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La mattina seguente, mi alzai presto e scesi nell'atrio principale, per aspettare che Kuina uscisse.

Quando arrivò, dovetti quasi placcarla per riuscire a fermarla, tanto camminava spedita, e lei mi guardò parecchio perplessa ma accennó un sorriso.

-Y/n, senza offesa, ma stai da schifo. Fatto nottata?-, il suo tono sarcastico mi fece capire che Chishiya le aveva parlato di ciò che era accaduto sul tetto, e la cosa mi sorprese, nonostante non sapessi se prenderla come una cosa positiva o meno.

-Non ho dormito granchè, sai, con il ritorno improvviso di Arisu e tutto quella confusione che si è creata. Certe cose non sono facili da digerire, avevamo molto di cui parlare-, rimasi sul vago, escludendo il suo amico dalla conversazione di proposito. La sua espressione mutò, facendosi immediatamente seria.

-A proposito, non ti ho ancora fatto le condoglianze. Mi dispiace per i tuoi amici, e forse avrei dovuto dirtelo subito, ma la situazione è precipitata così in fretta che io non..-

-Non ti preoccupare, Kuina, capisco perfettamente. A dire il vero, dovrei ringraziarti per essere rimasta a consolare Arisu. Insomma, non eri tenuta a farlo dato che nemmeno sapevi chi fosse. Sei una persona davvero gentile-, le sorrisi, e nei suoi occhi colsi quella sfumatura che cercavo, il rimorso.

Una delle tattiche più comuni per smascherare qualunque tipo di tradimento o sotterfugio, se compiuto da qualcuno che teoricamente tiene a noi, è far emergere in loro il senso di colpa per ciò che hanno fatto, e ovviamente il modo più semplice ed immediato per riuscirci è far sapere loro quanto gli siamo grati, trasmettergli il nostro affetto e la nostra gratitudine anche verso le più piccole gesta che hanno compiuto nei nostri confronti. Non che sia una regola universale, funziona solo con persone dotate di empatia e con una certa personalità, ma per Kuina andava bene.

-Qualcosa non va?-, le domandai, fingendomi sinceramente preoccupata.

Scosse la testa, e quella punta di rimorso scomparve in una frazione di secondo, ma ormai avevo avuto la mia prova; qualunque cosa Chishiya stesse tramando, lei ne era al corrente, forse partecipava persino.

-Stavo solo pensando al game a cui dovremo prendere parte oggi-

Inarcai le sopracciglia. Non le avevo mai detto che il mio visto stava per scadere.

-Come lo sai?-

-Che cosa?-

-Che parteciperò al tuo stesso game, oggi. Non ne ho parlato con nessuno, apparte Chishiya-, a questo punto la stavo praticamente accusando, ma se volevo delle risposte dovevo mostrarmi attenta ai dettagli, determinata. Lei arrossì leggermente, alzando le sopracciglia.

-Oh, sì, come ti ho detto la sua voce corre più delle altre-, sorrise, nervosa, facendo riferimento alla nostra prima conversazione.

-Quindi ti ha parlato di ciò che è successo ieri notte, sul tetto?-, andai diretta al punto, sperando di coglierla alla sprovvista, cosa che mi riuscì a giudicare dall'aria stupita sul suo volto.

-Beh, non mi ha detto molto, a dire il vero-

Sorrisi, fingendomi un po' imbarazzata.

-Oh, quindi non ti ha detto che ci siamo baciati-

L'espressione sul suo viso non era sorpresa, ma quasi timorosa, rassegnata.

-Forse non dovrei parlartene, so che siete molto amici. Ma so anche che sei praticamente l'unica che può effettivamente dire di conoscerlo, e a dire il vero, il suo gesto mi ha un po' sorpresa, quindi vorrei la tua opinione-, proseguii con la mia farsa.

the border between us - Chishiya Where stories live. Discover now