•17•

680 40 10
                                    

-Chota è decisamente il perdente più emotivo che io abbia mai conosciuto-, Karube sorrise, portandosi alle labbra una sigaretta e accendendola.
Il diretto interessato lo fulminó, senza tuttavia riuscire nel suo intento di apparire minaccioso, perché semplicemente era impossibile, per uno dall'aria tanto indifesa.

-In fondo, essere emotivi non è tanto male-, ovviamente fu Arisu ad assumere il ruolo di paladino della giustizia, difensore dei più deboli.

Sorrisi, stiracchiandomi e allungandomi sullo sgabello del bar in cui lavorava Karube, e scossi la testa.

-Le emozioni fanno stare male, Chota. Dovresti provare a trasformarti in un vampiro e spegnere tutti i sentimenti-, dissi in tono drammatico, ma i miei amici mi guardarono molto perplessi.
-Vi prego, non ditemi che non avete mai sentito parlare di The Vampire Diaries-, li supplicai.

Arisu rise.
-Solite cose strane da europei-
-Avete anche serie TV sugli alieni, in Italia? Tipo quegli strani horror un po' fantasy e un po' romantici?-, Chota diede manforte all'amico e io mi portai le mani sul viso, disperata.

-Cavolo, ragazzi, devo farvi una cultura. Vi perdete delle ottime occasioni per piangere a dirotto, non conoscendo certe serie storiche-

Karube rise, sbuffando fuori il fumo della sigaretta.
-Oh, a Chota non serve un'altro incentivo. Versa già abbastanza lacrime ogni giorno, per la sua condizione di quasi-uomo vergine-

-D'accordo, prendetevi pure gioco della mia sensibilità. Ma quando vi troverete anziani e soli perché avrete preferito fare gli stronzi anziché affidarvi al vostro cuore, saró io a ridervi in faccia-

-Ti sbagli, noi diamo peso ai nostri sentimenti, solo che solitamente non lo facciamo in modo patetico e disperato-
Guardai male Karube dopo quella sua risposta.
-Dovresti finire quella sigaretta e tornare al lavoro, razza di idiota-
Lui alzò le mani, spalancando gli occhi.
-Come mai all'improvviso te la prendi tanto?-

-Credo che ognuno di noi abbia un modo di dare e ricevere amore tutto suo. Non dovresti dare a Chota del disperato solo perché vuole trovare la persona giusta per lui, in fondo non è quello che vogliamo un po' tutti?-

-Non io-, Arisu alzò le spalle, sgranocchiando delle patatine che aveva scroccato all'amico. Eravamo dei raccomandati, non pagavamo praticamente mai nulla quando andavamo a trovare Karube sul posto di lavoro, e lui non mancava certo di ricordarcelo ogni singola volta.
-Ho già abbastanza persone che mi dicono cosa dovrei star facendo, che mi ricordano quanto io sia un buono a nulla. Non mi serve anche una ragazza-

-Cazzate. Tu in fondo saresti il più romantico tra tutti noi, ne sono sicura. Devi solo innamorarti-
-La più romantica sei decisamente tu, y/n, mi dispiace. Sei capace di trovare la bellezza in tutte le più piccole cose-

Riflettei sulle parole di Arisu, perché in fondo aveva ragione. Spesso mi capitava di pensare che molto difficilmente avrei trovato qualcuno adatto a me, proprio perché amavo in un modo che non andava più "di moda", ai nostri tempi; ero quel genere di persona con la galleria intasata di foto del cielo dai mille colori, che sognava di poter essere libera di amare incondizionatamente, ma soprattutto di sentire quel sentimento totalmente ricambiato dall'altra persona.
Volevo non per forza una persona romantica nel senso più superficiale della parola, ma qualcuno che fosse travolgente e profondo, con cui poter fare discorsi lunghi ore e ore sulle tematiche più astratte e inspiegabili, con cui uscire a notte fonda a guardare la luna e le stelle, o a ballare le canzoni degli Smiths in cucina cucinando e a volte bruciando la colazione, perché troppo presi dal momento.

the border between us - Chishiya Where stories live. Discover now