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Uscii dalla stanza di fretta, subito dopo Niragi ed Aguni, con la testa frastornata da tutto quello che stava succedendo. Tra la morte del Cappellaio e la probabile ed imminente morte del mio amico, non avevo la minima idea di come mi sarei dovuta comportare.

-Y/n-, sentire il mio nome pronunciato di nuovo da Chishiya mi provocò una stretta al cuore, ma non mi fermai subito. Volevo che sapesse quanto ormai i miei sentimenti per lui non fossero più una priorità, volevo che capisse che ero tornata la persona razionale che ero prima di incontrarlo, e che lui credeva che fingessi soltanto di essere. Continuai a camminare, ma mio malgrado rallentai un po' il passo, perché in fondo non ero certa di non voler parlare con lui dopo ciò che aveva fatto tentando di rimediare.

Me lo doveva, certo, ma non ne capivo le dinamiche, le motivazioni che potessero averlo portato a incastrarsi con le sue stesse mani, e la mia curiosità nei suoi confronti non mi permise di camminare ancora per molto. Quando alla fine mi fermai, sentii il suo sguardo puntato su di me, alle mie spalle.

Non ero davvero pronta a parlare di nuovo con lui, odiavo la persona che aveva osato prendersi gioco di me sfruttando i miei punti deboli. Ma il modo in cui mi aveva guardata quella sera era diverso, che ci volessi credere o no, aveva qualcosa che sembrava quasi rendere dubbioso il suo volto sempre astuto, determinato, audace. E il modo in cui aveva appena pronunciato il mio nome, non era più piatto come al solito; vi si poteva percepire una sorta di richiesta, come se mi stesse effettivamente chiedendo di fermarmi e di parlare con lui. Ma, probabilmente, il mio era solo il punto di vista distorto di una stupida ragazza che si era presa una cotta per lui, quindi queste supposizioni non erano affatto attendibili.

Presi un respiro profondo, poi mi voltai e feci uno sforzo immane per guardarlo negli occhi. Come mi aspettavo, fui pervasa da un misto di emozioni positive e negative, ma in fondo le prime erano semplici illusioni. Potevo anche sentirmi felice, soddisfatta all'idea che volesse parlare di nuovo con me, che gli importasse, ma in fondo sapevo che nulla di tutto ciò era reale, stavo solo distorcendo la realtà.

Tentai di mantenere un'espressione imperturbabile, decisa, diversa da quella che ero solita mostrargli, e rimasi a guardarlo in silenzio. Lui ci mise qualche secondo prima di parlare, come se per una volta stesse soppesando le sue parole.

-Credo che tu abbia capito perché l'ho fatto-, mormorò infine, spiazzandomi, ma non lo diedi a vedere.

-A cosa ti riferisci esattamente, Chishiya? Perché negli ultimi giorni hai fatto parecchie cose-

Ed eccolo lì, quel sorrisetto sarcastico che tornava sul suo volto.

-Parlo di poco fa, quando ho salvato il culo al tuo amico-

-Hai solo preso tempo-, lo guardai sprezzante, sorpresa dalla sua faccia tosta.

-Sei stato tu ad incastrarlo, hai persino fatto la spia, quindi non ti puoi certo aspettare un ringraziamento-

-Non è ciò che voglio-, fece qualche passo verso di me, senza smettere di guardarmi, poi si fermò nuovamente, quando fu abbastanza vicino a me da poter abbassare notevolmente il tono di voce.

Deglutii, nervosa. Non capivo mai dove quel ragazzo volesse arrivare, aveva sempre un modo di parlare così criptico che avrei tanto voluto che esistesse un apposito manuale d'istruzioni per riuscire a comprenderlo.

-Allora cosa vuoi?-

-Solo che tu capisca perché l'ho fatto. Ho messo a rischio la mia vita, quella di Kuina, ed è una cosa che normalmente mai mi sarei sognato di fare-, la sua voce era calma, misurata, ma mi faceva sentire comunque impotente.

-Lo hai fatto perché me lo dovevi, a me ma soprattutto ad Arisu-

-Senza offesa, ma del tuo amico mi importa ben poco-, affermò con schiettezza, lanciandomi uno sguardo d'intesa.

the border between us - Chishiya Where stories live. Discover now