CAPITOLO 6

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POV'S ARABELLA:

A quanto pare eravamo arrivati durante l'orario di cena visto che dopo gli ultimi abbracci alcune cameriere erano venute ad informarci che era tutto pronto e che se volevamo potevamo accomodarci.

Entrati nella sala da pranzo, una stanza molto ampia con un vasto tavolo di legno scuro tendente al nero e con sedie di pelle anch'esse nere che accoglieva 30 persone minimo e con alcuni mobili altrettanto scuri che completavano la stanza, tutti presero posto e dato che non mi avevano dato nessuna direttiva mi sedetti al primo posto libero che mi capitò davanti.

Avevo a destra Mattwe e a sinistra Mason invece davanti a me si sedettero Francesco e Riccardo. Non sapevo ancora cosa avesse quest'ultimo contro di me visto che ogni volta che guardavo nella sua direzione mi ritrovavo il suo sguardo severo addosso, però decisi di non pensarci e di concentrarmi sul resto della famiglia. Tutti parlavano tra di loro chi di lavoro e chi di cose abbastanza stupide come Edward, che da quello che avevo intuito era il più casinista, che raccontava di come con i suoi amici avevano fatto uno scherzo al professore di filosofia e per questo si erano beccati fischi e applausi da tutta la scuola. Mi sentivo felice e strana allo stesso tempo insomma non avevo mai cenato con altre persone anzi erano rare le volte in cui i miei "genitori" mi permettessero di stare con loro o addirittura condividere un pasto visto che il massimo che mi concedevano fosse l'essenziale per non farmi morire di fame.

Quando arrivò da mangiare guardai il mio piatto cercando di capire cosa fare. Non sapevo se lo avessero messo lì per mettermi alla prova e alla fine trattarmi come facevano Martha e Kevin o potevo veramente gustare quel bellissimo e delizioso pezzo di manzo che avevo davanti. Come se mio padre fosse stato interpellato mi guardò e fece segno di mangiare, così senza indugio presi la forchetta e iniziai a divorare quello che avevo nel piatto.

Alla fine arrivai nella mia stanza, mostrata precedentemente da Alexander, con la pancia piena e con un sorriso soddisfatto sul volto, non avevo mai mangiato così tanto da sentirmi scoppiare. Mi sedetti sul letto ed esaminai per bene la stanza. Le pareti, come il resto della casa, erano nere e le finestre erano abbastanza grandi da illuminare l'intera stanza, il letto era gigantesco per una sola persona ed era ricoperto da coperte neri e grigie morbide al tatto con un gran numero di cuscini anch'essi molto morbidi, il pavimento presentava un tappeto peloso che faceva solletico ai piedi, gli armadi erano molto capienti ma sinceramente non sapevo che farmene visto che tutto quello che avevo erano 3 pantaloni, qualche maglietta e il mio spazzolino. Continuando a girarmi per la stanza notai una porta alla quale non avevo fatto caso così l'aprii. All'interno c'era un bagno con una doccia, vasca e due lavandini insomma uno spettacolo.

Alla fine mi misi l'unico pigiama che avevo portato con me e mi addormentai sperando di non fare nessun incubo.

POV'S ACE:

Alla fine della cena dopo che i più piccoli della casa andarono nelle loro camere mi ritrovai con i miei 4 figli più grandi in salotto per discutere di alcune cose. Non riuscì però a smettere di pensare ad Arabella , non mi sarai mai aspettato una situazione del genere insomma il mio più grande desiderio si era avverato però il pensiero di essermi perso tutte le su prime volte mi faceva infuriare. Alla fine venni riportato alla realtà dalle parole di James.

JAMES: non so voi ma io sono già follemente innamorato di quella principessa, non vedo l'ora che sia domani così da poter trascorrere la giornata insieme

THOMAS: calmati scimmione e rispetta la fila qui tutti noi vogliamo passare del tempo con lei e visto che sono più grande di te ho la precedenza

ALEXANDER: smettetela di comportarvi in modo infantile sceglierà lei con chi e se passare del tempo con voi , non dovete metterle fretta avete visto anche voi che per quanto stia cercando di darci fiducia è ancora molto restia nei nostri confronti e come biasimarla d'altronde non sapeva di noi fino a qualche ora fa e nonostante noi ci troviamo nella sua stessa situazione siamo cresciuti insieme invece lei è rimasta sola

ADRIAN: bisogna fare un bel discorsetto a Riccardo, non so se voi ci avete fatto caso ma io si e ho notato che per tutta la serata non smetteva di mandare occhiatacce ad Ara per metterla in soggezione e per intimidirla.

ACE: tranquillo domani ci penserò io, adesso andiamo a dormire che siamo tutti stanchi dopo gli ultimi avvenimenti

Detto questo salii le scale per andare verso la mia stanza ma quando nel tragitto passai davanti alla camera di Arabella sentii dei lamenti e dei singhiozzi. Allarmato aprii la porta e mi fiondai da mia figlia. Arrivato davanti a lei però mi accorsi che stava dormendo e che quello che stava avendo era un incubo. Senza esitazione mi sedetti vicino a lei e cominciai ad accarezzarle i capelli e a pronunciare cose dolci per calmarla. La cosa sembrava stesse funzionando visto che si calmò e i singhiozzi cessarono.

ARABELLA: papà

ACE: shh sta tranquilla tesoro ci sono io qui con te, torna a dormire

Ara non se lo fece ripetere due volte e si rimise a dormire accoccolandosi di più verso di me, in quel momento mi si scaldò il cuore. Alla fine quando mi accorsi che si fosse riaddormentata uscii dalla camera senza fare rumore e andai a dormire anche io.

PRINCESS MAFIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora