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-Tra tutti i posti in cui Asashi e Momoka potevano condurci, dovevano proprio scegliere i sotterranei della metropolitana? Non si vede un cazzo, qui sotto-, protestai cercando di abituare i miei occhi al buio che aveva avvolto completamente me e i miei amici.

Camminavamo lentamente, cercando di orientarci e di proseguire grazie al cellulare che le ragazze avevano lasciato ad Arisu.

-Abbassa la voce, Y/n, non sappiamo chi possa esserci in questo posto. Sei sempre così delicata-, sbuffò il mio amico con sarcasmo, facendo ridere anche Usagi.

-Non la biasimo-, sorrise lei.

-Di questo passo, trovare quella dannata porta che hanno mostrato nel video non sarà affatto semplice. Sei sicuro che stiamo andando nella direzione giusta?-

Lui si bloccò, arrestando il rumore dei suoi passi.

-Non fatemi venire ancora più dubbi, voi due. Ho guardato il video di Asashi almeno una decina di volte, l'ho praticamente imparato a memoria, quindi sono piuttosto sicuro-

Cercammo a vuoto fino a quando, dopo un po' di tempo, i nostri occhi non si abituarono gradualmente all'oscurità; solo a quel punto, Usagi trovò la porta che si trovava in un angolo un po' isolato del passaggio sotterraneo.

Ci avvicinammo con calma, quasi spaventati; non avevamo idea, di fatto, di ciò che ci stava aspettando dall'altra parte, sapevamo solo che era importante per qualche motivo, e che probabilmente Momoka e la sua amica ci volevano condurre lì, il che doveva per forza contare qualcosa.

-Beh, ci siamo. Arisu, a te l'onore-

Il mio amico si voltò di scatto nella mia direzione, e nella penombra potevo intravedere la sua espressione sconvolta.

-Perché devo sempre essere io ad aprire le porte, in questo mondo? Credi che mi diverta a rischiare la vita ogni volta?-

-Non essere sempre così drammatico, è solo una cazzo di porta!-

-Aprila tu, allora!-

-Smettetela, voi due!-, Usagi si intromise, esasperata, guardandoci come se fossimo impazziti.

-La apro io, d'accordo? Basta che facciate silenzio-

Sorrisi. I modi di fare di quella ragazza mi piacevano sempre di più.

Non appena abbassò la maniglia, ci trovammo a spingere la porta molto lentamente a causa della forte luce che proveniva dall'interno di quella stanza; era come guardare il sole da vicino, dopo essersi abituati all'oscurità.

Superammo la soglia con cautela, camminando in fila indiana e coprendoci gli occhi con un braccio, finchè un po' alla volta non fummo in grado di ricomporci e assumere una posizione normale.

Fu solo allora che notammo ciò che avevamo di fronte; la stanza era totalmente priva di altre persone, ma in compenso ogni muro era coperto da monitor luminosi, completamente bianchi , di diverse dimensioni. Al centro esatto della sala, pendente dal soffitto, calava lo schermo più grande di tutti, nonché il più accecante.

-Beh, il posto corrisponde a ciò che viene mostrato nei video. Deve proprio essere questo il quartier generale-, sentenziò Arisu, al mio fianco, mentre si guardava attorno con aria assorta.

-Ma dove sono finite tutte le persone che si trovavano qui? I dealer che passavano il loro tempo in questo posto, programmando i game?-, Usagi fece qualche passo, osservando i monitor più da vicino.

Non avevo visto quei filmati, ma anche io mi aspettavo che avremmo come minimo trovato qualcuno, dietro alla porta che stavamo cercando. Era un sollievo, certo, ma allo stesso tempo non saremmo riusciti ad ottenere molte risposte in quel modo.

the border between us - Chishiya Where stories live. Discover now