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Percepii il corpo di Chishiya che si irrigidiva, e quando lo guardai negli occhi sorridendo, capii che c'era finalmente cascato. Aveva davvero creduto alle mie parole, al fatto che non mi sarei più fatta avvicinare emotivamente dal ragazzo che mi aveva manipolata, e che fino a quel momento aveva creduto di poterlo fare di nuovo, se gli fosse stato necessario.

Non so come descriverlo a parole, ma lo si poteva chiaramente leggere nei suoi occhi, quella sorta di stupore e disappunto; aveva creduto che stessi per baciarlo, che non potessi resistergli, ed ero fiera di avergli dimostrato il contrario per la prima volta da quando lo avevo conosciuto.

Vedendo che non si muoveva, fui io ad allontanarmi bruscamente da lui, dandogli le spalle di nuovo. L'avevo colto talmente alla sprovvista da togliergli quel sorrisetto irritante dalla faccia, e vederlo così perplesso mi aveva appena dato la forza per scalare una montagna.

-Y/n-, mormorò dopo qualche minuto, alle mie spalle. A giudicare dal modo in cui mi giungeva alle orecchie la sua voce, era rimasto esattamente fermo dove l'avevo lasciato.

Non gli risposi, ma in fondo sapevo che se fossi rimasta semplicemente in silenzio, lui mi avrebbe detto comunque ciò che voleva dire, quindi attesi. Sentii un sospiro.

-Quello che hai detto, sul fatto che non hai mai provato queste cose per nessuno-, parlava in modo cauto, ma sembrava nervoso.

-Le pensi sul serio, o ti servivano per poi concludere con la tua frase ad effetto?-

Il mio battito accelerò.

-Che differenza fa? Ora improvvisamente ti importa sapere cosa provo davvero nei tuoi confronti?-

-No, non mi importa affatto, è proprio questo il problema. Non capisci?-, sembrava esausto, come se mi avesse ripetuto quelle parole già un milione di volte, e la cosa mi confondeva molto.

Sempre dandogli le spalle, sorrisi, esasperata.

-No, Chishiya. No capisco mai nulla con te, non so mai perché fai quello che fai, o cosa ti spinga a ragionare in un certo modo. Ma immagino che ognuno sia fatto a modo suo, giusto?-

-Credo che ti faccia comodo pensarla così. Non ti va di sforzarti e fare due più due, perché sai che la verità non ti piacerebbe-

Rimasi in silenzio; volevo davvero vedere dove volesse andare a parare, anche se mio malgrado cominciavo già ad arrivarci.

-Ma se non vuoi pensarci tu, dovrò dirtelo io, perché non voglio che pensi cose sbagliate per tutto il tempo. Il problema tra noi, è che a me non importa; di certo, non abbastanza-

Fu un po' come ricevere un pugno nello stomaco. Com'eravamo arrivati a quel punto per l'ennesima volta? Come diamine aveva recuperato la posizione di potere che mi ero guadagnata pochi istanti prima con tanta fatica?

Era di nuovo in vantaggio, gli avevo permesso di calpestarmi il cuore un'altra volta, e faceva male.

-Non ho mai pensato che ti importasse davvero di me. Non so cosa ti faccia pensare che io mi illuda su questo, ma non è così-, mormorai, ma l'arroganza del mio tono era scomparsa.

-Ti sei solo messo a dire ad alta voce quello che finora mi hai sempre dimostrato con i fatti, ma non è certo una novità che a Chishiya importa solo di sé stesso-

-No, tu non capisci-, mi interruppe, quasi arrabbiato.

-Non mi importa, ma è come se fosse una cosa universale. Mi sento così da tutta la vita-, lo disse con un tono strano, che sembrava insofferente.

Mi voltai verso di lui, e dalla sua espressione vidi che avevo ragione; voleva che capissi quanto ciò che mi stava dicendo fosse importante, in realtà; mi stava mostrando la sua essenza, quello che credeva che fosse il suo problema di fondo, o perlomeno ci stava provando.

the border between us - Chishiya Where stories live. Discover now