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Rimasi bloccata per un attimo, tentando di elaborare le sue parole.
Il nostro mondo esisteva ancora? E lui come poteva esserne certo?

-Spiegati-, il mio tono era freddo, diffidente, e lui parve accorgersene, perché si voltò di nuovo verso di me, pur restando fermo dov'era.

-Dimmi cosa vuoi sapere. Ci sono decisamente troppe cose da spiegare-
-Cosa sai del mondo da cui veniamo? C'è davvero una speranza di tornare?-
-Se riesci a restare in vita e a fidarti, potrebbe esserci questa possibiltà-

Lo squadrai da capo a piedi, poi tornai a guardarlo negli occhi, determinata.

-E di chi dovrei fidarmi? Di te?-

Lui sorrise e incrociò le braccia.

-Trattieni il sarcasmo. Voi europei siete tutti così stronzi?-

-Qualcuno è persino peggio-, risposi, secca. Lui notò la mia impazienza, e finalmente si decise a piantarla con quelle stupide battute.

-Beh, diciamo che conosco un posto che potrebbe darti una risposta molto meglio di quanto potrei fare io in questo momento. Non vorrei sembrarti saccente-, aggiunse con una punta di sarcasmo, -ma sono piuttosto sicuro che questa possa essere la tua miglior possibilità, se ci tieni tanto a tornare-

Un luogo sicuro? Non si capiva molto delle sue parole, quel tipo era come un enigma vivente, ma dovetti accontentarmi di ciò che riuscivo a malapena a comprendere, se volevo trarne qualcosa di utile. Sospirai, rilassandomi leggermente e facendo ricadere le braccia lungo i fianchi.

-Senti, non abbiamo tempo per questo adesso. Mi stai distraendo dal capire le dinamiche fondamentali di questo game, e non credo tu voglia avere la mia morte sulla coscienza-

Lui mosse qualche passo verso nella mia direzione, prima di bloccarsi di nuovo.

-Ho l'impressione che non morirai, stanotte-

-Davvero? E perché?-

-Perché hai avuto la mia stessa idea e mi hai persino battuto sul tempo, quindi l'astuzia non ti manca-

In altre parole, era talmente convinto di sé e delle sue capacità, da dedurre che se davvero io avessi avuto il suo stesso modo di ragionare ed agire, sarei per forza sopravvissuta.

Non risposi subito, per evitare di insultare lui ed il suo ego smisurato, ma la mia faccia sicuramente stava esprimendo ciò che non usciva dalla mia bocca.

-Per questo mi stai parlando di un posto sicuro? Perché credi che siamo simili?-

-Quando arriverai alla Spiaggia, vedrai che capirai immediatamente perché ti ho fatto questa proposta-

La "Spiaggia"? Dovevo forse andare a bere cocktail in riva al mare con un tizio squilibrato ed egocentrico?

-Non credo che funzionerà. Ho altre cose più importanti di cui occuparmi, al momento-, mormorai, pensando a Chota e alla sua gamba martoriata.

-Più importanti che fare ritorno a casa? Si vede che sei qui da poco, allora. Ti sto offrendo ciò che tutti stanno cercando disperatamente, una vera speranza-

Ma cosa voleva da me quel ragazzo? Gli avevo forse mai chiesto una mano? E come poteva credere che mi sarei fidata di lui dopo appena una decina di minuti di battutine sarcastiche?

Esitai, valutando la cosa.

Se mi stava dicendo la verità, io ed i miei amici avremmo potuto salvarci, in qualche modo che ancora non ero riuscita a capire. Ma se fosse stata una trappola? Valeva la pena rischiare?

Ma in fondo, io e gli altri stavamo partecipando a quel game proprio per cercare aiuto, quindi sprecarlo sarebbe stato decisamente stupido. Un autosabotaggio.

the border between us - Chishiya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora