CAPITOLO 4

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POV'S ACE:

Da quando eravamo usciti dalla centrale ci eravamo scambiati poche parole, non che lì abbiamo parlato molto ma almeno ho avuto l'opportunità di sentire anche se per poco la sua voce e di abbracciarla. Quando ho notato che aveva ricambiato l'abbraccio con il mio stesso ardore mi si era scaldato il cuore, poichè lo avevo preso come un grande passo di fiducia nei miei confronti.

In questo momento dopo 12 ore se non di più di viaggio ci stavamo preparando per atterrare, o almeno io e Alessandro lo stavamo facendo poichè la mia principessa dopo solo 2 ore si era addormentata. Così con tutta la delicatezza che un padre può avere con i propri figli ho cercato di svegliarla.

ACE: Ara tesoro svegliati che stiamo per atterrare

ho detto scuotendola per una spalla e accarezzandogli i capelli. Arabella però non dava ancora nessun segno che potesse indicare che si fosse svegliata così cominciai a scuoterla con un pò più di forza. Dopo qualche minuto finalmente aprì gli occhi stanchi e assonnati e mi guardò cercando di capire cosa stesse succedendo.

ACE: scusa principessa ma siamo quasi arrivati e ti devi preparare

come risposta si sfregò le mani sugli occhi per rimuovere il residuo di sonno e si stiracchiò alzandosi per raccogliere le poche cose che aveva tirato fuori dal suo zainetto prima di addormentarsi.

Non appena atterrammo sulla pista dell'aeroporto ci dirigemmo verso il sub nero con il quale andammo a casa.

POV'S ARABELLA:

Passai l'intero tragitto dall'aeroporto verso casa con emozioni contrastanti. All'inizio provavo un'immensa felicità nel poter conoscere il resto dei miei fratelli, che da come mi aveva detto papà erano 10 insomma un esercito, facendomi subito film mentali su come potessero essere. Poi però la paura e l'insicurezza presero il sopravvento e cominciai a farmi mille paranoie su cosa potesse andare storto o cosa avrebbero pensato.

come se Alexander potesse leggermi nella mente si girò dal posto vicino al conducente, occupato da papà, e mi guardò con un sorriso rassicurante

ALEXANDER: sta tranquilla Ara a casa sono tutti impazienti di conoscerti, non puoi immaginarti come hanno reagito quando hanno scoperto di avere una sorella

mi disse facendo un lieve risolino prima di farmi l'occhiolino e rigirarsi riuscendo a farmi sentire più tranquilla di prima.

Non passò molto prima di fermarci davanti a una villa, che emanava una grande ondata di ricchezza, timore e soprattutto potere. Scesi dall'auto con occhi sgranati meravigliata da ciò che mi si mostrava davanti, insomma non è una cosa di tutti i giorni ritrovarsi come casa una villa che sembra più un castello con una grande distesa di giardino e mura altissime che andavano a significare la presenza di molti piani e stanze. Ero talmente presa ad osservare qualsiasi cosa mi si posasse davanti agli occhi che non mi accorsi nemmeno che mio padre e mio fratello si fossero avvicinati a me.

ACE: da come guardi la casa posso presupporre che ti piaccia

ARABELLA: io non la considererei proprio una casa ma come un castello vista la grandezza, ma si mi piace da morire insomma a chi non piacerebbe

ALEXANDER: aspetta di vedere il dentro, soprattutto la tua camera

A quelle parole per poco non piansi davanti a loro, insomma non ero abituata a tutto questo infatti per avere una camera lì a casa con Martha e Kevin ho combattuto da quando avevo 9 anni e solo ai 14 hanno deciso che per via dei loro affari dovessi stare in un posto dove non avrei potuto impicciarmi e per chiudermi tutto il tempo. Alla fine decisi di darmi un contegno e di riprendermi per non farmi vedere debole , insomma da tutta la storia passata con i miei ex genitori ho capito che se ti mostri debole dai più potere agli altri e per quanto io sia disposta a dargli fiducia non basta essere dello stesso sangue per dimenticarmi che in fondo non li conosco veramente.

Oltrepassata la porta d'ingresso la prima stanza che entra nel mio campo visivo è una sala molto grande con muri color cenere, ampie finestre che permettono alla luce di illuminare qualsiasi angolo, 3 divani di pelle molti grandi che possono ospitare almeno 15 persone, 5 poltrone anch'esse di pelle, un televisore posto sopra al camino acceso che emana un calore piacevole con sopra qualche cornice con delle foto di quelli che credo siano i miei fratelli e altri mobili di legno scuro che vanno a completare l'arredamento.

lo spazio che divide la sala dall'altra stanza, che sembra essere la sala da pranzo visto il grande tavolo , è un vasto corridoio con delle scale che portano al piano superiore dalle quali noto che stanno scendendo dei ragazzi.

Non appena mi giro verso mio padre per chiedergli se sono loro i miei fratelli vengo presa per un braccio e stretta da delle braccia che avrei scambiato facilmente per quelle di Alexander se solo non fossero meno muscolose e che la persona a cui appartengono abbia un profumo differente, più delicato ma piacevole il quale dopo un'istante di paura per la sorpresa del gesto riesce a tranquillizzarmi.

PRINCESS MAFIAWhere stories live. Discover now