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Credevo che il cuore mi sarebbe letteralmente uscito dal petto, tanto batteva forte.

Osservai Chishiya mentre fissava le mie labbra, con le sue parole che mi rimbombavano in testa, ed ero sicura che, se avesse provato a baciarmi, lo avrei assecondato senza esitare.

Avevo davvero un gran rispetto verso me stessa, dannazione.

Esitai, perché lui rimaneva immobile in quel modo ed il tempo sembrava essersi fermato; volevo rispondergli,  avevo bisogno di dire quelle parole.

"-Lo sai, che cos'è davvero difficile?-

-Che cosa? Essere gentile, meno misterioso?-

-Tenerti lontana da me-"

-Allora non farlo-, sussurrai in un filo di voce.

I suoi occhi si spostarono dalle mie labbra e si fissarono di nuovo nei miei, dubbiosi.

Perché aveva improvvisamente quell'espressione divertita, di nuovo?

Gli sembrava il momento di scherzare, dopo ciò che mi aveva appena detto?

-Y/n, non so che diamine hai capito, ma la mia frase era da prendere letteralmente. Ogni volta che ti respingo, trovi un modo per tornare da me-

Avrei dovuto aspettarmelo, come le volte precedenti, ma a quanto pare il mio cuore stava soffrendo di nuovo come se fosse la prima volta che mi beccavo una risposta del genere da lui. Anzi, sembrava soffrire ancora di più del solito.

Perché mi illudevo ogni singola volta che i suoi sentimenti sarebbero cambiati, magicamente, da un momento all'altro?

Sentii i miei occhi bruciare, le lacrime che minacciavano di uscire.

-No, non di nuovo, ti prego. Hai detto che non avremmo litigato-, mormorò esasperato, come se fossi un'idiota che piange per le stronzate, e non mi avesse mangiato le labbra con lo sguardo letteralmente pochi secondi prima.

-Chishiya-, pronunciai il suo nome con decisione mista a rassegnazione, e lui arretrò di qualche passo, attendendo che finissi la frase.

-Non so che cazzo ti aspetti da me. Mi dispiace se le mie emozioni urtano la tua solita tranquillità, la tua incapacità di provare qualcosa, ma devi smetterla di trattarmi come se fossi pazza. Tu mi illudi, giochi con me, e subito dopo mi tratti come se fossi una bambina che si è presa una cotta per qualcuno che non potrà mai avere-, ricacciai indietro le lacrime, perché volevo davvero affrontare quella discussione nel modo più serio possibile.

-Non sono io ad illuderti, fai tutto tu-

-Stronzate. Fino a un minuto fa mi spogliavi con gli occhi, e non me lo sono certo inventata. Quindi deciditi; o lo hai fatto di proposito, appunto, per giocare con me, oppure direi che dovresti farti due domande, perché il modo in cui mi guardi non va d'accordo con il tono che stai usando, cercando di fingerti indifferente-

A quel punto, sembrava frastornato da tutte quelle mie insinuazioni.

-Mi stai davvero dando dell'indeciso? Proprio tu, che un momento mi odi, e quello dopo mi piangi addosso?-

-La colpa è tua, cazzo!-, sbottai azzerando nuovamente la distanza tra noi in un impeto di rabbia.

-Tua e dei tuoi stupidi modi criptici! Mi cerchi, scherzi con me, mi tiri su di morale e mi guardi in quel tuo modo che mi fa girare la testa, ma non appena ricambio le tue attenzioni fai lo stronzo insensibile che non vuole saperne di me. Se sono confusa, è solo colpa tua-

Fui sorpresa quando capii che lo avevo zittito.

Se ne stava lì, a fissare il vuoto, senza guardarmi, come se non avesse davvero idea di cosa rispondere.

the border between us - Chishiya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora