà. A parte il sesso, che è stato meraviglioso, Alice è davvero una ragazza simpatica ed intelligente" commento, compiaciuto.

"Wo, wo, wo, aspetta. È una cosa seria, quindi?"

"Non direi seria, no. Però ci siamo scambiati i numeri e in questi giorni usciamo di nuovo" commento.

Carlos mi fissa per qualche secondo. "Charles, sei sicuro che questo sia quello che vuoi?"

"Sì, sono sicuro" dico soltanto, tagliando corto.

Lui annuisce. "Allora sono contento. Però sta attento, ok?"

Gli sorrido, riconoscente, e gli lascio una pacca sulla spalla. "Grazie" dico "Andiamo al simulatore?" chiedo poi, aprendo la porta.

"Sì, stavo per chiedertelo" mi risponde, mentre ci chiudiamo la porta alle spalle.

Secret - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora