Capitolo 15

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Nicole's POV

"Bello il film, eh?" chiedo a Paolo, salendo nella sua macchina.

Lui annuisce, mentre si sistema sul sedile.

Lo guardo aggrottando le sopracciglia. È da un po' che è strano: parla a malapena, non sorride, usa sempre il telefono e non mi degna di uno sguardo, sembra quasi far finta che io non ci sia.

"Paolo? Che c'è?" gli chiedo, incrociando le braccia al petto.

"In che senso?" mi chiede, guardandomi finalmente.

"In tutti i sensi! È la prima volta dopo un'ora che mi rispondi usando più di due parole!" sbotto.

Lui sbuffa, poi mi guarda ed inizia a parlare. "Ok, ascolta. Vorrei parlarti di una cosa a cui ultimamente penso spesso" mi dice.

Io annuisco. "Dimmi, allora"

"Perché ogni volta che usciamo appare Charles dal nulla?" chiede, guardandomi.

Apro la bocca per dire qualcosa ma la richiudo subito dopo, non sapendo proprio come uscire da questo argomento scomodo.

"Beh? Cosa c'è tra voi? È innamorato di te? È geloso di me, per qualche motivo? Parlami, Nicole, dimmelo perché io ho pensato a mille ragioni, ma sto impazzendo!" esclama, alzando le mani.

Io sospiro. Cosa mi invento ora, se non so nemmeno io i motivi di queste apparizioni improvvise?

"La verità è che non lo so nemmeno io" inizio a parlare, dopo aver deciso di essere il più trasparente possibile "Me lo ritrovo accanto ogni volta, è come se volesse proteggermi o essere sicuro che vada tutto bene" spiego.

Lui annuisce. "Va bene, ed è perché si è innamorato di te o per cos'altro? Perché, insomma, sei consapevole che questo non sia normale? Lavorate insieme, siete solo colleghi, no? O c'è qualcosa che non so, magari?" mi chiede, tutto d'un fiato.

"In effetti, è capitato che uscissimo insieme qualche volta. Ma, voglio dire, è stato solo per conoscerci meglio, in amicizia" dico.

Paolo mi guarda, titubante. "Non è mai successo niente, tra voi due?"

Respira, Nicole. Dovrai dire una bugia, ora.

"Ma certo che no!" esclamo, spostando lo sguardo "Mai!" aggiungo.

Lui annuisce e abbassa la testa. "Va bene, ok. Però, davvero. A me non dà fastidio che tra voi ci sia un bel rapporto, anzi! È importante che lo abbiate dato che dovete lavorare insieme ogni giorno, ma queste continue interruzioni delle nostre uscite, insomma..." lascia la frase in sospeso.

Io annuisco. "Hai ragione, certo. Gli parlerò, ok?" dico, toccandogli un braccio.

Lui mi fa un sorriso e poi annuisce di nuovo. Si avvicina un po' al mio sedile e mi prende la mano.

Ok, questo è strano.

Avvicina la mia mano alle sue labbra, lascia un bacio sul dorso e mi guarda negli occhi. Poi, nel giro di pochi secondi, si fionda sulle mie labbra e mi bacia.

Ha decisamente un'idea diversa rispetto alla mia su questo nostro rapporto.

Strabuzzo gli occhi e gli metto una mano sul petto, allontanandolo.

Ci guardiamo per qualche secondo; la sua espressione interrogativa e delusa.

"Ma..." riesce solo a dire.

"Paolo" inizio, chiudendo gli occhi per un attimo e sospirando "io credo che tu abbia frainteso"

Lui aggrotta le sopracciglia. "Frainteso?" ride, amaramente.

"Io non provo... questo per te" dico, tentando di essere sincera senza ferirlo.

"Come? Io non ti capisco proprio, Nicole! Perché non me l'hai detto quando ti ho baciato la prima volta?!" sbotta.

"Io... pensavo che... insomma, tu non hai affrontato l'argomento, pensavo che anche tu-" provo a dire, prima che lui mi interrompa.

"Cosa pensavi, eh? Cosa?" urla lui, battendo una mano sul volante.

"Pensavo che ti fossi accorto di aver sbagliato a baciarmi. Altrimenti perché non avresti tirato fuori il discorso dopo che Charles ci aveva visti?" dico, rimanendo calma.

Lui ride, ironico. "Certo, come ho fatto a non pensarci?" alza le mani "Charles, Charles, anche questa volta Charles, come sempre!"

Lo guardo, stranita. "Ma cosa c'entra? Ho solo detto le cose come stanno, è stato lui ad interromperci!"

"Certo che è stato lui, esattamente come ogni volta! E sai che ti dico? Che forse è proprio perché ti piace lui, che rifiuti me!" urla, guardandomi.

Io rimango ferma per qualche secondo, scossa da quelle parole. Non ci avevo mai pensato, ma in effetti questo avrebbe potuto spiegare la gelosia che provavo per Charles nel vederlo con la ragazza della sera prima.

"Non è così, Paolo. Semplicemente mi trovo bene con te, in amicizia. Non voglio relazioni, voglio concentrarmi sul mio lavoro" dico.

"Allora pensaci bene la prossima volta. Evita di illudere le persone, che ne dici?" sputa, arrabbiato.

Annuisco, capendo il suo stato d'animo in quel momento.

"Vado a piedi, non preoccuparti" dico solamente, prima di aprire lo sportello.

Lui si limita a farmi un cenno con la mano, prima di partire con la sua macchina, verso casa.

Mi sento infinitamente in colpa per averlo fatto soffrire, ma è come se fossi stata cieca tutto questo tempo, non mi ero accorta minimamente di questi suoi sentimenti per me, anche se Charles mi aveva avvisata.

Giusto, Charles.

Mi ricordo di avergli promesso di passare a casa sua dopo l'uscita con Paolo, quindi decido di mandargli un messaggio.

"Arrivo tra 10 minuti, ok?"

La sua risposta non tarda ad arrivare: "Ti aspetto qui"

Fermo un taxi e mi faccio portare a casa sua, dove arrivo dopo pochi minuti dato che, essendo sera tardi, non c'è traffico. Pago il tassista e scendo dalla macchina, prendendo la mia borsa.

Charles mi accoglie con un paio di pantaloncini della tuta neri e appena mi vede, sorride. "Ciao, capo" mi saluta.

Io forzo un sorriso ed entro, sedendomi sul divano. Non appena mi siedo, i ricordi di quella ragazza mezza nuda, qui, nel mio stesso posto, mi tornano in mente; trasalisco, spostandomi appena.

"Che hai? Hai una faccia!" esclama lui, guardandomi "Non dirmi che l'appuntamento è andato male" scherza.

"In realtà, sì" ammetto, guardandolo.

Lui si fa serio. "Cos'è successo? Ti ha fatto del male?"

Io scuoto la testa, sorridendo per la sua preoccupazione. "No, Charles, tranquillo. Anzi, è andata esattamente al contrario"

Lui aggrotta le sopracciglia. "Non capisco"

"Avevi ragione tu. Lui prova qualcosa per me. Stasera ha provato a baciarmi, ma io l'ho rifiutato e gli ho detto che da parte mia non c'è nessun sentimento, se non un profondo affetto" spiego.

"E lui si è incazzato..." ipotizza Charles.

Annuisco. "Che stupida che sono, Charlie" dico, mettendomi la faccia tra le mani.

Lui viene accanto a me e mi accarezza la schiena. "Ehi... dai, non essere così dura con te stessa" mi dice, alzando il mio mento con due dita per costringermi a guardarlo.

Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo e nel mio stomaco iniziano a volare mille farfalle, come non succedeva da molto.

Allora, forse, se dopo tutto questo tempo, queste farfalle si sono degnate di ricomparire, penso che qualcosa voglia dire. Così, allaccio le braccia dietro al collo di Charles e mi fiondo sulle sue labbra, che mi erano mancate così tanto.

Secret - Charles LeclercWhere stories live. Discover now